Re: Joe - Baseball

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Re: Joe - Baseball

Post by webba2000 »

Rocky wrote: Io l'ho interpretata come una dedica a John Stockton, alunno della Gonzaga University appunto.
Ah..potrebbe essere, aspettiamo chiarimenti dal sommo  :D
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Re: Joe - Baseball

Post by all3n »

webba2000 wrote: Ah..potrebbe essere, aspettiamo chiarimenti dal sommo   :D
Non potrebbe essere, è. Non è colpa di Joe se tu non capisci certe citazioni.  :forza:
Per il resto, come sempre, solo  :notworthy: :notworthy: :notworthy:
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webba2000
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Re: Joe - Baseball

Post by webba2000 »

all3n wrote: Non è colpa di Joe se tu non capisci certe citazioni.  :forza:
E te pareva se non era colpa mia  :D :D
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joesox
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Re: Joe - Baseball

Post by joesox »

Rocky wrote: Io l'ho interpretata come una dedica a John Stockton, alunno della Gonzaga University appunto.

p.s. Joe, riesci a farmi apprezzare un post anti-Rodriguez. Non ci siamo. Complimenti.
:notworthy:
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Re: Joe - Baseball

Post by putrido »

Rocky wrote: Io l'ho interpretata come una dedica a John Stockton, alunno della Gonzaga University appunto.

p.s. Joe, riesci a farmi apprezzare un post anti-Rodriguez. Non ci siamo. Complimenti.
Mi dovrei informare meglio, ma per quello che ne so io lo Stockton forte era il nonno  :gogogo: che giocava a football col nipote preso soprattutto per riconoscenza
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Re: Joe - Baseball

Post by Phillies »

joe applausi e qualche lacrima per chi come me ha scoperto il baseball nel 2006, che emozioni, che  mi sono perso!

peccato che questa leggenda chiamata mlb, un passatempo elevato a parte integrante della  storia di una Nazione, vedrà ai primi 2 posti dei fuoricampisti di tutti i tempi 2 dopati.........ma se perfino Gesù tra i discepoli aveva Giuda, questo sarà più accettabile
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Re: Joe - Baseball

Post by Jeremy »

:notworthy: :notworthy: :notworthy: per joe (ad anche per Braden).
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Re: Joe - Baseball

Post by joesox »

Solo per lamentarmi.
Dunque alle 8pm ci sono garadue della finale NBA, garacinque della Stanley Cup e Cards-Brewers, tutte e tre in contemporanea.
Non sono cose da fare.
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Re: Joe - Baseball

Post by Casey#37 »

koufax75 wrote: Nei primi vent'anni del '900, c'erano diverse cose che favorivano i lanciatori. La spitball (la palla lavorata con la saliva) era ammessa e legale. Quindi, i lanciatori potevano utilizzare saliva e altre sostanze: le palle lanciate avevano degli effetti molto "particolari". Nel 1920, la spitball fu bandita: soltanto a qualche veterano fu permesso di utilizzarla. Un'altra differenza sta nel fatto che una palla veniva usata per molti innings: prova a pensare ad una partita attuale... Quanto dura una palla? Qualche lancio... Poi viene cambiata. Al tempo, una palla veniva usata per molti innings... Quindi, una palla deformata + la spitball... I vantaggi per i lanciatori erano enormi.

Ma c'è chi dice che il vero motivo della fine della dead ball era fu Babe Ruth: nel 1920, Ruth arrivò a New York. Batte 54 HR...
E non solo. Gli spitballer più estremi non si limitavano a coprire la palla con saliva o grassi vari, ma la tagliavano e limavano letteralmente, nascondendo spesso carta vetrata e altre superfici abrasive nel guantone.

La dead ball era vide in Ty Cobb il suo esponente più completo. All'epoca il baseball era più un gioco di strategia che altro. Il cosiddetto hit and run e le basi rubate erano all'ordine del giorno. Con stadi caratterizzati da outfield mostruosamente ampi si puntava più sulla velocità che non sulla potenza (basti osservare le statistiche relative ai tripli in quegli anni). Insomma, era un mondo diverso. Concordo nell'identificare nell'esplosione di Babe Ruth la fine di questa era e la presa di coscienza da parte dei giocatori che una nuova via per segnare era possibile.
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Re: Joe - Baseball

Post by joesox »

Come scrive Joe Poz ogni scout ha una storia. Non sono uno scout e non scrivo certo come lui, ma ho una storia, per quel che può interessare.

La prima scelta del MLB draft del 1995 fu Darrin Erstad. Erstad giocherà 14 stagioni, soprattutto con gli Angels, da esterno e da prima base. A 23 anni era un potenziale Jeff Bagwell, a 26 (quando battè 25 HR) lo paragonarono a Rafael Palmeiro, a 30 era diventato… Mark Kotsay, utile ma non certo una prima scelta assoluta. Finirà la carriera con 124 HR, 179 basi rubate e tre Gold Gloves (due da esterno ed uno da prima base) ed una World Series vinta con gli Angels nel 2002. Ma avrà alla fine un’OPS+ in carriera di 93.

La seconda scelta fu il catcher Ben Davis, San Diego. Giocatore mediocre. Ben Davis giocò sette stagioni, battè .237, aveva un buon braccio, colse il 34% dei rubanti. Poco altro.

La terza Jose Cruz Jr, esterno, Seattle. Da una famiglia piena di uomini di baseball, non fu l’uomo più facile del mondo, rimbalzò infatti in 9 franchigie diverse. Restò più a lungo, 6 stagioni a Toronto, dove battè 30+ HR per un paio di volte.

La quarta scelta fu un pitcher liceale texano, uno dei due scelti quell’anno. Erano i due nomi che circolavano. Ogni anno c’è qualche pitcher texano che fulmina gli avversari nei licei. Il Texas è uno stato enorme, la probabilità che ogni anno ci sia qualche fenomeno è sempre alta. Beckett, Clemens sono stati liceali texani. Solo due nomi fra i mille possibili.

I Cubs con la quarta scelta presero appunto uno dei due: Kerry Wood. Non serve dire altro. Un giorno, alla sua quinta partenza in MLB, mandò K 20 major leaguer. Ne ha passate di tutti i colori. Con lui ed il suo ex-compagno di squadra Mark Prior i Cubs sfiorarono le World Series dopo 58 anni. Entrambi sono ancora attivi. Ma non è stata una carriera piena di rose e fiori, anzi molte spine. E bisturi.

Non c’era Billy Beane e gli Athletics, nonostante il GM fosse Sandy Alderson, scelsero un lanciatore liceale dal codice postale famoso: 90120. Esattamente Beverly Hills High School, Beverly Hills, California. Un sogno. Quinta scelta assoluta. Si chiamava Ariel Prieto. Ariel come il detersivo. Vincerà 15 partite, 4.85 di ERA. No comment.

Perchè questi talenti svaniscano non lo si sa esattamente. Tanti fattori, infortuni, situazioni familiari, fortuna, lo dice bene Poz. La fortuna c’entra molto. Non è neppure facile accusare il GM che li sceglie. O gli scout che si sciroppano migliaia di chilometri per andare a vederli lanciare sette inning, per andare a parlare con i loro genitori, per capire se possano fare il trapasso da Grand Praire HS a Wrigley Field. Da giocare ogni sabato di fronte agli amici e compagni di classe a viaggiare-giocare-volare coast-to-coast-intervsita del cazzo-lanciare-viaggiare-hotel-dormire-trombare con le cameriere-volare-lanciare-battere-rubare-volare-mentire alla moglie-baciare i bimbi-volare-lanciare… e tenere un’ERA sotto i 4.00. È probabilmente anche una necessaria selezione naturale.

Allora i liceali piacevano tantissimo. Talenti puri, atleti formidabili, giocavano a football, baseball e basketball. C’era pure la sfida di volerli strappare agli altri sport. Nessuno aveva mai guardato con attenzione il rischio che era insito nello scegliere un liceale. Un lanciatore troppo giovane.

La sesta e settima scelta (Marlins e Rangers) sono due bust. Due buchi nell’acqua.

Ottavo Todd Helton, da Tennesse, scelto da Colorado. Il miglior battitore del draft. Trova pure l’aria rarefatta del Colorado ad aiutarlo e supera alla grande i 300 HR in carriera. Sta ancora giocando. Non so che cosa debba produrre mediamente l’ottava scelta di un draft MLB (ottavi sono stati scelti campioni e bidoni). Helton mi pare sia stata un’ottima scelta.

Nono Geoff Jenkins, da USC, finisce a Milwaukee. Si incominciano a vedere giocatori di college che valgono. 

Decimo Chad Hermansen, interbase, Pirates. Batterà .195 in un paio di orribili stagioni. Decimo, nel 2006, fu scelto Tim Lincecum. Col numero 28, nel draft del 1995, gli Expos sceglieranno l’unico altro interbase del primo giro, Michael Barrett, non certo un campione, ma giocherà più di mille partite tra i pro. Barrett è uno dei soli dieci di quel primo giro, e certamente l’unico dal 18 al 30, che può dire di avere avuto una carriera nella MLB. Insomma, bisogna fare delle scelte.

Non tutti sono top ten, non tutti arrivano dal primo giro. Nel 1995 Carlos Beltran fu scelto al secondo giro, così come Sean Casey; Minky e Joe Nathan al quinto; Juan Pierre al trentesimo, Casey Blake al quarantacinquesimo. Perfino Tom Brady, il futuro QB dei Patriots, fu scelto, dagli Expos, al diciottesimo giro. Ma preferii andare a Michigan a giocare a football. Ottima scelta, direi, di Tom.

Al cinquantcinquesimo giro, col numero 1455, fu scelto Mark Mulder, ma anche lui preferii la scuola. Sarà seconda scelta assoluta nel 1998. 

E così via, all’undicesimo da Wichita State, purtroppo per i Tigers un pacco e pure universitario, il lanciatore destro, Mike Drumright, “Michele Tamburodestro”. Che titoli avrebbero potuto fare i giornali col suo nome! Invece. Zero inning nelle majors. Wichita State, gli Shox, hanno dato, recentemente, Braden Looper, Nate Roberston, Darren Dreifort, Mike Pelfrey. Ed appunto Drumright.

Altri due universitari, ma buoni, al 12 ed al 13. Soprattutto Matt Morris, Cardinals, ma anche Mark Redman, Twins.

Al 14 Reggie Taylor, esterno dei Phillies, l’ennesimo liceale della South Carolina, erede di Shoeless Joe Jackson. Talyor finisce la carriera con 14 HR in 507 AB. Francamente stento a ricordarmelo.

E poi, al numero 15, toccò ai Red Sox.

Lou Gorman, il GM, non poteva credere alla sua fortuna. L’altro lanciatore liceale texano (e fenomeno) era ancora sulla tavola. Bastava telefonare e dire il suo nome e cognome, nove lettere. Veniva dalla Kingwood HS, Kingwood, Texas. Il “bosco del re”. Nell’ultimo anno di liceo era stato convertito a lanciatore. In 68 inning aveva mandato K 110 battitori, finendo con un record di 9-0 ed un’ERA di 1.76. A 17 anni aveva una veloce che toccava le 95 miglia all’ora. E Gorman disse: “With number 15 the Sox draft righthander Andy Yount”

I Sox lo firmano e gli infilano in tasca un assegno di $ 986,000 dollari, un bonus record per la franchigia. Non so perchè non gli abbiano dato altri $ 14,000 dollari. Ma credo che se glieli avessero dati il “Million Dollar Bonus” avrebbe fatto molta più notizia a quel tempo.

Nell’estate del 1995 è già nella Gulf Coast League dove in 16 inning registra 17 strikeout. L’anno dopo 30 strikeout in 34 inning, ma 38 basi su ball. Forse provava la curva, forse la splitter, forse aveva parlato con Roger Clemens. L’ERA era certo balzata a 6.29, ma non significava molto. Ancora giovanissimo, avrebbe avuto tutto il tempo di migliorare. Nel 1997 sarebbe andato in A, nel 1998 in AA. Nel 2000, massimo 2001 avrebbe esordito. Lo avrei visto dal vivo nell’agosto del 2001 a Fenway Park.

Certamente.   

Dicono che sia, insieme alla Torre Eiffel, la sagoma, la forma, che la mente umana globalizzata riconosca più rapidamente. No, non è quella di Jerry West nel logo della NBA. È invece la sagoma della bottiglia della Coca Cola. Quella sinuosa, un po’ corpo di donna, un po’ birillo, quell’icona di vetro che ti davano al bar negli Anni Settanta, ma che in Amerika resiste ancora da qualche parte.

La bottiglia era nella mano di Andy, le dita strette intorno al suo collo, quasi fosse una fastball da lanciare al prossimo battitore.

I funerali, negli States, si concludono con un rinfresco. Era quello di un suo amico, scomparso, troppo presto. Andy credeva in Dio? O non ci credeva? E capiva dove, come e perchè fosse successo? Il suo amico era morto.

Il vetro infranto recise netti i tendini del pollice.

Andy provò come esterno nel 1999, ma non ebbe la fortuna di Smoky Joe Wood.

Col 17 i Blue Jays scelsero un lanciatore liceale del Colorado, Roy Halladay.
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Re: Joe - Baseball

Post by Sheasmylove »

un pozzo di conoscenza scritto in poesia...che bello leggerti...
detesto i pigiami, nel calcio e nel baseball

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Re: Joe - Baseball

Post by webba2000 »

Questa merita di stare qua:
joesox wrote: Due giorni fa dietro al piatto per i Tigers il catcher franco-canadese Max St. Pierre.
Come tutti i richiamati di settembre, quando i roster si espandono fino ad un massimo di 40, Max ha un numero di maglia da uomo di linea del football, 63.

E' un battitore destro, con un discreto braccio da catcher (ha colto in carriera il 34% dei rubanti). In poco più di 3300 at bat ha 69 HR, non è uno slugger. Non è veloce, in carriera ha 31 rubate e 18 volte è stato colto. Quest'anno ha la seconda miglior media battuta come stagione, .300 (un anno battè .385/.467/.471, aveva solo 18 anni, era diventato un prospetto), ma non è un contact hitter. In passato ha sempre navigato intorno ai .250, cadendo ogni tanto troppo vicino alla Mendoza Line.

Il fatto è che Max St. Pierre tutti questi numeri li ha accumulati nelle leghe minori dei Tigers (918 partite) e dei Brewers (10 sole partite). Ha sempre giocato catcher, una volta DH. A 17 anni era nell Gulf Coast Legaue, poi sono cominciate le promozioni, prima ad Oneonta (NY-Penn Rookie League), poi West Michigan (Midwest League in A), poi Lakeland (Florida League in A+ dove è All Star con Kevin Cash), Erie (Eastern League in AA), infine a Toledo (AAA, International League). E poi... poi di nuovo ad Erie, poi nella Sothern League ad Huntsville dove i Brewers hanno tentato di trasformarlo in lanciatore. Ma lui non ci ha capito molto, Max è un catcher!, ed è ritornato ai Tigers. Ed allora di nuovo su e giù tra Erie e Toledo. Toledo ed Erie. Erie e Toledo. Quasi una coppia dei fumetti.

"Erie, mi passi il sale?"
"Toledo, per favore spegni quella radio!"

Da otto anni sempre fra AA e AAA. Lo scorso anno è stato persino retrocesso dal AAA al AA per far posto ad un altro catcher. A quel punto ha pensato davvero di ritirarsi. Ed invece ha resistito.

Tredici anni dopo essere stato scelto nel 26esimo giro del draft del 1997, Max St. Pierre, nato a Quebec City il 17 aprile 1980, a trent'anni suonati, sabato 4 settembre 2010, ha esordito nelle Majors.
Ground ball all'interbase, candela sul seconda base, poi ha guardato ad uno strikeout, ed all'ottavo inning, sul punteggio di 4-4, con due out ha battuto una linea al centro per la prima sua valida in carriera. Lo hanno rimpiazzato con un pinch runner ed hanno vinto la partita con quell'uomo.

Max è andato 1-4, ma soprattutto, ha realizzato un sogno lungo tredici anni.

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Re: Joe - Baseball

Post by Sheasmylove »

come sempre un'emozione...
detesto i pigiami, nel calcio e nel baseball

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Re: Joe - Baseball

Post by joesox »

Derek Cheater. :notworthy:





Non è il primo, non sarà l'ultimo, e poi, tutto sommato, è un bravo ragazzo. Magari lo manovrano dall'alto durante le interviste, a New York non è mica facile tirare avanti con tutti quei paparazzi. Hollywood next.

Però ha un cognome che chiede solo di essere storpiato. Scusate.

Abbasso la moviola.
Viva la movida.
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Re: Joe - Baseball

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