European Athletics
Posted: 10/08/2006, 15:23
Che delusione Gibilisco! ![:disgusto:](./images/smilies/disgusto.gif)
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Tutta tattica quella di Gibilisco in vista della finale
Ebbene si, è in finale (stando alle grafiche di Eurosport), perchè non hanno potuto concludere le qualificazioni a causa della pioggia e dunque hanno ripescato tutti fino a 5.35... 17 in finale!
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Ennesima conferma: la marcia è una truffa. Non è più una manifestazione credibile. Il marciatore spagnolo corre, ma non viene squalificato. Non è possibile tale differenza di giudizi e tale mancanza di uniformità.
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Tutta tattica quella di Gibilisco in vista della finale
Ebbene si, è in finale (stando alle grafiche di Eurosport), perchè non hanno potuto concludere le qualificazioni a causa della pioggia e dunque hanno ripescato tutti fino a 5.35... 17 in finale!
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e quello russo idem. Il povero norvegese avrebbe vinto l'argento. Dopo le squalifiche iniziali, con quella pioggia, non c'era neanche un giudice in giro. E' stato ridicolo... facevano quello che volevano, correndo come dei matti............
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e quello russo idem. Il povero norvegese avrebbe vinto l'argento. Dopo le squalifiche iniziali, con quella pioggia, non c'era neanche un giudice in giro. E' stato ridicolo... facevano quello che volevano, correndo come dei matti............
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Ecco il papà italiano di Howe
Ugo Besozzi, ex marito di Renée Felton, la madre del lunghista d'oro, racconta l'infanzia di Andrew: "A 3 anni era magrissimo, a 4 lo facevo già volare con l'asta, poi mostrò doti eccezionali"
Ugo Besozzi, 38 anni, con la Gazzetta. LiveraniMILANO, 12 agosto 2006 - "Sono molto contento per Andrew, ha percorso tanta strada e sono felice per lui". Camicia bianca, pantaloni sotto al ginocchio, Ugo Besozzi ha modi gentili e un tono pacato. Abbassa gli occhi quasi con pudore quando gli ricordi che è grazie a lui se Andrew Howe, nato da genitori americani, è diventato italiano e ha colorato d’azzurro Göteborg. "Penso di sì" dice e abbassa lo sguardo, allontanando le domande più personali su una storia finita, senza cancellare i momenti belli.
DA CAPO - Era la fine degli anni Ottanta, Ugo e il fratello Mattia, nati a Milano, ma cresciuti tra Svizzera e Francia, si trasferirono negli Stati Uniti. "Studiavamo a Los Angeles, lì ho conosciuto l’atletica al Santa Monica College, dove Renée (Felton, la mamma di Howe) era assistente allenatore. Aveva questo modo appassionato di affrontare la vita, mi è piaciuta molto". Andrew aveva tre anni. «Era piccolissimo, esile, quasi non si reggeva in piedi — e ripensandoci sorride —. A 4 anni partecipò a una gara, era così magro che in curva cambiava corsia seguendo il peso della testa. Un bimbo vivace, entusiasta, ma tranquillo. Renée lo portava con sè, era sempre sul campo di atletica. A giocare, a saltare e correre. È sempre stato bravissimo a ripetere gli esercizi che vedeva fare ad altri".
IN ITALIA - "Nel ’90 abbiamo deciso di trasferirci in Italia, dove ero nato. Ho mollato l’università e siamo venuti a Rieti, Renée aveva dei contatti con Giovannelli e ci siamo trasferiti lì. Io mi allenavo come astista, lei gareggiava per la Cariri. É diventata cittadina italiana dopo il matrimonio e così anche Andrew. Le sue doti fisiche erano sotto gli occhi di tutti, era bravo in tutti gli sport. A 4 anni lo facevo giocare con l’asta, lui si aggrappava e lo facevo volare oltre l’asticella a 4 metri. Si divertiva come un matto a saltare sul materasso, la capriola era perfetta, i movimenti coordinati".
ATLETA - "Appena poteva Andrew scappava dietro casa a giocare a calcio, è sempre stata la sua passione. Solo il nuoto non gli piaceva, aveva paura dell’acqua. Gli ho insegnato a nuotare, in California e poi a Miami, quando siamo tornati negli Usa per un anno e mezzo. Ho insegnato a nuotare anche a Jeremy, il figlio che ho avuto da Renée (ora ha 11 anni, ndr)" ricorda Ugo Besozzi, che ha un padre che ha passato la vita in giro per il mondo in barca e uno zio, Giancarlo Baghetti, che ha corso in Formula 1. "Si vedeva che Andrew aveva qualcosa di speciale, la prima volta che ci lasciò a bocca aperta è quando, a 7 anni, con poca rincorsa saltò 4 metri in lungo. Poi, quando siamo tornati negli Usa perché avevo avuto un’offerta di lavoro, partecipò a una gara di salto in alto di primo livello e la vinse, era il migliore della Florida".
LA CARRIERA - A 11 anni il gioco è diventato sport per Andrew. "Ha cominciato a curare la tecnica, ad allenarsi — racconta Ugo, che ora vive a Parabiago e vende spazi pubblicitari —. Sempre seguito da Renée, io avrei preferito che lavorasse con Roberto Bonomi e questo è stato uno dei motivi di scontro. Peccato, perché lui ha fatto molto per Andrew, ha intuito le sue straordinarie qualità". Dal 2000 Besozzi è uscito dalla vita di Renée. "Era una bella cosa, quando è cominciata ero molto giovane e ho fatto questa scelta. Forse con un po’ più di giudizio non sarebbe finita così".
Le speranze di medaglia si fermano alla B di Besozzi e Baldini? Probabilmente si anche se Gibilisco, magari i Ciotti, qualche ragazza nei lanci e la marcia posso riservare piacevoli sorprese.
Speriamo.
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