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CP3
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Post by CP3 »

Nuovo torneo, nuova delusione. Ovviamente non apro questo topic in chiusura di US Open perché fossimo in attesa di qualche risultato importante da parte dei nostri, che ovviamente non è arrivato. Ma perché ogni torneo non fa che rinfocolare il dibattito: quali sono le cause del fallimento del tennis in Italia?
Perché tra gli sport principali (calcio, basket, pallavolo, nuoto etc...) il tennis è l'unico in cui l'Italia non è competitiva?
Io vorrei partire da una domanda: ma lo siamo mai stati? Certo direte voi, anche noi abbiamo messo in bacheca i nostri titoli dello slam con Panatta e Pietrangeli. Ma mi pare altrettanto palese che allora i confini geografici del tennis erano piuttosto circoscritti, il tennis era uno sport praticato in un numero relativamente basso di paesi: gli unici che potevano vantare una solida tradizione in questo sport erano europei, australiani e americani.
Poi è arrivata la globalizzazione del gioco: Paesi dell'Est, Africa, America Latina.
E noi siamo crollati.
Io non conosco il sistema negli altri paesi, ma credo che una tra le cause principali del fallimento del tennis in Italia sia l'istituzione del Club privato.
In Italia, economicamente parlando, dieci bambini su dieci hanno la possibilità di giocare a calcio o a basket: ecco perché siamo forti. I costi di un tennis club invece non sono assolutamente accessibili a tutti. Inoltre a calcio o a basket l'unica spesa da sostenere è l'acquisto delle scarpe. Il tennis richiede più articoli: scarpe, racchette, borsone, completo che in alcun modo vengono forniti gratuitamente dal Club.
Un club privato ha ovviamente fini di lucro: la precedenza viene data al commercialista e al notaio che hanno prenotato il campo la domenica pomeriggio per tirare sera. Se un tennis Club non ha un certo numero di campi o dei campi riservati ai corsi, difficilemente i ragazzi trovano un'ora in cui il campo sia a disposizione, soprattutto il fine settimana.
Infine l'invettiva si appunta contro la federazione, per quanto riguarda la preparazione ridicola dei maestri: non sono assolutamente aggiornati, insegnano fondamentali non compatibili con il tennis moderno.
E la mancanza di stereotipi di gioco: non c'è una scuola di tennis in Italia. In Spagna si insiste su gioco da fondo, colpi arrotati, regolarità; la scuola americana insegna movimenti accorciati, essenziali, un gioco d'attacco, per fare due esempi casuali.
Anche se torno ad accanirmi contro i tennis club: se non si aprono scuole, corsi su larga scala finanziati dai comuni che mettono a disposizione campi e stipendiano i maestri, solo un ristretto numero di ragazzi potrà permettersi di giocare a tennis. Meno sono i ragazzi che giocano e meno sono le probabilità che tra questi ci sia un futuro campione. Non capisco perché i vari Clerici, Lombardi, Tommasi, Gaudenzi tra Sky e Eurosport non lo abbiano mai detto, anzichè cercare le ragioni e le sragioni, non mi pare che ci sia molto da strologare.
Last edited by CP3 on 12/09/2006, 13:50, edited 1 time in total.
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Spree
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Post by Spree »

C'è un errore nel titolo, manca il verbo do
La scienza può solo aggiungere; davvero non vedo come e che cosa possa togliere.
White Rabbit

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Post by White Rabbit »

Nuovo torneo, nuova delusione. Ovviamente non apro questo topic in chiusura di US Open perché fossimo in attesa di qualche risultato importante da parte dei nostri, che ovviamente non è arrivato. Ma perché ogni torneo non fa che rinfocolare il dibattito: quali sono le cause del fallimento del tennis in Italia?
Perché tra gli sport principali (calcio, basket, pallavolo, nuoto etc...) il tennis è l'unico in cui l'Italia non è competitiva?
Io vorrei partire da una domanda: ma lo siamo mai stati? Certo direte voi, anche noi abbiamo messo in bacheca i nostri titoli dello slam con Panatta e Pietrangeli. Ma mi pare altrettanto palese che allora i confini geografici del tennis erano piuttosto circoscritti, il tennis era uno sport praticato in un numero relativamente basso di paesi: gli unici che potevano vantare una solida tradizione in questo sport erano europei, australiani e americani.
Poi è arrivata la globalizzazione del gioco: Paesi dell'Est, Africa, America Latina.
E noi siamo crollati.
Io non conosco il sistema negli altri paesi, ma credo che la causa principale del fallimento del tennis in Italia sia l'istituzione del Club privato.
In Italia, economicamente parlando, dieci bambini su dieci hanno la possibilità di giocare a calcio o a basket: ecco perché siamo forti. I costi di un tennis club invece non sono assolutamente accessibili a tutti. Inoltre a calcio o a basket l'unica spesa da sostenere è l'acquisto delle scarpe. Il tennis richiede più articoli: scarpe, racchette, borsone, completo che in alcun modo vengono forniti gratuitamente dal Club.
Un club privato ha ovviamente fini di lucro: la precedenza viene data al commercialista e al notaio che hanno prenotato il campo la domenica pomeriggio per tirare sera. Se un tennis Club non ha un certo numero di campi o dei campi riservati ai corsi, difficilemente i ragazzi trovano un'ora in cui il campo sia a disposizione, soprattutto il fine settimana.
Infine l'invettiva si appunta contro la federazione, per quanto riguarda la preparazione ridicola dei maestri: non sono assolutamente aggiornati, insegnano fondamentali non compatibili con il tennis moderno.
E la mancanza di stereotipi di gioco: non c'è una scuola di tennis in Italia. In Spagna si insiste su gioco da fondo, colpi arrotati, regolarità; la scuola americana insegna movimenti accorciati, essenziali, un gioco d'attacco, per fare due esempi casuali.
Anche se torno ad accanirmi contro i tennis club: se non si aprono scuole, corsi su larga scala finanziati dai comuni che mettono a disposizione campi e stipendiano i maestri, solo un ristretto numero di ragazzi potrà permettersi di giocare a tennis. Meno sono i ragazzi che giocano e meno sono le probabilità che tra questi ci sia un futuro campione. Non capisco perché i vari Clerici, Lombardi, Tommasi, Gaudenzi tra Sky e Eurosport non lo abbiano mai detto, anzichè cercare le ragioni e le sragioni, non mi pare che ci sia molto da strologare.
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Se mi permetti: il tennis costa molto ovunque, anche in America (difatti in una telecronaca fu fatto notare quello fra i motivi per cui raramente gli afroamericani hanno successo nel tennis) e non solo in Italia. In secondo luogo: posso capire che il tennis si sia allargato al Sud America, ma non ricordo sti grandi campioni africani o asiatici e pure i buoni giocatori non sono poi così tanti. Anche nell'America meridionale il fenomeno è limitato principalmente a tre paesi (Argentina, poi Brasile e Cile, seppur in scala ben ridotta). Ancora: a ben guardare, scuole di grande tradizione, come Stati Uniti e Australia, sono in grave crisi, in proporzione agli abitanti ed al passato ben peggiore della nostra. Quindi le tue mi sembrano spiegazioni un pò troppo semplicistiche, che non individuano le cause centrali del problema, che secondo me sono un'infinità.
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CP3
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Post by CP3 »

Se mi permetti: il tennis costa molto ovunque, anche in America (difatti in una telecronaca fu fatto notare quello fra i motivi per cui raramente gli afroamericani hanno successo nel tennis) e non solo in Italia. In secondo luogo: posso capire che il tennis si sia allargato al Sud America, ma non ricordo sti grandi campioni africani o asiatici e pure i buoni giocatori non sono poi così tanti. Anche nell'America meridionale il fenomeno è limitato principalmente a tre paesi (Argentina, poi Brasile e Cile, seppur in scala ben ridotta). Ancora: a ben guardare, scuole di grande tradizione, come Stati Uniti e Australia, sono in grave crisi, in proporzione agli abitanti ed al passato ben peggiore della nostra. Quindi le tue mi sembrano spiegazioni un pò troppo semplicistiche, che non individuano le cause centrali del problema, che secondo me sono un'infinità.
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Un momento: il tennis costa molto ovunque in termini di attrezzatura, quello sì, ma in Francia ad esempio sono molto diffuse le scuole federali, a costi molto più accessibili che club esclusivi. Per quanto riguarda l'America, anche qui qualcosa si muove: qualche tempo fa ho visto un documentario che mostrava come a New York si inizi a mettere a disopsizione i campi da tennis dislocati nei vari parchi etc.., con maestri stipendiati che fornivano racchette ai bambini (tutti afroamericani quelli che ho visto nel documentario...........).
Confini del tennis: l'Argentina non ha ancora prodotto nessun Sampras, ma uno stuolo di giocatori compresi tra i top 100, qualcosa è arrivato dal Cile, dal Brasile, dall'Asia (Lee, Scrichapan, Sugyama...), dal Marocco (Arazi, El Aynaoui). Come hai detto non si tratta di campioni, ma di giocatori ad un livello mediamente più alto dei nostri. Neanche tanti anni fa il Marocco ci sconfisse in Coppa Davis ad esempio e ricordo che un giornalista disse: "cresciuto ai tempi di Pietrangeli e divenuto giornalista a quelli di Panatta, mai avrei pensato un giorno di invidiare il tennis marocchino." Come volevasi dimostrare: il Marocco non ha prodotto giocatori da slam, ma comunque di livello superiore al nostro (mi scuso per l'esempio poco pertinente, dato che i giocatori marocchini non sono il prodotto della federazione di tennis, ma membri della famiglia reale).
Quella della mancanza di stereotipi e dell'impreparazione mi sembra al contrario una delle cause principali: anni fa ho dovuto SPIEGARE IO AL MIO MAESTRO che quando, ad esempio, lo scambio da fondo raggiunge una velocità sostenuta, ora i professionisti ormai non si girano sul fianco, ma colpiscono la palla frontalmente spingendo con l'anca. Kuerten era un esempio di questa tecnica, che gli ha anche procurato l'infortunio all'anca. Ripeto, questo maestro è diventato tale a metà degli anni novanta, e le sue competenze tennistiche non sono per nulla aggiornate. In Brasile sono più aggiornati di noi.
Infine: semplicistiche...allora citiamo gli esperti. Andrea Gaudenzi: "mancanza di allenatori...con 15 Pistolesi risolveremmo la situazione..."..."...potrei dire che il tennis è lo sport più difficile..."
Quali sarebbero le cause centrali?
Last edited by CP3 on 11/09/2006, 18:47, edited 1 time in total.
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Post by White Rabbit »

Un momento: il tennis costa molto ovunque in termini di attrezzatura, quello sì, ma in Francia ad esempio sono molto diffuse le scuole federali, a costi molto più accessibili che club esclusivi. Per quanto riguarda l'America, anche qui qualcosa si muove: qualche tempo fa ho visto un documentario che mostrava come a New York si inizi a mettere a disopsizione i campi da tennis dislocati nei vari parchi etc.., con maestri stipendiati che fornivano racchette ai bambini (tutti afroamericani quelli che ho visto nel documentario...........).
Confini del tennis: l'Argentina non ha ancora prodotto nessun Sampras, ma uno stuolo di giocatori compresi tra i top 100, qualcosa è arrivato dal Cile, dal Brasile, dall'Asia (Lee, Scrichapan, Sugyama...), dal Marocco (Arazi, El Aynaoui). Come hai detto non si tratta di campioni, ma di giocatori ad un livello mediamente più alto dei nostri. Neanche tanti anni fa il Marocco ci sconfisse in Coppa Davis ad esempio e ricordo che un giornalista disse: "cresciuto ai tempi di Pietrangeli e divenuto giornalista a quelli di Panatta, mai avrei pensato un giorno di invidiare il tennis marocchino." Come volevasi dimostrare: il Marocco non ha prodotto giocatori da slam, ma comunque di livello superiore al nostro (mi scuso per l'esempio poco pertinente, dato che i giocatori marocchini non sono il prodotto della federazione di tennis, ma membri della famiglia reale).
Quella della mancanza di stereotipi e dell'impreparazione mi sembra al contrario una delle cause principali: anni fa ho dovuto SPIEGARE IO AL MIO MAESTRO che quando, ad esempio, lo scambio da fondo raggiunge una velocità sostenuta, ora i professionisti ormai non si girano sul fianco, ma colpiscono la palla frontalmente spingendo con l'anca. Kuerten era un esempio di questa tecnica, che gli ha anche procurato l'infortunio all'anca. Ripeto, questo maestro è diventato tale a metà degli anni novanta, e le sue competenze tennistiche non sono per nulla aggiornate. In Brasile sono più aggiornati di noi.
Infine: semplicistiche...allora citiamo gli esperti. Andrea Gaudenzi: "mancanza di allenatori...con 15 Pistolesi risolveremmo la situazione..."..."...potrei dire che il tennis è lo sport più difficile..."
Quali sarebbero le cause centrali?


Scusami, ma tu ritieni il Marocco superiore a noi perchè ha prodotto un El Aynaoui, discreto giocatore entrato fra i primi 15 in un periodo di vuoto assoluto, o per un Arazi che massimo è stato tra i primi 30 (se non erro)? Cioè, vabbè che il tennis italiano è in crisi, manca un top 30 (fino all'anno scorso lo era Volandri), però abbiamo 5 giocatori fra i primi 100, due dei quali varrebbero pure i primi 50 se non fosse per una programmazione ridicola, ed altri due che son da primi 100 senza infortuni. Non c'è niente di cui gioire, per carità, ma non posso sentire che siamo inferiori al Marocco, perchè questo ha prodotto due giocatori da top 30 e poi dietro il vuoto. E pure l'Asia, con tutta la sua immensa popolazione ha prodotto uno Srichaphan, buon giocatore ma non andrei oltre (anche lui tra i primi dieci in mezzo al deserto), o un Lee che non è mai entrato fra i primi 50 (non considero nemmeno la Sugiyama perchè nel femminile ci mancherà una big, ma direi che siamo tutto fuorchè messi male). Posso capire che si faccia un dramma se si guarda all'Argentina, alla Svizzera, alla Spagna, alla Francia, ma basta notare come paesi come la Gran Bretagna sono abbastanza in crisi, considerata la loro tradizione (due soli giocatori fra i primi 100, okay, uno pare avviato ad un brillante futuro, ma l'altro è prossimo al ritiro), Australia, USA, anche la Germania volendo (perchè Haas e Becker son praticamente di scuola tennistica americana). Anche il Brasile, dopo Kuerten, non ha prodotto un granchè, perchè, perdonami, tra un Saretta ed uno Starace non vedo tanta differenza. Semmai i veri paesi che stanno uscendo come giganti, sia nel maschile sia nel femminile, sono i paesi dell'est quelli dell'ex blocco Sovietico o comunque sotto l'influenza dell'URSS. Questo (spiegava la Myskina), perchè vi è una grandissima educazione allo sport e grande preparazione, oltre alla notevole predisposizione fisica. Poi semmai si va all'estero a cercare allenatori di altissimo livello che magari in patria mancano. Uno dei problemi degli italiani mi pare proprio la mancanza di coraggio di andare all'estero, come hanno fatto i vari Haas, Safin, Sharapova, per citarne alcuni, o a suo tempo Gaudenzi. Eppure, anche l'attuale commentatore di eurosport è voluto rimanere in Austria, non molto lontano da casa. Questo mi pare un problema del tennis italiano. Uno in mezzo a tanti altri, va detto, ma per brevità preferisco far notare questo, sennò fra parlare della mancanza di allenatori e strutture all'altezza, una federazione che conduce una linea molto discutibile, la poca esposizione del tennis e lo scarso interesse che genera si potrebbe stare qua a scrivere per giorni e giorni. Certo è che non si tratta solo di un problema economico o di globalizzazione.
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koufax75
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Post by koufax75 »

Qualche giorno fa, la Gazzetta ha preparato il cofanetto con 4 gazzette storiche, quelle che celebravano i 4 titoli mondiali (1934, 1938, 1982, 2006). In quella del 1982 c'è un articolo molto interessante, firmato da Rino Tommasi. Mentre la nazionale di calcio trionfava in Spagna, la nazionale di tennis sfidava (perdendo) la Nuova Zelanda in Coppa Davis. Il titolo dell'articolo è molto diretto "E' una squadra vecchia, ma dove sono i giovani?". La sconfitta contro la Nuova Zelanda nel 1982 segnò la fine del grande periodo tennistico italiano, che produsse ottimi giocatori come Panatta, Bertolucci e Barazzutti. Tommasi era preoccupato perché non vedeva tra gli allora giovani tennisti qualcuno che potesse sostituire egregiamente i campioni prossimi al ritiro.

Sono passati 24 anni da quell'articolo: le previsioni di Tommasi sono state confermate. Ci sono stati indubbiamente dei buoni giocatori, ma nessuno ha mai più raggiunto il livello di Panatta e company.
Last edited by koufax75 on 11/09/2006, 20:38, edited 1 time in total.
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Post by MattBellamy »

Non ho il tempo di stare ad argomentare più di tanto, oltretutto su una questione come questa che non è complicata ma dipiù. Quindi perdonatemi se mi limita buttare qualche accenno prendendo anche sputno da quello che avete detto finora.

Il problema economico / dei club secondo me è un falso problema. Esistono praticamente ovunque circoletti non esclusivi, magari con 2 palloni invece che con la struttura da 6 campi per l'inverno, ma dove fare una scuola tennis per un bambino costa tanto come fare una scuola calcio etc. E se il ragazzino "viene fuori" mediamente i circoli migliori poi non si fanno pregare a prenderlo.

Il motivo per cui un bambino italiano mooooolto spesso va a giocare a calcio e non a tennis non è perchè non può permettersi la racchetta, è perchè sogna di diventare Totti o Kakà, mentre Volandri e Federer non sa nemmeno chi sono.

Secondariamente perchè, passato il livello "base" e passando a quello "agonistico/pre-agonistico", allenarsi a calcio vuol dire farsi il culo ma in una squadra di 20 persone con cui fare casino etc. Allenarsi a tennis vuol dire farsi lo stesso culo ma con quei 1 o 2 altri ragazzini bravini che il circolo ha della tua età.... Che magari ti stanno pure un pò sui coglioni. E quando vai a fare la partita sei in 11, si è insieme, e se si perde si perde insieme. A tennis se vai a fare un torneo giochi male e perdi non c'è niente da fare, sei stato tu a giocar male e basta. Quello che voglio dire è che è uno sport che a livello agonistico tende a essere meno "divertimento" rispetto ad altri.

Prendo spunto da questo per allacciarmi ad un altro discorso. L'altro problema vero dei nostri ragazzi è la "fame". Non fisica ovviamente, ma la voglia di emergere, d soffrire davvero sino in fondo per ottenerre qualcosa di più. Il talento non si impara, Federer o Gasquet si nasce, non c'è niente da fare. Ma al livello sotto, quello dei buoni giocatori, conta questo quasi più del talento. E purtroppo buona parte dei nostri ragazzi questa mentalità, questa "fame" appunto non ce l'hanno.
Sono almeno 20 anni che i nostri giocatori che arrivano più in alto (con pochissime eccezioni, ma davvero rare) sono quelli che, sulla carta, da ragazzi hanno meno talento fra queli del gruppo top degli under. Abbiamo sempre giocatori che sembrano fenomeni, talentuosi, forti, che quando c'è da passare al tennis vero si afflosciano. Quelli che riescono a diventare di livello accettabile sono sempre giocatori "onesti", che da piccoli le han sempre buscate dai loro coetanei, che riescono a trovarsi un posticino con la voglia e il lavoro...

Ma qui torniamo anche al discorso di prima. Il ragazzino di 16-17 anni che gioca a calcio e pensa di poter sfondare, cosa vede davanti a se, nel caso anche non diventasse un fenomeno ma solo un giocatore tra i primi 500 d'Italia? Giochi in A massimo in B, sei un"calciatore", guadagni un sacco, sei famoso, ti prendi bella casa bella macchina, donne come piovesse.
Quello che è un bel prospetto tennistico, se non diventa un fenomeno ma cmq uno fra i primi 10 d'Italia? Ti fai un mazo così in giro per il mondo, per farti i soldi devi VINCERE, se fai un brutto periodo devi andare a fare quali come una merda in qualsiasi torneo, nessuno sa chi cazzo sei. A 30 anni sei finito, non hai messo via i soldi per una vita, non hai studiato e non sei nessuno. Bello eh?

Poi ci sono altri mille problemi, dalla federazione e quindi l'organizzazione, agli aallenatori. Ma obiettivamente ormai è ora di andare a letto :D
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Post by rene144 »

Il talento non si impara, Federer o Gasquet si nasce, non c'è niente da fare.
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concordo con tutto. Ma su questo vorrei aggiungere appunto che non sono i migliori 2-3 di un movimento a fotografarlo. E' ridicolo dire che il settore X sia migliore del nostro perchè ha prodotto UN giocatore formidabile o comunque più forte di tutti i nostri degli ultimi 20 anni. Il fuoriclasse, o comunque la punta, ti nasce e basta.

Dove si vede il sistema buono? Non certo nei Federer/Nadal/Gasquet (anche se chiaramente anche loro beneficiano di un buon sistema per lanciarsi...), ma nel fatto di avere 10 giocatori tra i primi 100, 50 nei primi 300, ecc, ecc, e di riuscire a produrre costantemente gente da top 20, a getto continuo. La Spagna ad esempio. Quelli che fanno la differenza sono giocatori come Robredo, Feliciano Lopez e via dicendo. Non campioni, non fuoriclasse, ma ottimi giocatori, capaci di ottenere buoni risultati e vincere qualcosa ogni tanto, e magari di entrare nei 10 con un po' di fortuna. Noi questi giocatori non li abbiamo. Ci manca proprio la base, lo zoccolo duro.

E se domani Fognini e Naso diventassero due top 10, non è che il nostro sistema improvvisamente sia diventato funzionante. Non è che sia cambiato tutto, perchè una rondine (o 2) non fa primavera. E' tutto il movimento che deve alzare il proprio livello... Ed è per questo che ritengo ad esempio il tennis italiano comunque anni luce davanti a quello britannico, benchè loro abbiano Murray e possano suonarcele in Davis con Murray-Henman-Rusedski.
Ed è per questo che ritengo il movimento italiano femminile superiore a quello belga, che dietro alle due supercampionesse non ha assolutamente NIENTE, tant'è che saremmo automaticamente favoriti per la Fed Cup qualora una delle due non si presentasse (la Clijsters), visto che la Flipkens probabilmente le prende dalla quinta o sesta italiana...

Comunque aggiungerei che i nostri problemi non esistono a livello junior, dove abbiamo vinto Slam ed abbiamo avuto campioni anche dopo Panatta, ma come giustamente sottolineato da Matt i campioni si sono persi e si sono fermati.

Per il resto, non saprei dove ricercare le cause. Matt ha ragione, ma non è solo la mentalità del "se non vinco non guadagno", ma spesso diventa un problema anche di possibilità. Magari la mentalità delle scuole. Io non ho fatto la scuola italiana, ma mi risulta che lo sport sia più che dimenticato... ed in quel caso, come giustamente detto, i modelli vengono acquisiti dall'esterno, dai media, dalla tv. Ed ovviamente entriamo in un circolo vizioso dove il cane si morde la coda, e senza nome trainante non nasce lo spirito di emulazione, e senza spirito di emulazione i migliori talenti vanno a fare calcio, o basket di questi tempi... prendiamo la scuola di scherma di Jesi, che da anni trascina l'Italia. Non è solo la competenza (anche se ovviamente è fondamentale), ma anche il fatto che Trillini e Vezzali, e chissà quanti prima di loro, siano "eroi"(ne) della città, e simboli positivi da copiare.

Quello che non capisco (o meglio, ho le mie idee, ma non mi ritengo così competente ed "addentrato" da ritenerle valide necessariamente) è perchè ci sia COSI' TANTA differenza tra tennis maschile e femminile italiano..........
Last edited by rene144 on 11/09/2006, 23:10, edited 1 time in total.
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Post by koufax75 »

Io non seguo molto il tennis, però vorrei comunque dire qualcosa.

Comunque aggiungerei che i nostri problemi non esistono a livello junior, dove abbiamo vinto Slam ed abbiamo avuto campioni anche dopo Panatta, ma come giustamente sottolineato da Matt i campioni si sono persi e si sono fermati.


I trofei juniores vanno trattati con le molle. Spesso i migliori giovani sono iscritti al torneo principale, quindi una vittoria al torneo juniores non significa automaticamente carriera luminosa.

Quello che non capisco (o meglio, ho le mie idee, ma non mi ritengo così competente ed "addentrato" da ritenerle valide necessariamente) è perchè ci sia COSI' TANTA differenza tra tennis maschile e femminile italiano.........


Il circuito femminile è meno complesso di quello maschile. Tra gli uomini, il #25 può creare problemi al #2 (Federer fa gara a sé). Tra le donne c'è un netto divario tra le prime 10 e il resto del mondo. Quindi per una tennista è più facile emergere.
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Post by rene144 »

Io non seguo molto il tennis, però vorrei comunque dire qualcosa.
I trofei juniores vanno trattati con le molle. Spesso i migliori giovani sono iscritti al torneo principale, quindi una vittoria al torneo juniores non significa automaticamente carriera luminosa.


Molto vero. Ma che da "giocatori di qualità elevatissima" si trasformino in pipponi, ce ne passa...

Il circuito femminile è meno complesso di quello maschile. Tra gli uomini, il #25 può creare problemi al #2 (Federer fa gara a sé). Tra le donne c'è un netto divario tra le prime 10 e il resto del mondo. Quindi per una tennista è più facile emergere.
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Ma proporzionalmente dovrebbe funzionare in maniera analoga. Cioè, sostanzialmente se siamo il decimo miglior sistema tra i maschi ed anche tra le donne, mantenendo le proporzioni, non dovrebbe funzionare analogamente? E se così non fosse, perchè all'estero funziona il sistema maschile ma non quello femminile?
In poche parole, mantenendo le proporzioni, c'è comunque qualcosa che non va, perchè il nostro sistema femminile è nettamente migliore di quello maschile. Che poi dipenda dagli altri, cambia poco... rovescia solo la questione, perchè non si spiega perchè altrove vada solo il maschile.
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Post by MattBellamy »

I trofei juniores vanno trattati con le molle. Spesso i migliori giovani sono iscritti al torneo principale, quindi una vittoria al torneo juniores non significa automaticamente carriera luminosa.
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Verissimo, ma almeno io nel mio discorso facevo poco riferimento a risultati negli U18 quanto a ragazzi che ho visto io giocare coi miei occhi o di cui mi hanno parlato persone che conosco bene che li hanno visti.
E ti ripeto, salvo rarissime eccezioni, in ogni "nidiata" di ragazzi da un sacco di anni cquelli che riescono a "emergere" nel senso di diventare giocatori ATP veri non sono MAI quelli con più talento.
E' normale in un movimento che talvolta qualche ragazzo di grande talento si perda, normalissimo. Non è normale che da anni i nostri migliori talenti si perdano TUTTI.
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Post by IL Poz »

Buongiorno a tutti.
Direi che Matt ha centrato come suo solito il problema che sta nel futuro economico dei giocatori.
Molto simpatica anche la sua deduzione riguardo al concetto di squadra: eloquente quando, durante una partita o ad un allenamento mi capita di dire ai miei giocatori "Se vuoi fare tutto da solo vai a giocare a tennis"..

Mi trovo d'accordo un po' su tutto, il problema del tennis è drammaticamente simile a quello dell'atletica leggera: mancanza di strutture e per strutture non intendo soltanto i campi, ma anche i maestri, la qualità dei maestri più che altro.

Domanda, prima si parlava di ragazzi italiani che hanno vinto degli Slam juniores, mi sapreste dire chi?

Altra domanda, Fognini, Naso, Bolelli, saranno loro il futuro del tennis italiano? Ho notato che Bolelli è molto vicino ai primi 100, gli altri due sono ancora dispersi, ma paradossalmente sembrano più talentuosi, è corretto?
Saluti
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Post by Vic Vega »

Altra domanda, Fognini, Naso, Bolelli, saranno loro il futuro del tennis italiano? Ho notato che Bolelli è molto vicino ai primi 100, gli altri due sono ancora dispersi, ma paradossalmente sembrano più talentuosi, è corretto?
Saluti
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Su Naso non mi pronuncio perchè lo conosco giusto di nome, personalmente non penso che Fognini abbia più potenziale di Bolelli. Magari è più completo (anzi, sicuramente), ma non possiede la combinazione servizio-dritto di Bolelli.
Nel tennis probabilmente è meglio possedere due colpi da 100 e tutto il resto da 50, piuttosto che assestarsi su 75 in ogni aspetto del gioco.
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Post by diavolino »

Domanda, prima si parlava di ragazzi italiani che hanno vinto degli Slam juniores, mi sapreste dire chi?

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Nargiso ha vinto Wimbledon, mentre Gaudenzi mi pare che abbia vinto Roland Garros e U.S. Open addirittura nello stesso anno.
Non mi ricordo quali furono le annate.
".....più che altro orientato verso la gnocca!" J. Calà
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Post by Sancho Panza »

Per quanto riguarda gli italiani vincitori di Slam juniores, andando a memoria ricordo Nargiso a Wimbledon e Gaudenzi al Roland Garros e agli US Open... :penso:
Bolelli, anche se ha perso giá molto tempo a causa di alcuni infortuni, é comunque di due anni piú vecchio di Naso e Fognini, per cui é normale che sia piú avanti in questo momento. Non conoscendo nemmeno io Naso, non mi resta che attenermi all´analisi di Vic. In ogni caso ho apprezzato le scelte di questi tre ragazzi, con Bolelli che quest´anno ha fatto molte quali nei tornei ATP, pagandone lo scotto con tante sconfitte (avesse fatto solo challenger sarebbe di sicuro piú avanti in classifica) ma acquisendo esperienza preziosa per il futuro, allo stesso modo di Naso e Fognini che si sono spesso sparati dei lunghi periodi all´estero facendo loro stessi diverse quali ATP.
Per il resto, il discorso di Matt é, al solito, condivisibile: comunque, credo che ci siano stati momenti peggiori (dopotutto abbiamo diversi tennisti da top 100 con qualche giovane in grado di arrivarci relativamente presto), e credo che ci siano nazioni messe peggio di noi, al di lá dell´aver avuto la fortuna di trovarsi in casa un fenomeno (tra l´altro lo stesso Murray, per dirne una, per completarsi si é dovuto allenare in Spagna per un certo periodo). Va da sé che il modello cui ispirarsi é la scuola francese o quella spagnola, ma ci vuole tempo per realizzare cambiamenti importanti (e comunque ci vorrebbe pure qualcuno che riportasse l´interesse generale verso questo sport...). La questione é molto spinosa.
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