Re: Il Ruolo Del Playmaker

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jiggazar
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Il Ruolo Del Playmaker

Post by jiggazar »

Non ho sentito ancora nominare Jason Williams? Forse troppo indisciplinato a livello tattico ma sicuramente un talento che non si discute. E dell'emergente Jameer Nelson dei Magic? Secondo me può diventare un giocatore tra i migliori nel suo ruolo. Comunque mi sembra, correggetemi se sbaglio, che negli ultimi anni hanno vinto il titolo squadre che non erano guidate da veri play ma da play-guardie, forse vuol dire che ormai, con l'attuale tipo di gioco NBA, non è così importante questo ruolo?
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horace13
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Il Ruolo Del Playmaker

Post by horace13 »

Non ho sentito ancora nominare Jason Williams? Forse troppo indisciplinato a livello tattico ma sicuramente un talento che non si discute. E dell'emergente Jameer Nelson dei Magic? Secondo me può diventare un giocatore tra i migliori nel suo ruolo. Comunque mi sembra, correggetemi se sbaglio, che negli ultimi anni hanno vinto il titolo squadre che non erano guidate da veri play ma da play-guardie, forse vuol dire che ormai, con l'attuale tipo di gioco NBA, non è così importante questo ruolo?
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Certamente Jason Williams è un play puro!
Jameer Nelson lo vedo meno play, imho può essere un ottimo sesto uomo in squadre da titolo, uno che entra ed è capace di metterti il parziale da solo.

Collegando il discorso J-Will all'osservazione che tu fai sulle squadre che hanno vinto il titolo: nel periodo 80-95, circa, ad eccezione dei Bulls, il titolo lo si vinceva spesso basando la squadra sull'asse play-lungo (vedi i Lakers, i Celtics un po meno, i Pistons, i Rockets, ci sarebbero stati in mezzo anche i Magic di Shaq-Penny), perchè il gioco dei tempi era basato su quei due ruoli, che nel periodo indicato hanno visto probabilmente i migliori interpreti ogni epoca.
Adesso i ruoli sono cambiati, non sono più così definiti. Chi difende bene, ha due/tre giocatori e un sacco di comprimari è molto probabile vinca il titolo (vedasi san antonio, miami, lakers, detroit un po meno) indipendentemente dal ruolo dove siano. Fondamentali lunghi che menino un po e facciamo qualche canestro, anche da fuori.
Il play quindi, per questioni di necessità (non ce ne sono) sta pian piano sparendo da progetti delle squadre vincenti, almeno così come lo concepiamo noi. E allora spazio ai Billups, ai Parker, guardie piccole che sanno penetrare e scaricare.
Se noti, Miami ha vinto utilizzando J-Will come tiratore sugli scarichi. A gestire la squadra in tutto e per tutto ci pensava Wade...
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putrido
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by putrido »

ho ripescato questo topic che mi era sfuggito,e vorrei dire la mia, anche se sono in "leggerissimo" ritardo!
Secondo me nell'NBA non esistono più playmaker puri per tanti motivi, fra cui il cambiamento del gioco ecc.
Ma il playmaker vero oltre che per qualità di palleggio e visione di gioco va considerato anche per altri fattori altrettanto importanti, se non di più...mi riferisco ad esempio alla gestione del cronometro, all'individuazione dei mismatch in giro per il campo senza che il tuo allenatore chiami time-out, al trovare sempre il giocatore caldo anche se magari non è una star...chi secondo voi è al top da questo punto di vista?
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Da Brawl
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by Da Brawl »

putrido wrote:ho ripescato questo topic che mi era sfuggito,e vorrei dire la mia, anche se sono in "leggerissimo" ritardo!
Secondo me nell'NBA non esistono più playmaker puri per tanti motivi, fra cui il cambiamento del gioco ecc.
Ma il playmaker vero oltre che per qualità di palleggio e visione di gioco va considerato anche per altri fattori altrettanto importanti, se non di più...mi riferisco ad esempio alla gestione del cronometro, all'individuazione dei mismatch in giro per il campo senza che il tuo allenatore chiami time-out, al trovare sempre il giocatore caldo anche se magari non è una star...chi secondo voi è al top da questo punto di vista?


Jason Kidd davanti a tutti, giocatore intelligentissimo nel servire i compagni secondo tutte le variabili.
Nella lista metterei anche Andre Miller e Brevin Knight (scandaloso che sia ancora senza squadra)...
Per il futuro vedo bene invece Deron Williams, secondo me erede naturale di Kidd, anche se è un pò indietro in quanto a playmaking.
Un soldino lo butterei chiaramente pure su Chris Paul...
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by tzara »

putrido wrote:ho ripescato questo topic che mi era sfuggito,e vorrei dire la mia, anche se sono in "leggerissimo" ritardo!
Secondo me nell'NBA non esistono più playmaker puri per tanti motivi, fra cui il cambiamento del gioco ecc.
Ma il playmaker vero oltre che per qualità di palleggio e visione di gioco va considerato anche per altri fattori altrettanto importanti, se non di più...mi riferisco ad esempio alla gestione del cronometro, all'individuazione dei mismatch in giro per il campo senza che il tuo allenatore chiami time-out, al trovare sempre il giocatore caldo anche se magari non è una star...chi secondo voi è al top da questo punto di vista?


Il palymaking è certamente cambiato rispetto agli anni scorsi (basta vedere la differenza con la qale giocano per fare un esempio, il citato da Brawl Kidd, ma anche Nash), ma non per questo diminuito di valore, sia come significato in campo, che come valori tecnici espressi. Io penso che, dopo alcuni anni di transizione, siano usciti dai vari draft diversi giocatori che faranno la storia di questo ruolo: su tutti Deron Williams e Tony Parker, tenendo d'occhio anche Marcus Williams e Acie Law. Io confido anche in Sergio Rodriguez, giocatore che preferisce mille volte passare la palla piuttosto che far canestro, un gioctore ideale per accrescere le statistiche dei propri compagni. Credo che, da questo punto di vista, il ruolo della PG pura sia da considerarsi uno dei più ricchi di spunti tecnici futuri, visti gli interpreti in gioco.
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Gerry Donato
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by Gerry Donato »

Per pura ed inutile accademia, anni fa (torrido Luglio 2004) mi ero messo a pensare (chissà poi perchè e chi me lo fece fare) ad una definizione della fattispecie di play puro. Arrivai a questa conclusione non del tutto soddisfacente, soprattutto perchè è diventata troppo pesante nel tentativo di non farvi rientrare davvero altri tipi di giocatore:

Giocatore d'impostazione tutto campo, ugualmente contestualizzabile nei tre livelli di ritmo dell'attacco (metà campo con difesa schierata, transizione, contropiede), in grado di facilitare l'esecuzione offensiva desiderata dallo staff tecnico e di migliorare e valorizzare i compagni mettendo a servizio del loro movimento senza palla e delle loro caratteristiche individuali, oltre che in funzione delle scelte della difesa, la propria elevata abilità nelle letture, nelle visioni e nel passaggio (tempi+gesto) anche dal palleggio e coinvolgendoli non solo nella parte terminale dell'azione, senza rinunciare alla conclusione personale all'occorrenza anche come prima opzione.

Ehm, prima di essere mandato giustamente a quel paese, ripeto ancora che è solo un caso di scuola giusto per avvicinarsi stancamente ad Agosto! Per altro più una cosa non è definibile, più bella e varia è! Quindi non è manco detto che possano esistere o siano necessarie definizioni per ogni ruolo di questo magico sport.

Deron Williams in pole a mio parere per il dopo Nash-Kidd, ma occhio a Marcus Williams di cui si parla sempre troppo poco! Ci sarebbe poi il sogno di vedere il mio idolo Papaloukas dall'altra parte dell'Atlantico...
Last edited by Gerry Donato on 28/07/2007, 0:30, edited 1 time in total.
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by tzara »

Gerry Donato wrote:Per pura ed inutile accademia, anni fa (torrido Luglio 2004) mi ero messo a pensare (chissà poi perchè e chi me lo fa fare) ad una definizione della fattispecie di play puro. Arrivai a questa conclusione non del tutto soddisfacente, soprattutto perchè è diventata troppo pesante nel tentativo di non farvi rientrare davvero altri tipi di giocatore:

Giocatore d'impostazione tutto campo, ugualmente contestualizzabile nei tre livelli di ritmo dell'attacco (metà campo con difesa schierata, transizione, contropiede), in grado di facilitare l'esecuzione offensiva desiderata dallo staff tecnico e di migliorare e valorizzare i compagni mettendo a servizio del loro movimento senza palla e delle loro caratteristiche individuali, oltre che in funzione delle scelte della difesa, la propria elevata abilità nelle letture, nelle visioni e nel passaggio (tempi+gesto) anche dal palleggio e coinvolgendoli non solo nella parte terminale dell'azione, senza rinunciare alla conclusione personale all'occorrenza anche come prima opzione.

Ehm, prima di essere mandato giustamente a quel paese, ripeto ancora che è solo un caso di scuola giusto per avvicinarsi stancamente ad Agosto! Per altro più una cosa non è definibile, più bella e varia è! Quindi non è manco detto che possano esistere o siano necessarie definizioni per ogni ruolo di questo magico sport.

Deron Williams in pole a mio parere per il dopo Nash-Kidd, ma occhio a Marcus Williams di cui si parla sempre troppo poco! Ci sarebbe poi il sogno di vedere il mio idolo Papaloukas dall'altra parte dell'Atlantico...


Di sicuro il Luglio 2004 doveva esser molto caldo!!!



Per Papaloukas, che io stesso definisco un genio assoluto, farei un distinguo (come per la scuola di playmaking Europea): mi paiono due impostazioni diverse del gioco e, proprio per le differenze concettuali tra basket NBA e FIBA (che non voglio rinvangare, per carità), credo che esistano dei giocatori più adatti per un tipo di gioco, come giocatori più adatti per un altro. Ciò non toglie che ci possano essere dei grandissimi interpreti a livello assoluto, ma riflettiamo (dal punto di vista concettuale) ai due fallimenti in NBA di due geni come Djordjevic e Jasikevicius. Ciò è ancora più accentuato dalla delicatezza del ruolo tesso di PG e dalle sue peculiarietà, rispetto agli altri ruoli. Purtroppo è probabile che non avremo mai la dimostrazione contraria, ossia di un ottimo interprete del gioco NBA che fatichi in Europa, per il semplice motivo che l'ottimo interprete NBA in Europa non ci viene.
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by Gerry Donato »

tzara wrote:Di sicuro il Luglio 2004 doveva esser molto caldo!!!


E pensa che danni avrei potuto fare se mi fossi cimentato in questi deliri l'anno prima, ovvero nell'estate record 2003!

tzara wrote:Per Papaloukas, che io stesso definisco un genio assoluto, farei un distinguo (come per la scuola di playmaking Europea): mi paiono due impostazioni diverse del gioco e, proprio per le differenze concettuali tra basket NBA e FIBA (che non voglio rinvangare, per carità), credo che esistano dei giocatori più adatti per un tipo di gioco, come giocatori più adatti per un altro. Ciò non toglie che ci possano essere dei grandissimi interpreti a livello assoluto, ma riflettiamo (dal punto di vista concettuale) ai due fallimenti in NBA di due geni come Djordjevic e Jasikevicius. Ciò è ancora più accentuato dalla delicatezza del ruolo tesso di PG e dalle sue peculiarietà, rispetto agli altri ruoli. Purtroppo è probabile che non avremo mai la dimostrazione contraria, ossia di un ottimo interprete del gioco NBA che fatichi in Europa, per il semplice motivo che l'ottimo interprete NBA in Europa non ci viene.


Discorso da condividere parola per parola. E proprio la relatività del contesto affossa qualsiasi tipo di definizione assoluta o regola che metta tutti d'accordo. D'altronde c'è anche chi sostiene (senza che gli si possa opporre controprova) che se Jordan non fosse finito in quel momento, in quel posto e con quei compagni, non sarebbe stato Jordan...
Last edited by Gerry Donato on 08/08/2007, 1:37, edited 1 time in total.
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by Bonner »

Rocky wrote:Manca il più puro di tutti dietro a Nash e Kidd cioè TJ Ford.

vorrei sapere a distanza di un anno quanti ancora concordino con questa definizione di Rocky(che quando fu fatta sembrava peraltro ineccepibile).. :01:
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by putrido »

Bonner wrote: vorrei sapere a distanza di un anno quanti ancora concordino con questa definizione di Rocky(che quando fu fatta sembrava peraltro ineccepibile).. :01:


Resterebbe condivisibile tutt'ora se guardiamo il mumero di assist ed il miglioramento di toronto da quando c'è lui al comando e non Mike James!
Ma sappiamo che ci sono stati tanti altri cambiamenti...e soprattutto a furia di guardare il mago per un anno intero ci siamo accorti anche dei suoi difetti. Resta comunque un otiimo play-maker giovane che ha ancora tanto da migliorare!
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by Ciombe »

putrido wrote:Resterebbe condivisibile tutt'ora se guardiamo il mumero di assist ed il miglioramento di toronto da quando c'è lui al comando e non Mike James!
Ma sappiamo che ci sono stati tanti altri cambiamenti...e soprattutto a furia di guardare il mago per un anno intero ci siamo accorti anche dei suoi difetti. Resta comunque un otiimo play-maker giovane che ha ancora tanto da migliorare!


Il problema è che Ford a Toronto ha giocato come l'anno prima ci giocava Mike James, ovvero da 2° a volte 1° opzione offensiva, dovuto al fatto che sostanzialmente il gioco dei Raptors era monotematico e concentrato esclusivamente sul gioco a due tra il play e il lungo bloccante.

Non vorrei dire cazzate, ma se si potesse conteggiare il tempo che i giocatori passano con la palla in mano, forse Ford sarebbe il numero uno assoluto in NBA forse dietro solo a Nash o Kobe.
E facendone un discorso solo di Raptors, direi che Ford aveva in mano il pallone per un buon 30% del tempo di possesso di palla, con un 30% a Bosh e il restnate 40% diviso negli altri componenti del team di cui calderon, altro play, avrebbe avuto all'incirca una % del 10/15%.

In pratica abbiamo avuto un Ford da 18+8 a gara, ma spersonalizzato e a mio avviso poco efficace a fini del gioco di squadra.
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by Da Brawl »

putrido wrote:Resterebbe condivisibile tutt'ora se guardiamo il mumero di assist ed il miglioramento di toronto da quando c'è lui al comando e non Mike James!
Ma sappiamo che ci sono stati tanti altri cambiamenti...e soprattutto a furia di guardare il mago per un anno intero ci siamo accorti anche dei suoi difetti. Resta comunque un otiimo play-maker giovane che ha ancora tanto da migliorare!


Sicuramente, ma secondo me il salto di qualità (intendo in playmaking) lo può fare con un allenatore che non sia Sam Mitchell, amico dei giocatori, motivatore quanto vi pare, ma abbastanza scadente nel far crescere tecnicamente i giocatori. Un elemento di stampo europeo nello staff secondo me potrebbe fare bene a tutti, sia ai giocatori che all'allenatore...
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by levis66 »

Da Brawl wrote:Sicuramente, ma secondo me il salto di qualità (intendo in playmaking) lo può fare con un allenatore che non sia Sam Mitchell, amico dei giocatori, motivatore quanto vi pare, ma abbastanza scadente nel far crescere tecnicamente i giocatori. Un elemento di stampo europeo nello staff secondo me potrebbe fare bene a tutti, sia ai giocatori che all'allenatore...


Un nome a caso...? Ettore Messina. :applauso:
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by ShOwmeHOw2play »

Bonner wrote: vorrei sapere a distanza di un anno quanti ancora concordino con questa definizione di Rocky(che quando fu fatta sembrava peraltro ineccepibile).. :01:


Mi ero un po' perso questo topic, ma ora più che mai questa domanda è d'attualità.

Possibile che un giocatore, che un anno prima era da tutti considerato un play vero, dopo 2 stagioni è diventato una comboguard e un portatore di palla che non fa girare la squadra al meglio ?

E allora mi viene un'altra domanda. Quanto un play è vero perchè l'allenatore lo rende vero ?

TJ Ford si è imho snaturalizzato con Mitchell e proprio perchè non è un play con le caratteristiche che chiede il coach di Toronto si vede costretto a trattenere molto più del dovuto il pallone, come giustamente dice Ciombe sotto.

Altro esempio, Deron Williams. E' nato ottimo giocatore, e gioca nella squadra che fu di Stockton, forse il miglior play puro degli ultimi 20 anni. E, guarda caso, con il suo stesso allenatore, quello Sloan che tende a usare molto ragionamento nei giochi offensivi e utilizza molto il P&R, cosa in cui Utah eccelle da sempre. Siamo sicuri che in un contesto come Toronto, anche Deron non sarebbe un giocatore diverso e considerato magari una comboguard ? Magari con risultati migliori di TJ, non lo so, ma comunque un "rallentatore di fluidità offensiva" se mi passate il termine.

In sostanza, ogni giocatore nasce con le proprie caratteristiche, ma nei play, più che in tutti gli altri ruoli, queste caratteristiche vanno in contrapposizione con le caratteristiche dei coach. E quanto più le caratteristiche coincidono (Nash-D'Antoni), tanto più l'equazione è vincente. Contrariamente, se le caratteristiche si respingono (Mitchell-TJ), ecco che l'equazione inizia a fare acqua...

Cosa ne pensate voi ?  E' solo il mio delirio delle 17.15??  :lmao:
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Re: Il Ruolo Del Playmaker

Post by TheHitman »

ShOwmeHOw2play wrote:
Altro esempio, Deron Williams. E' nato ottimo giocatore, e gioca nella squadra che fu di Stockton, forse il miglior play puro degli ultimi 20 anni. E, guarda caso, con il suo stesso allenatore, quello Sloan che tende a usare molto ragionamento nei giochi offensivi e utilizza molto il P&R, cosa in cui Utah eccelle da sempre. Siamo sicuri che in un contesto come Toronto, anche Deron non sarebbe un giocatore diverso e considerato magari una comboguard ? Magari con risultati migliori di TJ, non lo so, ma comunque un "rallentatore di fluidità offensiva" se mi passate il termine.



Penso che hai perfettamente ragione, ed hai preso il giocatore ideale per fare questo tipo di confronto. Deron ha una grande lettura del gioco di Sloan, un'intelligenza cestistica che lo rendono perfetto per giocare da play puro in una squadra come Utah: è un "unselfish player" , e per di più eccellente. Però avrebbe tutte le carte in regola per fare 30 punti a partita secondo me: una parte superiore del corpo forte come poche tra gli esterni NBA, una grande abilità in penetrazione e una spiccata volontà di cercare il contatto in area. Ma anche un ottimo tiro dalla media e dal perimetro. In teoria potrebbe essere la guardia perfetta!
Questi cambiamenti nel modo di giocare sono evidenti già da molto tempo: Penny Hardaway aveva iniziato la carriera da point guard per essere trasformato a cavallo del nuovo millennio in una shooting guard, stesso discorso per Iverson, che è riuscito così a sublimare il proprio gioco. Altri hanno fatto il percorso inverso, tanto è labile il confine tra i due ruoli. Arenas, (che comunque gioca per Jordan che usa la Princeton), è utilizzato principalmente da play, anche se avrebbe tutte le caratteristiche della shooting guard.
Poi una piccola osservazione: Tony Parker è molto più playmaker di quanto generalmente non si tenda a considerarlo, e secondo me i miglioramenti, avvenuti dal secondo anno in poi, in attacco ed al tiro sono dovuti soprattutto ad una miglior lettura delle situazioni di gioco ed un'ottima selezione di tiro più che ad una tendenza "intrinseca" all'andare a punto.
"Ogni maledetta domenica si vince o si perde, ma l'importante è vincere o perdere da uomini"

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