Comunque è tutta colpa di LeBron.
E' evidente che il sistema NBA disegnato da Stern dagli anni '80 è saltato in aria la scorsa estate (ma il fenomeno è corposo da qualche anno) nel momento in cui LeBron ha lasciato solo laghi e centri commerciali a Cleveland.
Se un piccolo mercato del genere non è più in grado non solo di attrarre ma nemmeno di mantenere i grandi giocatori di altissimo livello, vuol dire che il meccanismo democratico della NBA, capolavoro storico del commissioner, non funziona più.
Il lockout è stato sì motivato da ragioni di soldi e fette di torte, ma non meno rilevanti (anzi!) erano le ragioni dei piccoli proprietari a cui si è accesa la lampadina vedendo le fughe nel giro di pochi mesi di LeBron, Bosh, Melo e Deron da "piccoli mercati" a certe piazze dell'Est.
Ed ecco che, a lockout terminato, si è presentata subito l'occasione per dare un segnale di tendenza puramente politico con CP3 e New Orleans.
Poi il giudizio tecnico del confronto tra la trade coi Lakers (buona, ma con precise caratteristiche) e quella coi Clippers (buona, ma con altre precise caratteristiche) viene molto dopo (io non vedo grandi differenze nella sostanza, ma semplicemente nella concezione e negli obiettivi delle due trade).
A livello formale è tutto falsato da un'anomalia clamorosa (New Orleans commissariata), che non vorrei venga politicamente strumentalizzata e tenuta in vita proprio per fuffate di questo genere, che sono solo dimostrazioni di trend politico (Basketball reasons?
).