Milwaukee Brewers
Posted: 17/11/2011, 19:44
in attesa di inserire le foto.
Milwaukee Brewers:
I Brewers sono la franchigia di Milwaukee, città sul lago Michigan, capitale dello stato dei mille laghi, il Wisconsin, noto per le riserve di caccia, i formaggi, le salsicce e i Packers, la mitica squadra di football di Green Bay. Milwaukee è pure la cittadina di Fonzie e compagni, la tipica città media americana dove i giorni “sono tutti Happy Days” per dirla con Homer Simpson.
La storia del baseball a Milwaukee è affascinante e travagliata come si conviene ad una storia d’amore.
I Milwaukee Brewers furono una delle originarie otto squadre a prendere parte all'American League nell'anno di nascita, il 1901.
Il nome Brewers, “produttori di birra”, deriva dalla presenza in zona di grande industrie produttrici di quel prelibato nettare ambrato. Dopo una sola stagione la franchigia fu spostata a St.Louis dove prese il nome di St.Louis Browns.
Più di 50 anni dopo, nel 1953, il grande baseball tornò in Winsconsin, i Braves, infatti, lasciarono Boston e si trasferirono al nuovissimo County Stadium.
La città era affamata di baseball e non poteva essere altrimenti, visto il prolungato e forzato digiuno; quasi due milioni di spettatori salutarono il ritorno delle leghe maggiori in città, trascinando la squadra al secondo posto della lega con un record di 92-62.
I Braves lasciarono Milwaukee, attirati dai soldi e dal mercato di Atlanta nel 1965, nonostante la comunità li accusasse di “alto tradimento” e una causa intentata da un venditore di macchine usate, tal Bud Selig (..) uno degli uomini più brutti della storia, li obbligasse a rimanere per una stagione in più in città, ma da “separati in casa”.
Ancora una volta la MLB voltò le spalle alla città di Milwaukee, ma, cinque anni dopo, l'espansione della American League portò alla nascita dei Kansas City Royals e dei Seattle Pilots. La città di Seattle ben presto non si dimostrò (ancora) all'altezza di sostenere una squadra professionistica di baseball, perciò i Pilots, dopo una sola stagione e con la seconda alle porte, si trasferirono in fretta e furia a Milwaukee dove ripresero il nome dell'originale squadra del luogo, Brewers, appunto.
Il fautore di questa “relocation” e nuovo proprietario dei Brewers fu lo stesso Bud Selig, ora commissioner della MLB in odore di buen ritiro.
I Brewers vennero collocati nella American League e disputarono 18 stagioni nel “junior circuit”, disputando una serie mondiale nel 1982 trascinata dal 2 volte MVP Robin Yount, persa in una drammatica gara 7 contro i Cardinals.
La squadra del 1982 è sicuramente entrata nell’immaginario collettivo dei tifosi dei Brewers e Vucovich, Rollie Fingers, Simba Simmons, Gorman Thomas, Cecil Cooper, nonché l’HOF Paul Molitor, i cosiddetti “Harvey Wallbangers”, sono entrati nel cuore dei tifosi che, addirittura, dedicarono loro la “parata” dei vincitori, quando tornarono, sconfitti, dalla sfida contro i Cardinals.
Dopo questa grande esperienza e il declino di quel gruppo, arrivarono tante stagioni anonime, interrotte solo dalle battute del più famoso e divertente dei commentatori radiofonici, il Bob Uecker di “Major Leagues”, e da qualche high light come la no hitter di Juan Nieves, conclusa da una grande presa all'esterno centro del solito Yount.
In seguito ci fu la nuova espansione della lega, che fece sì bisognasse spostare una franchigia da una lega all’altra. Dopo il rifiuto dei Royals la palla passò ai Brewers, che furono ben felici di traslocare (“we’re taking this thing national”), nel 1998, nella National League Central.
I Brewers sono quindi l’unica squadra ad aver militato nelle due leghe e l’unica ad aver vinto una partita, almeno, contro tutte le franchigie ora in MLB, e, da quest’anno, ad aver conquistato un titolo divisionale in entrambe i circuiti.
Nel 2001 un altro accadimento decisivo nella storia della franchigia, l’inaugurazione del Miller Park, lo splendido stadio dal tetto retrattile a protezione dal volubile, e spesso inclemente, tempo del Wisconsin.
Nel 2004 Bud Selig vende la franchigia col payroll (e i risultati) più basso della lega al gruppo di Mark Attanasio, investitore californiano che fiuta l’affare: la squadra è tremenda ma nella farm sta vendendo su un bel gruppo di giovani: Prince Fielder, Rickie Weeks, Corey Hart, JJ Hardy e poi Ryan Braun, Yovani Gallardo, saranno l’asse che riporterà, nel 2008 i Brewers ai playoff dopo un digiuno di più di un quarto di secolo.
L’appetito vien mangiando, e dopo un paio di stagioni interlocutorie, da ricordarsi solo per la salvezza numero 600 di Trevor Hoffman ottenuta al Miller Park, il 2011 è l’anno in cui il GM Doug Melvin va “all in”. La Farm viene smantellata, ma in cambio di un pezzo di futuro, arrivano in Wisconsin Shaun Marcum e Zack Greinke, nonché Takashi Saito, Nyjer Morgan e Yuni Betancourt, senza dimenticarsi gli arrivi a stagione in corso anche di Francisco “K-Rod” Rodriguez e Jerry Hairston Jr.
I Brewers, con un estate scintillante, vincono il titolo divisionale dopo 29 anni, trascinati da Braun e Fielder e ancorati ad un bullpen che, dopo lo sfortunato opening day a Cincinnati, non si fa sfuggire un vantaggio in tutta la stagione. Il giovane closer Axford stabilisce un record dopo l’altro e la squadra sembra seguire la scia dei cugini Packers, campioni del mondo NFL qualche mese prima. Dopo il passaggio alle NLCS a scapito dei DBacks, superati agli extra inning di gara 5 da un RBI single di Njyer Morgan che è già un classico, i sogni di ritornare alle WS si infrangono contro i Cardinals che, in sei partite, dimostrano di essere superiori ai Brewers in ogni aspetto del gioco.
Sarà l’inizio di una nuova “Legacy” o il culmine finale di un ciclo? La stagione 2012 ci darà le risposte, e noi saremo qui su Play.it a seguirla, dal giorno dopo la fine delle World Series.
Milwaukee Brewers:
I Brewers sono la franchigia di Milwaukee, città sul lago Michigan, capitale dello stato dei mille laghi, il Wisconsin, noto per le riserve di caccia, i formaggi, le salsicce e i Packers, la mitica squadra di football di Green Bay. Milwaukee è pure la cittadina di Fonzie e compagni, la tipica città media americana dove i giorni “sono tutti Happy Days” per dirla con Homer Simpson.
La storia del baseball a Milwaukee è affascinante e travagliata come si conviene ad una storia d’amore.
I Milwaukee Brewers furono una delle originarie otto squadre a prendere parte all'American League nell'anno di nascita, il 1901.
Il nome Brewers, “produttori di birra”, deriva dalla presenza in zona di grande industrie produttrici di quel prelibato nettare ambrato. Dopo una sola stagione la franchigia fu spostata a St.Louis dove prese il nome di St.Louis Browns.
Più di 50 anni dopo, nel 1953, il grande baseball tornò in Winsconsin, i Braves, infatti, lasciarono Boston e si trasferirono al nuovissimo County Stadium.
La città era affamata di baseball e non poteva essere altrimenti, visto il prolungato e forzato digiuno; quasi due milioni di spettatori salutarono il ritorno delle leghe maggiori in città, trascinando la squadra al secondo posto della lega con un record di 92-62.
I Braves lasciarono Milwaukee, attirati dai soldi e dal mercato di Atlanta nel 1965, nonostante la comunità li accusasse di “alto tradimento” e una causa intentata da un venditore di macchine usate, tal Bud Selig (..) uno degli uomini più brutti della storia, li obbligasse a rimanere per una stagione in più in città, ma da “separati in casa”.
Ancora una volta la MLB voltò le spalle alla città di Milwaukee, ma, cinque anni dopo, l'espansione della American League portò alla nascita dei Kansas City Royals e dei Seattle Pilots. La città di Seattle ben presto non si dimostrò (ancora) all'altezza di sostenere una squadra professionistica di baseball, perciò i Pilots, dopo una sola stagione e con la seconda alle porte, si trasferirono in fretta e furia a Milwaukee dove ripresero il nome dell'originale squadra del luogo, Brewers, appunto.
Il fautore di questa “relocation” e nuovo proprietario dei Brewers fu lo stesso Bud Selig, ora commissioner della MLB in odore di buen ritiro.
I Brewers vennero collocati nella American League e disputarono 18 stagioni nel “junior circuit”, disputando una serie mondiale nel 1982 trascinata dal 2 volte MVP Robin Yount, persa in una drammatica gara 7 contro i Cardinals.
La squadra del 1982 è sicuramente entrata nell’immaginario collettivo dei tifosi dei Brewers e Vucovich, Rollie Fingers, Simba Simmons, Gorman Thomas, Cecil Cooper, nonché l’HOF Paul Molitor, i cosiddetti “Harvey Wallbangers”, sono entrati nel cuore dei tifosi che, addirittura, dedicarono loro la “parata” dei vincitori, quando tornarono, sconfitti, dalla sfida contro i Cardinals.
Dopo questa grande esperienza e il declino di quel gruppo, arrivarono tante stagioni anonime, interrotte solo dalle battute del più famoso e divertente dei commentatori radiofonici, il Bob Uecker di “Major Leagues”, e da qualche high light come la no hitter di Juan Nieves, conclusa da una grande presa all'esterno centro del solito Yount.
In seguito ci fu la nuova espansione della lega, che fece sì bisognasse spostare una franchigia da una lega all’altra. Dopo il rifiuto dei Royals la palla passò ai Brewers, che furono ben felici di traslocare (“we’re taking this thing national”), nel 1998, nella National League Central.
I Brewers sono quindi l’unica squadra ad aver militato nelle due leghe e l’unica ad aver vinto una partita, almeno, contro tutte le franchigie ora in MLB, e, da quest’anno, ad aver conquistato un titolo divisionale in entrambe i circuiti.
Nel 2001 un altro accadimento decisivo nella storia della franchigia, l’inaugurazione del Miller Park, lo splendido stadio dal tetto retrattile a protezione dal volubile, e spesso inclemente, tempo del Wisconsin.
Nel 2004 Bud Selig vende la franchigia col payroll (e i risultati) più basso della lega al gruppo di Mark Attanasio, investitore californiano che fiuta l’affare: la squadra è tremenda ma nella farm sta vendendo su un bel gruppo di giovani: Prince Fielder, Rickie Weeks, Corey Hart, JJ Hardy e poi Ryan Braun, Yovani Gallardo, saranno l’asse che riporterà, nel 2008 i Brewers ai playoff dopo un digiuno di più di un quarto di secolo.
L’appetito vien mangiando, e dopo un paio di stagioni interlocutorie, da ricordarsi solo per la salvezza numero 600 di Trevor Hoffman ottenuta al Miller Park, il 2011 è l’anno in cui il GM Doug Melvin va “all in”. La Farm viene smantellata, ma in cambio di un pezzo di futuro, arrivano in Wisconsin Shaun Marcum e Zack Greinke, nonché Takashi Saito, Nyjer Morgan e Yuni Betancourt, senza dimenticarsi gli arrivi a stagione in corso anche di Francisco “K-Rod” Rodriguez e Jerry Hairston Jr.
I Brewers, con un estate scintillante, vincono il titolo divisionale dopo 29 anni, trascinati da Braun e Fielder e ancorati ad un bullpen che, dopo lo sfortunato opening day a Cincinnati, non si fa sfuggire un vantaggio in tutta la stagione. Il giovane closer Axford stabilisce un record dopo l’altro e la squadra sembra seguire la scia dei cugini Packers, campioni del mondo NFL qualche mese prima. Dopo il passaggio alle NLCS a scapito dei DBacks, superati agli extra inning di gara 5 da un RBI single di Njyer Morgan che è già un classico, i sogni di ritornare alle WS si infrangono contro i Cardinals che, in sei partite, dimostrano di essere superiori ai Brewers in ogni aspetto del gioco.
Sarà l’inizio di una nuova “Legacy” o il culmine finale di un ciclo? La stagione 2012 ci darà le risposte, e noi saremo qui su Play.it a seguirla, dal giorno dopo la fine delle World Series.