Boston Red Sox
Posted: 14/10/2011, 23:01
Un filo rosso ci porta dall'ottobre 2010 all'ottobre 2011.
Nel mondo dei Red Sox è successo davvero di tutto.
La scorsa stagione, 2010, si era conclusa con 89 W e senza playoff. Una squadra costruita per difendere, aveva finito, invece, per segnare tantissimo. Tutto ciò nonostante una serie impressionante di infortuni: Jacoby Ellsbury, Kevin Youkilis, Dustin Pedroia, Clay Buchholz, Victor Martinez, JD Drew, solo per citarne alcuni. Erano stati persi per infortunio oltre 1000 giorni di playing time. Era stato ancora peggio della disastrosa stagione 2006 (primi di tutta la MLB all'All Star Game e poi fuori dai playoff per infortuni chiave a Jason Varitek, Coco Crisp, Trot Nixon e Manny Ramirez) quando per la prima volta in quattro anni non riuscirono a segnare 900 runs, come avevano fatto dall 2003 al 2005.
E così Theo Epstein si era buttato nell'inverno 2010-2011 cercando - comunque - di migliorare la squadra. Il ritiro di Mike Lowell e la non riconferma di Adrian Beltre e Victor Martinez avevano aperto la strada ad una ristrutturazione del lineup e dell'infield.
In sei esplosivi giorni erano arrivati Adrian Gonzalez, lo slugger prima base di San Diego in uno scambio, e Carl Crawford, l'esterno sinistro di Tampa Bay come free agent con un contratto settennale da 142 milioni di dollari. La firma di Jason Varitek, la guarigione di Jed Lowrie, quella di Jacoby Ellsbury, la fiducia in Jarrod Saltalamacchia, il recupero degli infortunati Dustin Pedroia e Kevin Youkilis avevano creato enormi aspettative. C'erano pure JD Drew, Marco Scutaro, David Ortiz e Mike Cameron a creare un parco battitori entusiasmante.
Il bullpen era stato rinforzato con l'arrivo di Randy Williams, Rich Hill, Lenny DiNardo, Matt Albers, Dan Wheeler e Bobby Jenks. Si aggiungevano a Jonathan Papelbon e a Daniel Bard, intoccabili closer e setup man.
La rotazione si presentava formidabile con Lester-Beckett-Lackey-Buchholz-Matsuzaka. Tim Wakefield, Andrew Miller ed alcuni giovani erano pronti in caso di problemi.
Ed anche la farm si presentava ricca di prospetti, alcuni pronti a contribuire fin da subito.
La stagione però era iniziata molto male, 0-6, con sweep subite a Texas ed a Cleveland. Avevano vinto l'Opening Day a Fenway Park contro gli Yankees, zoppicato fino al 2-10 e poi erano finalmente esplosi. Erano letteralmente volati in maggio, giugno, luglio ed agosto. Il 31 agosto dopo un 9-5 sugli Yankees i Red Sox erano 83-52, 31 partite sopra il .500, essendo andati 81-42 (un ritmo da 107 W) e si avviavano a disputare un settembre tranquillo in preparazione dei playoff. Ci sarebbe stata la lotta per la vittoria della divisione, ma poco altro. Rays ed Angels troppo lontani per poter pensare ad una rimonta per il posto della wild card.
Invece un calo di forma, altri infortuni, la "giusta" dose di sfortuna avevano riaperto la classifica. L'arrivo di Erik Bedard e i miracoli di Alfredo Aceves non erano bastati, le sempre meno frequenti esplosioni dell'attacco e la scomparsa dei big inning da sei-sette-otto punti avevano fatto il resto. Alla penultima giornata Tampa Bay e Boston erano - incredibilmente - alla pari. Boston era andata 7-19 in settembre permettendo ai Rays una pazzesca rimonta.
L'ultima notte - vissuta in diretta video-pc-radio-forum - aveva visto Tampa rimontare da 0-7 contro gli Yankees (HR del pareggio di Dan Johnson (.108) con due out nel nono per forzare gli extras, dove Evan Longoria l'avrebbe vinto con una linea nel buco dell'esterno sinistro del Trop) e Boston, nella persona di Jonathan Papelbon, perdere - per la prima volta in stagione - un vantaggio dopo l'ottavo inning e di conseguenza partita e possibilità dello spareggio a Baltimore.
Insomma un collasso che ha il gusto amarissimo di un frullato mix 1949-1978-1986-2003.
Le conseguenze della sconfitta e dell'eliminazione sono pane quotidiano.
Il Terrore.
La ghigliottina.
A Terry Francona, il manager, non è stato rinnovato il contratto.
Theo Epstein, il GM, sta accettando un'offerta dei Chicago Cubs per tentare un'altra impresa impossibile.
Altri coach sono stati cacciati.
Storie di tutti i colori (vere, false, poco importa) sono state sbattute sulle pagine dei giornali, le radio impazziscono di telefonate di tifosi inviperiti.
La città, nonostante i Bruins siano i campioni in carica della NHL e nonostante una discreta edizione dei Patriots, è ossessionata dai Red Sox.
The city is obsessed.
Il front office ha lasciato trapelare - ad arte - notizie per denigrare, per umiliare, per rovinare tutti coloro che stanno lasciando l'organizzazione.
Una vergogna.
La stampa non aspettava altro, soprattutto a Boston, e si è gettata su queste "notizie".
Ed il front office non sta negando nulla.
Un imbarazzante ed inconcepibile silenzio.
Che è chiaramente meglio di questa mostruosità qui sotto, appena uscita.
Red Sox principal owner John Henry, in an appearance on CBS Radio, said that the signing of outfielder Carl Crawford to a seven-year, $142 million contract was a decision driven purely by baseball rather than concern about declining TV ratings. Indeed, Henry suggested that the Sox were convinced that the drop in NESN ratings was the result of changes to the people meter that measures TV audiences. That being the case, Henry said that the decision to sign Crawford was driven by a desire to improve the competitiveness of his team.
Indeed, Henry made clear that he opposed the signing, but that he deferred to the desire of baseball operations to add a player who could impact the team's on-field competitiveness.
"[Crawford was] definitely a baseball signing. In fact, anyone involved in the process, anyone in upper management with the Red Sox will tell you that I personally opposed that," said Henry. "We had plenty of left-handed hitting. I don’t have to go into why. I’ll just tell you that at the time I opposed the deal, but I don’t meddle to the point of making decisions for our baseball team. ... It wasn’t a PR move. Neither was the [Adrian] Gonzalez signing."
Il silenzio dovevano romperlo per negare le storie, non per dire che lui, il proprietario, era contro la firma di Crawford.
E adesso lo dici?
ADESSO?
Dopo che ha vauto l'annata che ha avuto?
Bel voto di confidenza a Carwford...
John W Henry non cambiare le carte in tavola.
Larry Lucchino ha appena detto - alla radio - che erano TUTTI D'ACCORDO di firmarlo.
A Boston questi giochetti non funzionano, ma dai, da nessuna parte funzionano.
Siate uomini, cazzo!
Lo so.
Non è il solito primo post celebrativo.
Ho controllato, le sette World Series sono ancora buone.
Il 2004 è realmente successo.
Ma il momento è quello che è.
Di merda.
Alta fino al ginocchio.
Ora cosa succederà?
Serve che il proprietario dica la verità. e non parli a vanvera.
Serve un GM.
Serve un manager.
Serve un catcher.
Serve decidere la sorte di Jonathan Papelbon e di David Ortiz.
Serve decidere che cosa fare di John Lackey.
Serve decidere che cosa fare di Josh Beckett.
Serve che Carl Crawford si decida a giocare a baseball (dopo che Henry ha detto che lui non lo avrebbe firmato).
Il lineup resta molto forte, la farm pure, ma ci sono tante cose da sistemare.
Una soprattutto.
Altro che birra, pollo e patatine, videogames, amanti segrete e tutto il resto.
Non serve il collante, lo spirito, la chimica di squadra.
Tito poteva pure restare.
Il problema non è quello.
Serve una cosa, soprattutto, una cosa che da tre anni non va (4.63, 4.17, 4.49).
Serve una rotazione!
Can they fix it?
Non sarà un bell'inverno.