La prima storia di cui voglio parlare esula da contenuti prettamente tecnici e assume tinte diverse, considera anche aspetti storici e sociali.
Stati Uniti, 1966, siamo nel pieno della segregazione razziale, gli afroamericani lottano ancora per un posto nell'autobus, il sud della nazione è ancora spaccata da contrasti etnici e da profonda intolleranza.
Anche la pallacanestro segue questa tendenza, il college è quasi ancora ad appannaggio esclusivo dei giovani rampolli bianchi ed abbienti, in particolare nel sud vi sono ancora dei team che precludono l'ingresso ai giocatori di colore.
Tuttavia vi sono comunque i segni di un grosso cambiamento, ad esempio nel football con le prime stelle collegiali di colore, come Jim Brown ed Ernie Davis, il primo giocatore di colore nella storia a vincere il premio Heisman (consiglio il film The Express)
Agli arbori della stagione 1965-1966 i favori del pronostico erano tutti per i Kentucky Wildcats, guidati dal leggendario coach, il "Barone" Adolph Rupp, famoso oltre che per i risultati ottenuti dai propri team, anche per il sospetto malcelato di una certa tendenza al razzismo, tesi che poteva essere parzialmente confermata dalla sola presenza di giocatori bianchi negli anni spesi sulla panchina a Lexington (precisazione, nel 1969 reclutò il primo prospetto di colore). Inoltre un'altra tra le grandi favorite, i Duke Blue Devils, confermavano la tradizione conservatrice del North Carolina, proponendo un quintetto solo di caucasici agli ordini del mitico Vic Bubas.
Nello stesso anno un college delle Independents Texas Western (ora UTEP) proponeva un quintetto costituito da soli giocatori di colore, reclutati da coach Don Haskins prevalentemente da città del nord degli Stati Uniti, di cui ricordiamo i nomi:
Bobby Joe Hill
Orsten Artis
Nevil Shed
David Lattin
Willie Cager
Agli arbori di marzo, al momento di comporre i team partecipanti al torneo i primi tre team erano nell ordine Kentucky (23-1), e Duke (23-3) e
Texas Western (23-1)
La strada per le final four per i Miners fu irta di difficoltà, sia nelle Sweet 16 contro Cincinnati che in particolare alle finali del regionals contro una corazzata come Kansas, dove Texas Western ottenne una soffertissima vittoria dopo due supplementari grazie al tap in di Willie Cager.
Così alle final four si ritrovarono Utah, Texas State, Duke e Kentucky.
I miners vinsero lo scontro contro Utah del mitico Jerry Chambers ( nominato MOP del torneo nonostante l'uscita prematura), mentre Kentucky vinse contro Duke quella che agli occhi dell'intero panorama cestistico collegiale suonava come una finale annunciata.
Così, ironia della sorte si trovarono di fronte due team agli estremi, in una dicotomia di filosofia e di cultura che veniva ancora più enfatizzata dal momento storico ed culturale che stava spazzando gli USA.
Il risultato fu sorprendente e clamoroso con i miners a vincere il primo ed unico titolo della storia di Texas Western (UTEP) con un perentorio 72-65. Alcuni momenti salienti della gara restano ancora impressi agli occhi degli appassionati più anziani ed old fashioned...le due palle rubate consecutive di Bobby Hill e la schiacciata di David Lattin in testa ad una delle stelle dei Wildcats Pat Riley ( Si, proprio lui, l'attuale presidente degli Heats e vincitore plurimo di anelli nonchè protagonista di un'era conosciuta come quella dello showtime).
Questa storia meritava di iniziare questo topic, perchè non si tratta del solito underdog così comune nell'NCAA, ma di una vicenda che ha sancito l'inizio di una nuova era, non solo sportiva per una grande nazione in pieno fermento culturale.
La storia spesso influenza lo sport con i suoi mutamenti...ma a volte è proprio lo sport a scrivere la storia.