joesox wrote:
Gex, ma aspetta di leggere almeno!
Bologna, 1° maggio 2010
Terzo Play.it All Star Game
...
Qualcuno ha detto: “Ho le lacrime agli occhi”
Credo fosse per il dolore che gli hanno provocato le orecchie durante l’inno americano.
Primo maggio 2010. Bologna. Siamo tutti comunisti americani.
Bologna ci accoglie a braccia aperte.
Città calda e calorosa. Saporita e gastronomica.
Ospitalità senza limiti per una combiccola di matti che sta aumentando di dimensioni.
Il Baravelli è bellissimo, circondato di verde, illuminato da un caldo sole che ci accompagna per tutto il giorno; la pioggia arriverà tardissimo, nella notte, e non rovinerà la giornata di nessuno. Oramai i cibi arrivati da ogni angolo d’Italia sono finiti dove meritavano.
E poi, la pioggia, ritornerà nel pomeriggio di domenica, anche allora tardi, quando la visita nel cuore felsineo di questa città viva e pulsante è ormai finita. Guidati da un cicerone che non ho trovato neppure al Louvre.
Donne, ragazze, bambini e bambine distese e rilassate in campo destro, lontani da rischi di battute che nessuno farà mai, assistono con interesse, ma con il giusto distacco, alla terza sfida tra American League e National League.
Per tutti noi è un’emozione il solo fatto di essere in campo, di poterci giocare su quel diamante magico. Di poter diventare, per tre ore, Santana e Jeter, Victor e Albert, Nick Punto e Zach Greinke.
Ma soprattutto c’è quella magia, quel cadere – in un attimo – nella quotidianità, nella complicità, nella semplicità, nell’immediatezza di stare insieme a persone praticamente mai viste, ma con le quali stiamo semplicemente bene insieme.
Dove ci si accetta come si è.
Dove ci si siede a pranzo o a cena come fossero familiari che vediamo ogni giorno.
C’è, come sempre, il rammarico di non poter spendere più tempo con tutti.
Il tempo scorre veloce, denso di parole, racconti ed emozioni.
Lodi, Brescia, Torino, Verona, Prato, Genova, Udine, Milano, Bologna, Bolzano, Pavia e tutti gli altri posti piccoli e grandi dai quali siamo arrivati. Ed ancora Roma, Bologna e Genova da dove alcuni non ce l'hanno fatta.
E la partita?
La partita sta diventando sempre più un episodio da "Field of Dreams" dove uomini in bianco appaiono quasi dal nulla (una pizzeria in realtà) e si divertono sul campo. Dove il punteggio è importante ma nessuno lo considera decisivo. Dove tutti speriamo, nello stesso momento, in un no-hitter di Pelato ed in un fuoricampo del_Jasone, premiato come Rookie of the Game. Dove vorremmo il 5-5 di Lephio, All Star Game MVP, e l'out finale dietro la schiena di IBJ.
Qualcosa c'è, qualcosa no, ma non importa.
Io so che in difesa, noi della AL (e posso finalmente usare il noi) abbiamo fatto ridere per due inning e la NL è andata avanti 4-1. Poi i gemelli genovesi (o forse "sono padre e figlio?" mi chiede un innocente bimbo) prendono in mano la partita e scriviamo tre "crooked numbers" in fila. Dopo cinque inning siamo 10-4, dopo sette siamo 12-4. Poi si trema e la NL segna 4 volte nel nono, ma poi la porta si chiude. Senza dover andare al bullpen.
Qualche immagine tra le mille che affollano la mente.
Pixi che alza una candela a basi piene e perde l'occasione di rivincere l'MVP. Ivers che si addormenta in terza, io che mando Jocker a morire in un doppio gioco unassisted, ma era giusto rischiare, mi dico. Webba mette giù una perfetta smorzata con due out. Shilton fa brillare il guanto zingareggiando da destra a sinistra, ormai è pronto per giocare in seconda. Dario Hambro mostra un braccio insospettabile. Tasco is just cool, arriva, gioca, smazza, prende il treno, come negli Anni Venti. Hobbit che mostra giudizio e la OBP sale. Detto dell'out, IBJ va pure 3-4.
Sberl è la solita roccia (in bocca al lupo per il lavoro!), Louis un vero gentleman che mostra la via ai suoi e che va 3-4. Come 3-4 va il bolognese, trascina la mazza verso il piatto come uno degli Orsi di Walter Matthau, è già una leggenda, il nostro rookie! Gary, che fa da ospite, autista, padrone di casa, cuoco, e salva un out con il grande ennesimo tuffo. Phillies, 2-4, motorino elettrico, mi chiedo se si fermi mai. Pelato, un vero horse, lancia sette inning, che potrebbero essere anche settanta, l'uomo senza pitch count. E poi le due coppie padre figlio, con i due ragazzini che smazzolano alla grande: i più preparati tecnicamente. Un abbraccio a Doc J.
Un saluto a gex e MAX.
Una giornata meravigliosa!
Siamo il giocattolo più bello che abbiamo mai avuto!
Appuntamento alla quarta edizione...
Val Trompia? Cuneo? Liguria? Toscana?
Da qualche parte finiremo...
Ma Koper, quanto manager è!
