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E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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NckRm
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Re: Message in a bottle..

Post by NckRm »

Nuvole chissà da dove, vento chissà verso cosa e freddo chissà per quanto. Gelidi i piedi come i comportamenti. Odia il prossimo tuo, canis canem edit, homo homini lupus e l'animale socievole di 'stocazzo. La società non è diversa da quella di ere geologiche fa, è solo più subdola. Il leone adesso non insegue più la gazzella, non si acquatta nell'erba alta controvento. No. Ora il leone si compra un bel vestito, un'automobile sportiva, un dopo-barba che ricorda vagamente qualche amaro alle erbe, si pettina la criniera con ettolitri di morchia e sfoggia un sorriso tanto piacevole quanto ipocrita. La gazzella non scappa nemmeno più, poverina. Non si rende conto che sotto a quel bizzarro travestimento c'è quel testa di cazzo del leone. La gazzella si fida, lo avvicina, arriva perfino ad offrirgli lei un caffé perchè poverino, non si è portato dietro gli spicci. E mentre la gazzella si fida  così dal nulla il leone la azzanna. Ecco la grande evoluzione! Ormai non si caccia più perchè c'è bisogno, perchè se ricomincia a piovere nessuna gazzella andrà più a bere in quella lurida pozza. Ormai il leone le addomestica le gazzelle, se le tiene vicino e le assaggia quando passa dal ginger & ale al Glen Grant on the rocks. Dopotutto è sempre una questione di alcoolici. Il tutto sperando che una leonessa il più figa possibile gliela dia.
Ma in tutto ciò che speranze ha la gazzella? Potrebbe vestirsi da leone. Ridere alle sue battute vagamente razziste e spesso piacevolmente spinte. Sì, campare con loro, farsi prendere per il culo perchè l'aria del leone non ce l'ha nemmeno per un pò (grazie al cazzo, è una gazzella), e farsi salire un pò di malinconia liscia col ghiaccio la sera.
Oppure può evitare di frequentare del tutto i leoni, fregarsene di loro e sperare di trovare una cerbiatta che ti faccia sembrare il tutto quasi piacevole.
Oppure, infine, può prendere il primo intercontinentale e cambiare savana, sperando che lì i leoni facciano battute meno razziste.
Almeno quello.
Robyus
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Post by Robyus »

NckRm wrote: Nuvole chissà da dove, vento chissà verso cosa e freddo chissà per quanto. Gelidi i piedi come i comportamenti. Odia il prossimo tuo, canis canem edit, homo homini lupus e l'animale socievole di 'stocazzo. La società non è diversa da quella di ere geologiche fa, è solo più subdola. Il leone adesso non insegue più la gazzella, non si acquatta nell'erba alta controvento. No. Ora il leone si compra un bel vestito, un'automobile sportiva, un dopo-barba che ricorda vagamente qualche amaro alle erbe, si pettina la criniera con ettolitri di morchia e sfoggia un sorriso tanto piacevole quanto ipocrita. La gazzella non scappa nemmeno più, poverina. Non si rende conto che sotto a quel bizzarro travestimento c'è quel testa di cazzo del leone. La gazzella si fida, lo avvicina, arriva perfino ad offrirgli lei un caffé perchè poverino, non si è portato dietro gli spicci. E mentre la gazzella si fida  così dal nulla il leone la azzanna. Ecco la grande evoluzione! Ormai non si caccia più perchè c'è bisogno, perchè se ricomincia a piovere nessuna gazzella andrà più a bere in quella lurida pozza. Ormai il leone le addomestica le gazzelle, se le tiene vicino e le assaggia quando passa dal ginger & ale al Glen Grant on the rocks. Dopotutto è sempre una questione di alcoolici. Il tutto sperando che una leonessa il più figa possibile gliela dia.
Ma in tutto ciò che speranze ha la gazzella? Potrebbe vestirsi da leone. Ridere alle sue battute vagamente razziste e spesso piacevolmente spinte. Sì, campare con loro, farsi prendere per il culo perchè l'aria del leone non ce l'ha nemmeno per un pò (grazie al cazzo, è una gazzella), e farsi salire un pò di malinconia liscia col ghiaccio la sera.
Oppure può evitare di frequentare del tutto i leoni, fregarsene di loro e sperare di trovare una cerbiatta che ti faccia sembrare il tutto quasi piacevole.
Oppure, infine, può prendere il primo intercontinentale e cambiare savana, sperando che lì i leoni facciano battute meno razziste.
Almeno quello.
mi piace questo elemento  :D
Toni Monroe
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Re: Message in a bottle..

Post by Toni Monroe »

E bravo Nick.  :applauso: Potevi frequentare anche il topic dei naufraghi. Lieto, comunque, che adesso scrivi qui.  :cheer:
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Post by NckRm »

Toni Monroe wrote: E bravo Nick.  :applauso: Potevi frequentare anche il topic dei naufraghi. Lieto, comunque, che adesso scrivi qui.  :cheer:
Ho iniziato a scrivere solo quest'anno. E il mio è giusto uno spazio di tempo che mi ritaglio in treno o prima che inizi una lezione. Scrivo in una moleskine nelle pagine che ho già saltato. Insomma, poco e a caso, però scrivo  :thumbup:

Tra parentesi sotto al pezzo che ho appena postato ci sono segnate due notazioni mie in fasi successive:

P.S. Questo probabilmente è uno dei miei peggiori scritti. Spero che non mi venga mai la voglia di rileggerlo

P.P.S. Appena riletto. Fa veramente schifo
Poi stasera mi è balenata l'idea di proporvelo.
Quindi i fatti sono due: o non siete sinceri con i vostri commenti o io ho dei gusti di merda  :lol2:
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Post by Toni Monroe »

Vabbè Dante ancora sta al sicuro, se è quello che vuoi sapere.  :forza: Comunque ha dei bei momenti. Poi essere impietosi con se stessi è il modo migliore per crescere. Che sia per ricevere un complimento qui o per -hai visto mai- pubblicare qualcosa o solo per soddisfazione personale, poco cambia. :D
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Post by NckRm »

Toni Monroe wrote: Vabbè Dante ancora sta al sicuro, se è quello che vuoi sapere.  :forza: Comunque ha dei bei momenti. Poi essere impietosi con se stessi è il modo migliore per crescere. Che sia per ricevere un complimento qui o per -hai visto mai- pubblicare qualcosa o solo per soddisfazione personale, poco cambia. :D
Dante? Tzè, io leggo Goat  :gazza: Ormai i loro pezzi sono quasi coevi.  :gazza: :gazza: :gazza:

Scherzi a parte non credo di essere impietoso con me stesso. Cioè, è uno dei pochi pezzi dove c'è scritta questa cosa, probabilmente è quello che ritengo il peggiore in assoluto, però sembra che sia piaciuto più di quello di prima che mi piaceva decisamente di più.
Poi boh, magari era una sensazione mia eh  :D
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Post by Toni Monroe »

Guarda Nick, qui salgo volentieri in cattedra a pontificare, perché quello che sto per dire non c'entra niente coi meriti -meno che mai con presunti meriti miei- e ti posso confermare che è raro che il gusto degli autori e quello di chi fruisce dell'opera si incontrino. L'ho visto quando scrivevo nel blog, lo vedo ancora adesso con le foto su flickr.. ma non devi prenderla come una verità assoluta. Son cose che -inspiegabilmente- accadono. Il bello del veder rivalutata una cosa a cui magari davi poca importanza è compensato dal brutto di non trovar riscontro in qualcosa che a te era piaciuto particolarmente. Questo -per vie traverse- lo puoi notare anche con le cose che ti piacciono degli altri; pensa a un libro, un film, una canzone che ti è piaciuto particolarmente.. magari lo consigli tanto a persone di cui hai stima, perché un piacere -se condiviso- è ancora più grande, ma sarà certamente accaduto che non hai trovato in quelle persone lo stesso entusiasmo che avevi tu. Semplicemente ciascuno di noi ha un gusto, un passo, un respiro, tutto quello che vuoi.. se c'è identità di vedute è certamente più piacevole ma che non ci sia fa solo parte dell'ordine naturale delle cose. :D
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Post by Toni Monroe »

Tutta la parte migliore della sua giovinezza l'aveva passata nei playground di varie città, in un viaggio interminabile che gli aveva fatto attraversare almeno un paio di volte gli states da parte a parte; aveva giocato con tutte le condizioni climatiche, in tutte le condizioni possibili, e più volte gli era stato detto che le cose migliori le aveva fatte da sobrio ma era un ricordo che non si affacciava quasi mai nella sua memoria. Nei tornei estivi spesso si era trovato a giocare insieme o contro dei ragazzi che di lì a qualche anno sarebbero andati all'università o nella NBA; qualcuno in Europa. Uno dei suoi compagni di squadra un anno cercò di convincerlo ad accettare un ingaggio per giocare nel campionato finlandese. Campionato finlandese.. Bah. A differenza di molti ragazzi con cui aveva diviso il campo lui sapeva che non avrebbe mai sfondato col basket, non a livello professionistico. Troppo incostante, troppo dedito ad alcol e droghe. Durante la finale di un torneo aveva visto morire un ragazzo: aneurisma fulminante, o qualcosa del genere. Dicono fosse promettente, anche se non dava l'impressione di bruciare di passione per il basket, più interessato al teatro (giapponese? Non era sicuro..). Quella fu una delle volte in cui una sbronza gli passò nel volgere di pochi istanti. Avrebbe voluto poter fare qualcosa per quel ragazzo. Tale era l'angoscia che sentiva nel vedere la disperazione di quelli che lo conoscevano, che avrebbe voluto poter fare qualcosa. Lo aveva provocato per tutta la partita, ma era il gioco delle parti, non nutriva certo mal animo nei suoi confronti. Anche mentre era disteso a terra andò a parlargli, a cercare -in qualche modo- di tenerlo su questa terra. C'è stato un momento in cui aveva creduto fortemente nella forza delle parole e pensava che se avesse continuato a parlargli il ragazzo ce l'avrebbe fatta. Prendeva tempo, intanto che qualcuno si faceva venire in mente qualcosa di meglio, o che venisse un dottore. La morte di quel ragazzo che si era scelto un nome strano lo aveva turbato. Quella sera non toccò alcuna sostanza, era già stordito abbastanza. -May be continue-
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Post by Toni Monroe »

Durante una partita al Rucker  -improvvisamente- si rese conto di non esser più il giocatore che era stato; il tipo di consapevolezza che spingerebbe un professionista a ritirarsi. Un po' come doveva esser capitato a John Stockton, uno degli uomini -prima che giocatori- che aveva ammirato di più. Personaggio fuori dai canoni NBA, invece di annunciare il ritiro a inizio stagione e ricevere ovunque attestati -anche ipocriti, in alcuni casi- di stima nei vari campi in cui andava a giocare, lo annunciò al termine della sua ultima stagione: io finisco qui, punto. E ora lui cominciava a rendersi conto che doveva considerare la cosa, perché l'attenzione che metteva -in campo- a quello che faceva era calata in maniera indecorosa, se n'era accorto da solo. Nessuno gli aveva ancora rinfacciato nulla, forse per il rispetto di cui godono i veterani, ma la cosa gli risultò evidente quando capì di aver effettuato una lettura sbagliata in attacco; cosa che per un play è più grave che per altri giocatori. Il gioco della squadra dipende da te, se non sei in grado di fare la tua parte è arrivato il momento di farti da parte. Di lì in avanti riuscì in qualche modo a giocare ai massimi livelli che la sua condizione atletica gli consentiva, efficace in attacco e presente in difesa, un signor quarto di finale in cui risultò il migliore in campo, con tanto di ovazione degli spettatori, nonostante la sconfitta della sua squadra. Non annunciò a nessuno il suo ritiro dai tornei, non aveva nessuno cui annunciarlo, ammesso che fosse stato il tipo di persona che ritenesse di doverlo fare. Nei tornei del suo giro era tutto molto semplice: quando non dici che ci sei, vuol dire che non ci sei, punto. Lui da quel momento non ci sarebbe stato più.
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Post by Toni Monroe »

Pure mettendoci tutta la buona volontà possibile, e i buoni sentimenti, siamo tutti quanti il pezzo di merda di qualcuno. E non importa cosa pensiamo di noi stessi o cosa pensano di noi coloro che ci hanno a cuore. Per qualcuno siamo dei pezzi di merda. E, attenzione, spesso accade che lo siamo davvero. Con qualcuno succede. Voglio dire che probabilmente nessuno è solo buono o solo cattivo. Viaggiamo portandoci appresso i nostri spigoli e andiamo d'accordo o non sopportiamo gli altri in base a come ci passiamo accanto. Se i rispettivi spigoli si scivolano addosso liberamente, si va d'accordo; se invece si scontrano e stridono, allora non ci si sopporta. Ecco perchè di una persona potreste sentir parlare sia bene che male. Col tempo certi giudizi possono cambiare, è chiaro, ma in generale non credo che sia una questione di conoscenza più o meno approfondita. Dipende forse da come siamo orientati quando le nostre esistenze si sfiorano. Alcuni tra noi non si troveranno mai nella prospettiva adatta a vedere l'altro aspetto, buono o cattivo che sia; se ne conoscerà sempre e solo uno. Il resto è qualcosa di cui forse sentiamo parlare. E non sappiamo nemmeno fino a che punto crederci..
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Re: Message in a bottle..

Post by Cobain88 »

Una delle cose che ho imparato nella vita e' che l'introspezione non e' arte per tutti.
Non fraintendetemi,non penso affatto che ognuno di noi non abbia i suoi momenti di follia,anzi;penso tuttavia che il vero momento di crescita di un essere umano sia capire quanto la follia sia momento utile e indispensabile,oserei direi quasi necessario,per la comprensione del mondo che ci sta attorno.

Purtroppo,nel mondo frenetico di oggi,dove chi non riesce a seguire i ritmi imposti da chissa' quale entita' metafisica e' destinato al fallimento e alla disperazione,trovare il momento per guardarsi dentro,per riflettere e rimuginare,per mettere a fuoco particolari non notati e' sempre minore...ed a me questa cosa da' profondamente fastidio...

Pensate che tipo di film potrebbe girare un regista cieco,un uomo che,pur con un talento smisurato ed una profonda conoscenza della cinematografia,non riuscisse a vedere direttamente l'opera che sta tirando su...ecco,in fondo e' cosi' che mi sento,come se stessi dirigendo il film della mia vita,di cui spesso sono comparsa e non protagonista(strano a dirsi?non direi...),ad occhi chiusi...
In fin dei conti,quante volte avremo detto:"La persona X puo' fare la cosa Y anche ad occhi chiusi" ?

Stasera mi rendo conto,invece,che non e' possibile fare alcunche' senza anche uno dei sensi che possediamo, forse nemmeno il famigerato sesto senso...perche' dopotutto,se la vita e' una rappresentazione,abbiamo necessita',il dovere per certi versi,di cogliere tutte le sue possibili sfumature...tutti i colori,tutti gli odori,tutti i suoni,tutti i sapori e tutte le forme,nessuna esclusa...

E poi,quando sarete soddisfatti e stanchi,lasciate spazio al cervello...anzi,scollegatelo per un po',forse ancora meglio,magari andando a dormire...perche' il sogno,fortunatamente,e' l'unico vero momento di introspezione che nessuna vita incalzante potra' mai negare...

Buona notte,pensatori!
"Who wants to sleep in the city that never wakes up?"

"Se raccogliessero tutte le frasi che ho detto,capirebbero che sono un'idiota e la finirebbero di farmi domande"
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Re: Message in a bottle..

Post by Toni Monroe »

Il sole e le nuvole si mettono in posa per regalare una buona foto a qualche appassionato o semplicemente un momento di intima soddisfazione a chi si trovi a guardarli.. il nuovo brano preferito, quello degli ascolti plurimi degli ultimi tempi, si presenta col tintinnio d'un campanello, come chiedesse un momento di attenzione. Si chiama Until, che mi pare significhi "fino a" "finché", una cosa del genere. Potrei aver ascoltato per la prima volta durante un bel viaggio in macchina, con delle belle persone, ma il volume era basso e non potrei giurarci. D'altra parte il volume non era basso per fare un torto al cantante ma per meglio assaporare la conversazione e quindi è solo piacevole il ricordo di quel viaggio. Tuttavia avevo questo vago ricordo d'un brano che poteva piacermi e interrogando il tubo ho trovato questo, che potrebbe benissimo non esser quello che cercavo ma accidenti se è stato un bel trovare. Ed è vero che la mia scarsa conoscenza della lingua limita la mia comprensione del testo ma il tono da conversazione, da affabulazione, che sanno usare certi cantanti è qualcosa che forse non smetterò mai di apprezzare. Probabilmente è anche il motivo per cui capita che mi improvvisi narratore pure io, certe volte. Una storia, lunga o breve, è sempre qualcosa in cui vale la pena imbattersi. A prescinder dal fatto che si sia ascoltatori o narratori.
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Re: Message in a bottle..

Post by NckRm »

Viaggio attraverso le terre di nessuno, lontano dagli sguardi dei benpensanti storti come la falce sovietica. Che sia un delitto avere la testa scompigliata e la faccia di uno che è appena stato investito non lo sapevo.
Almeno la distanza (in quota, si capisce) mi rende più vicino al significato di questa sveglia alle 5. Vivere ramingo per un breve periodo. Stufo dello stesso autobus che fa le solite fermate tu senti spinto a cambiare, svegliarti presto, molto prima che il sole decida di stiracchiarsi, strisciare i piedi in aeroporto, strizzarsi la cintura dell'aereo ai fianchi come per un arrosto, prendere l'ultima puzzolente boccata di aria patriottica, stringersi nelle spalle e riaprire gli occhi quando il suono timpanato delle cinture per l'atterraggio si accende.
Vivere così per pochi giorni, un senso di disorientamento fisso evitando se possibile di sembrare italiano ma invece cercare la mimesi con la gente del posto. Essere lontani solo fisicamente, si sa, perchè la testa ci piaccia o no va sempre a lei. E' forse questa la magia del vivere errabondo: distanziarsi, capire facilmente quali sono le cose che ci mancano sul serio e, una volta di nuovo a casa, presentarsi a lei con il viso appena più abbronzato, un sorriso tutta faccia condividendo un istante: happiness.
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Post by Maialone »

“Ben quattro ore fa avevi sonno, eri sfinito, steso completamente vestito, raggomitolato nel piumone. Avevi mandato tutti a cagare, niente di personale, eri semplicemente stanco.
Ora, nel senso di adesso, alle tre e mezza di notte, invidi quegli idealisti scemi del regresso e della miseria, quelli che amerebbero dormire in una grotta, al freddo e al buio, lontani dalle corruzioni del progresso e della civiltà occidentale.
Gli ipocriti, li immagini fantasticare e contemplare le stelle nel chiuso della loro stanza, rigorosamente ricca ma non pacchiana, borghese ma non provinciale, mentre sorseggiano del the, riscaldati da un caminetto con tanto di girarrosto di carne di bambino Africano, che loro chiamano tranquillamente "negro", solo quando nessuno li sente, sia chiaro.
Stavolta gli daresti ragione, quantomeno più del solito: è colpa dell'uomo moderno se sei ancora sveglio.
Eri sfinito, ti sei infilato sotto le coperte, rigorosamente in mutande nonostante il freddo artico perchè il pigiama richiederebbe un ordine e un rigore mentale che non ti competono (Tu, che hai le calzette tutte uguali così che possa perderne una ogni due bucati senza far danni ulteriori). Accendi la tv, questo mostro infernale, e poco a poco riacquisti le forze, fino al punto che riesci perfino a metterti seduto, e allora scatta in te l'urgenza di controllare la posta elettronica, prendo il portatile. E' ufficialmente finita.
Controlli posta, blog, forum vari, le tue mille registrazioni, un sito di ricette calabresi a base di soppressata, alla fine cedi, non hai più niente da fare, puoi spegnere il portatile, quindi prendi il cellulare, spegni anche quello. Spegni la tv, la luce.
E adesso?
Non dormi, e allora ti affidi alle tue care e consolatorie pillole, che sai benissimo non servano a prendere sonno: c'è scritto nell'opuscolo, non servono a quello!  Per carità, questo lo sai benissimo, non sei ancora rincoglionito del tutto, però sai anche che senza non dormi proprio, sei schiavo di una fottuta suggestione da sette euro e cinquanta per confezione da quattordici.
Prendi un placebo per liberarti  dai watt e luci e schermi prodotti dalla stessa logica malsana che hanno concepito quelle pillole, entrambi non servono a niente, ma non puoi farne a meno.”

Questa roba l’ho battuta due anni fa. Abitavo in un altra casa, avevo un’altra ragazza, vestiti diversi, tic diversi, manie, hobbies, amici, frequentazioni, devianze sessuali, tutto diverso. Scrivevo anche meglio, anzi, meno peggio. Avevo altri vizi, fumavo una marca diversa di sigarette, ho cominciato a comprare calze con diverse trame, ho imparato a stirare le camice, a mettere in ordine la stanza, a fare i piatti in maniera decente, a trovare un metodo di studio, a vivere sereno, a sostituire il disprezzo con la totale noncuranza.: semplicemente non me ne fotte un cazzo.
Non me ne fotte un cazzo dei parvenu di palazzo gnudi che a cinquant’anni vanno a ballare insieme a delle troie siliconate con i loro abiti di zegna e la tanfa di sudore che li perseguita per il locale. Non me ne frega un cazzo di chi li disprezza, salvo puzzare anche loro, per giunta vestiti peggio. Non me frega un cazzo di chi non si lava il collo e pontifica sulla volgarità della società borghese contemporanea.
Il sapone, il sapone è la verità, Cristo.
Non me ne fotte un cazzo dei borghesi, dei proletari, dei punkabbestia, dei democristiani, dei ciellini, dei forzisti e dei forcaioli, non me ne frega un cazzo che in segreteria sono aperti due ore per tre giorni alla settimana.
Una volta m’incazzavo pure.
Oggi è tutto diverso.
Solo una cosa è uguale: se non prendo quelle cazzo di pallette, un cazzo di placebo, non dormo. Oggi come due anni fa, nei secoli dei secoli, amen.
Cazzo guardi?
Toni Monroe
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Re: Message in a bottle..

Post by Toni Monroe »

C'è un sole nel cielo, che se gli fai una foto e la mostri -soltanto quel sole e quel cielo- e chiedi a qualcuno dove sia stata scattata, è facile che ti vengano date le risposte più diverse e lontane dalla verità. A meno che non si voglia considerare l'unica verità possibile: è uno spettacolo che ti riempie la vista e l'anima e non importa affatto in quale luogo ti trovi quando hai la fortuna di assistervi. Quante volte abbiamo creduto di essere a un passo -soltanto- dal realizzar la fusione a freddo? Manca pochissimo, "tanto così".. è quella mania di grandezza che prende talvolta gli egocentrici, per cui quel che di bello può capitar loro diventa un bene per tutta l'umanità. Poi magari non era così. La fusione a freddo è ancora lontana e gli effetti che potevano esser benefici per tutti finiscono per trasformarsi in rammarico per pochi. Gli eletti..
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