Re: Angolo della Poesia
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
Fra i densi noccioli l'uscita pronta
era per il nostro celere passo:
procedemmo a lasciare l'impronta 3
per il novo loco e il sorpasso
della scura boscaglia sepolcrale
condusseci ad altro contrappasso. 6
Smarrito non fui in questa spirale
di edifici limitrofi alla via
strana, appena colti; naturale 9
stupore nel ritrovare sophia
dopo tanto tempo presemi tutto:
le parole dell'Ugo tuttavia 12
trasferirono un segno di lutto
nel mio spirito sognante un futuro
errante fra terre dell'oltretutto. 15
"Grande gaiezza d'animo figuro
nell'epistolario ortisiano poichè,
seppur si trovi nel semioscuro 18
loco colui che cancella i perchè
dell'amore lasciando con abile
mano il reale creato, giacchè 21
del vissuto resti che un arenile
assente di gente, lo assoluto
rende. La aspra questione lenile 24
sorge come la alba al saluto
della notte, mio maestro: peccato
fu il suo, d'amare oltre il perduto 27
amore? Mi dissi nel di pria stato
che l'odissea è quasi terminata
e ancora, se sia un superstrato 30
adstrato o altro questa osannata
camminata verso la conoscenza
del mio io, non capisco". Una nata 33
turba precipitò nella coscienza
argentina: non trovando alcun verba
adatta per tosto alla mia semenza 36
dar giusto tributo, l'assai Superba
strada e la cima del colle vergine
indicò e aggiunse in fine:"Riserba 39
la curiosità per colui che l'argine
dell'esistenza tradusse in versi
sciolti coglienti il semplice margine 42
del quotidiano, con gesti diversi
dagli altri, chiari nel significato
e audenti l'infinito nei riversi 45
signifcanti il loro peccato".
Come sovente è accaduto, bastò
il suo essere mio severo avvocato 48
per ricondurre il pensier che tastò
il terrore dell'arte del vagare.
Tamen, l'aroma che forte attaccò 51
la mia scienza con quel tal osservare
fitto al futuro peccato commesso,
ritornò ancora nel mio andare. 54
Essendo prossimi al final successo,
comparì sulla mia destra attenta
un ascensore conosciuto, un nesso 57
eziologico: l'amara cruenta
andatura fino a qui proceduta
e questa disposizione intenta 60
a rimembrare casa posseduta
dal volgo mio nostrano, e subito
acquistano senso nella veduta. 63
Un fascio di luce, simil battito
di angeli paradisiaci, stava
intorno a quel loco senza attrito 66
alcuno; la forma era concava
e al suo interno un essere umano
con testa torreggiante osservava 69
con impazienza, in alto, invano.
Gli occhi incavati ascosti fra i solchi
del volto, eran da un sovrumano 72
intelletto contraddistinti; io chi
fosse intuivo da lo chiarore
riflesso dal suo cipiglio: bifolchi 75
sarebber gli uomini che le aurore
poetiche dei guadi di azioni
non colgono, gran fatale errore, 78
da lo grande vate Giorgio Caproni.
Di fronte a me, delle poetiche
generazioni forse uno degli agoni 81
vincitore, migliore per cantiche
primordiali afferenti al quotidiano
e per viaggi di treni fra le etiche 84
città dell'uomo. Uno strano guardiano
ora come ruolo egli ricopriva,
occupava quell'emisfero piano 87
che con acre penna della deriva
descrive fra sogni oggettivati
e realtà vere di prospettiva 90
reale; ho amato i mascherati
suoni, i comuni oggetti vitali
l'alacre e leggero seme, attivati 93
dalla parole in dolci orbitali,
mai perifrastici. Ed ora lo ritrovo
in vita, nella morte delle ali, 96
ad attandere un qualche rinnovo
in tal angulo solo di Paradiso
perduto che emana il nuovo 99
profumo del respiro. L'improvviso
gioire distolse la mia attenzione
dal poco velato triste avviso, 102
riportato accanto alla collocazione
del sogno riavuto. Una sola frase:
"Il Paradiso è privo di persone". 105
Accanto un'immagine, le cause
di tal eccidio: Il muro della terra.
Fu un semplice dato, e le cimase 108
fondamentali per la nostra guerra
cadono per così tanta potenza.
Nulla possiamo a ciò che atterra 111
l'arder e il voler diversa sentenza:
forzati a qualcosa di superiore
siamo, sebbene la sua assistenza 114
non desideriamo; egli fu priore
di se stesso e la grande perdita
subì quando l'amore e il bagliore 117
per esso lo presero tutto. Ferita
forte fu e nel mentre che io la domanda
pensai, egli partì con tal parola dedita: 120
"Quanto amore nell'odio, sì comanda
il resto; quanto odio nell'amore,
esprime la orchestra e la banda 123
nell'impazienza e nel freddo direttore
or ora giunto come armistizio.
Questo è il mio avvertimento, timore 126
non aver: che il concerto abbia inizio". 127
era per il nostro celere passo:
procedemmo a lasciare l'impronta 3
per il novo loco e il sorpasso
della scura boscaglia sepolcrale
condusseci ad altro contrappasso. 6
Smarrito non fui in questa spirale
di edifici limitrofi alla via
strana, appena colti; naturale 9
stupore nel ritrovare sophia
dopo tanto tempo presemi tutto:
le parole dell'Ugo tuttavia 12
trasferirono un segno di lutto
nel mio spirito sognante un futuro
errante fra terre dell'oltretutto. 15
"Grande gaiezza d'animo figuro
nell'epistolario ortisiano poichè,
seppur si trovi nel semioscuro 18
loco colui che cancella i perchè
dell'amore lasciando con abile
mano il reale creato, giacchè 21
del vissuto resti che un arenile
assente di gente, lo assoluto
rende. La aspra questione lenile 24
sorge come la alba al saluto
della notte, mio maestro: peccato
fu il suo, d'amare oltre il perduto 27
amore? Mi dissi nel di pria stato
che l'odissea è quasi terminata
e ancora, se sia un superstrato 30
adstrato o altro questa osannata
camminata verso la conoscenza
del mio io, non capisco". Una nata 33
turba precipitò nella coscienza
argentina: non trovando alcun verba
adatta per tosto alla mia semenza 36
dar giusto tributo, l'assai Superba
strada e la cima del colle vergine
indicò e aggiunse in fine:"Riserba 39
la curiosità per colui che l'argine
dell'esistenza tradusse in versi
sciolti coglienti il semplice margine 42
del quotidiano, con gesti diversi
dagli altri, chiari nel significato
e audenti l'infinito nei riversi 45
signifcanti il loro peccato".
Come sovente è accaduto, bastò
il suo essere mio severo avvocato 48
per ricondurre il pensier che tastò
il terrore dell'arte del vagare.
Tamen, l'aroma che forte attaccò 51
la mia scienza con quel tal osservare
fitto al futuro peccato commesso,
ritornò ancora nel mio andare. 54
Essendo prossimi al final successo,
comparì sulla mia destra attenta
un ascensore conosciuto, un nesso 57
eziologico: l'amara cruenta
andatura fino a qui proceduta
e questa disposizione intenta 60
a rimembrare casa posseduta
dal volgo mio nostrano, e subito
acquistano senso nella veduta. 63
Un fascio di luce, simil battito
di angeli paradisiaci, stava
intorno a quel loco senza attrito 66
alcuno; la forma era concava
e al suo interno un essere umano
con testa torreggiante osservava 69
con impazienza, in alto, invano.
Gli occhi incavati ascosti fra i solchi
del volto, eran da un sovrumano 72
intelletto contraddistinti; io chi
fosse intuivo da lo chiarore
riflesso dal suo cipiglio: bifolchi 75
sarebber gli uomini che le aurore
poetiche dei guadi di azioni
non colgono, gran fatale errore, 78
da lo grande vate Giorgio Caproni.
Di fronte a me, delle poetiche
generazioni forse uno degli agoni 81
vincitore, migliore per cantiche
primordiali afferenti al quotidiano
e per viaggi di treni fra le etiche 84
città dell'uomo. Uno strano guardiano
ora come ruolo egli ricopriva,
occupava quell'emisfero piano 87
che con acre penna della deriva
descrive fra sogni oggettivati
e realtà vere di prospettiva 90
reale; ho amato i mascherati
suoni, i comuni oggetti vitali
l'alacre e leggero seme, attivati 93
dalla parole in dolci orbitali,
mai perifrastici. Ed ora lo ritrovo
in vita, nella morte delle ali, 96
ad attandere un qualche rinnovo
in tal angulo solo di Paradiso
perduto che emana il nuovo 99
profumo del respiro. L'improvviso
gioire distolse la mia attenzione
dal poco velato triste avviso, 102
riportato accanto alla collocazione
del sogno riavuto. Una sola frase:
"Il Paradiso è privo di persone". 105
Accanto un'immagine, le cause
di tal eccidio: Il muro della terra.
Fu un semplice dato, e le cimase 108
fondamentali per la nostra guerra
cadono per così tanta potenza.
Nulla possiamo a ciò che atterra 111
l'arder e il voler diversa sentenza:
forzati a qualcosa di superiore
siamo, sebbene la sua assistenza 114
non desideriamo; egli fu priore
di se stesso e la grande perdita
subì quando l'amore e il bagliore 117
per esso lo presero tutto. Ferita
forte fu e nel mentre che io la domanda
pensai, egli partì con tal parola dedita: 120
"Quanto amore nell'odio, sì comanda
il resto; quanto odio nell'amore,
esprime la orchestra e la banda 123
nell'impazienza e nel freddo direttore
or ora giunto come armistizio.
Questo è il mio avvertimento, timore 126
non aver: che il concerto abbia inizio". 127
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
"Livorno fu la mia terra natia,
con colori rossi e delicati,
e allontanò da me quell'apatia 3
che colpì tanti in diversi stati.
Genova mi ebbe e mi rese Giorgio,
annientando tutti gli amari pati 6
che distrussero quell'essere mogio
del mio illimitato vagare. Quanta
mattina da vivere nel rifugio 9
del pieno ridere, in una santa
poesia abbottonata all'anima
senza corpo. Da sempre affranta 12
la corsa io vivo, lungo la cima
priva di meta luce e battito, fino
a quando, l'arrivo non pantomima 15
del vero, posò il suo soffice golfino
sulla pelle sudata dalla bruma
invernale. Splendido oggetto, persino 18
esistente nella fittizia schiuma
di deserti mareggiati: l'avvento
rese stellato, come rosea piuma, 21
il mio sentimento e sfiorò, col vento
in simbiosi, la mia somma speranza:
ho desiderato morire nel convento 24
laico dei sogni miei, nell'adunanza
dell'esser vivo, in fronte a Castelletto,
rubando riposo alla fratellanza 27
delle ore notturne, quel balletto
di lumi case onde ora lontane
ora vicine, che donò un tetto 30
al mio errare fra terre e fontane.
Questa è la mia dimora, se Roma
lo concede, fra le ampie tramontane 33
e le brine gelide dall'aroma
vitreo, da cui mi salva l'ascensore
ninfeo. Esso con abile arte doma 36
le creature, donando il sensore
del tutto; da qui, io, nella mia ardesia
invoco il paradiso di censore 39
privo, per il suicidio e anestesia
totale del mondo in cui viviamo.
Il mio Paradiso è altra cortesia, 42
è questo mio sostare nel'udiamo
superiore e bramare la Bellezza
che le idi di marzo che troviamo 45
foriere di gioia, sol l'amarezza
della scomparsa per setticemia
mi ha lasciato, nella tristezza 48
lasciante solo sorte esimia.
Completamente morta, sepoltura
tenua accoglie il rossore e premia 51
gli angeli col suo arrivo. L'innocenza
del lutto ci accompgna senza calma
nelle notti d'errori con ardenza 54
labile che uccide ancora la salma
del suo spirito, da devastazione
mortale, libero; si allontana 57
la sua anima dalla descrizione
di noi, resa da ponti archi bianchi
atrii, ora travolto nell'uccisione 60
di quel cielo incolore, dai fianchi
un po' larghi, sudori polverosi,
fino alla creazione di branchi 63
di dolore. Vedi, tu, siderosi
versi a gran fatica pubblicasti
per stolta ostinazione e corrosi 66
sembrano nei tuoi pensieri icasti,
ma porta con te, ora, le granite
asserzioni, che da tempo agognasti, 69
di colui che delle Attese infinite
creò il significante con eccelsa
lirica. Io non più sono, ormai finite 72
sono le mie giornate ma dall'elsa
alla punta ho tradotto l'ardita
potenza del mio debol cuore in gelsa 75
profumanti la lei della perdita
conosciuta. Vive continuamente
essa fra la cronistoria esordita 78
con le finzioni del centro e l'ente
pio che la guida di un tuo simile
narrò l'alte gesta con saggia mente. 81
Sotto la luce perpetua, una bile
dolorosa per la inabilità
di giugnere a quel sommo senile 84
luogo mi avvolge, con felicità
sfiorata e dominata da uno iato
eterno che offre solo infelicità 87
mista al ricordo dell'antico stato.
Ciò basta, come bastarono i flati
susseguiti insieme nel passato 90
non troppo lontano, noi affiatati
nel tratto de lo sacro vincolo
del matrimonio; così, abdicati 93
i sogni e trasformato in singolo,
da sinolo perfetto, la mia biro
fu la testimonianza dell'angolo 96
a me concesso, dopo il suo ritiro.
La immensa critica milanese,
un po' ligure, che io tanto ammiro 99
nel paduense suo stare, appese
la forma e il sentimento per Bruno,
traducendo in parte, senza offese, 102
la mia anima amante. Nessuno
capì il mio versifcare fra le lune
disperate di quegli anni: un raduno 105
di voci silenti urlanti le dune
distanti, ove si nasconde il sole
a violenatare altre notti, crune 108
antiche, fu il mio scrivere il console.
Pace ottenni in parte, essendo
l'amore perduto per le bussole 111
absenti di magnete; soffrendo
ho vissuto la morte e ora questa
sorte vivo come un ricevendo 114
incessante della donna onesta".
Più non disse e le porte chiusersi
subitamente dopo la appresta 117
prolusione; all'improvviso, gli avversi
istanti avuti, per le precedenti
pene e storie, parvero essersi 120
dileguati, in attesa d'altri eventi. 121
con colori rossi e delicati,
e allontanò da me quell'apatia 3
che colpì tanti in diversi stati.
Genova mi ebbe e mi rese Giorgio,
annientando tutti gli amari pati 6
che distrussero quell'essere mogio
del mio illimitato vagare. Quanta
mattina da vivere nel rifugio 9
del pieno ridere, in una santa
poesia abbottonata all'anima
senza corpo. Da sempre affranta 12
la corsa io vivo, lungo la cima
priva di meta luce e battito, fino
a quando, l'arrivo non pantomima 15
del vero, posò il suo soffice golfino
sulla pelle sudata dalla bruma
invernale. Splendido oggetto, persino 18
esistente nella fittizia schiuma
di deserti mareggiati: l'avvento
rese stellato, come rosea piuma, 21
il mio sentimento e sfiorò, col vento
in simbiosi, la mia somma speranza:
ho desiderato morire nel convento 24
laico dei sogni miei, nell'adunanza
dell'esser vivo, in fronte a Castelletto,
rubando riposo alla fratellanza 27
delle ore notturne, quel balletto
di lumi case onde ora lontane
ora vicine, che donò un tetto 30
al mio errare fra terre e fontane.
Questa è la mia dimora, se Roma
lo concede, fra le ampie tramontane 33
e le brine gelide dall'aroma
vitreo, da cui mi salva l'ascensore
ninfeo. Esso con abile arte doma 36
le creature, donando il sensore
del tutto; da qui, io, nella mia ardesia
invoco il paradiso di censore 39
privo, per il suicidio e anestesia
totale del mondo in cui viviamo.
Il mio Paradiso è altra cortesia, 42
è questo mio sostare nel'udiamo
superiore e bramare la Bellezza
che le idi di marzo che troviamo 45
foriere di gioia, sol l'amarezza
della scomparsa per setticemia
mi ha lasciato, nella tristezza 48
lasciante solo sorte esimia.
Completamente morta, sepoltura
tenua accoglie il rossore e premia 51
gli angeli col suo arrivo. L'innocenza
del lutto ci accompgna senza calma
nelle notti d'errori con ardenza 54
labile che uccide ancora la salma
del suo spirito, da devastazione
mortale, libero; si allontana 57
la sua anima dalla descrizione
di noi, resa da ponti archi bianchi
atrii, ora travolto nell'uccisione 60
di quel cielo incolore, dai fianchi
un po' larghi, sudori polverosi,
fino alla creazione di branchi 63
di dolore. Vedi, tu, siderosi
versi a gran fatica pubblicasti
per stolta ostinazione e corrosi 66
sembrano nei tuoi pensieri icasti,
ma porta con te, ora, le granite
asserzioni, che da tempo agognasti, 69
di colui che delle Attese infinite
creò il significante con eccelsa
lirica. Io non più sono, ormai finite 72
sono le mie giornate ma dall'elsa
alla punta ho tradotto l'ardita
potenza del mio debol cuore in gelsa 75
profumanti la lei della perdita
conosciuta. Vive continuamente
essa fra la cronistoria esordita 78
con le finzioni del centro e l'ente
pio che la guida di un tuo simile
narrò l'alte gesta con saggia mente. 81
Sotto la luce perpetua, una bile
dolorosa per la inabilità
di giugnere a quel sommo senile 84
luogo mi avvolge, con felicità
sfiorata e dominata da uno iato
eterno che offre solo infelicità 87
mista al ricordo dell'antico stato.
Ciò basta, come bastarono i flati
susseguiti insieme nel passato 90
non troppo lontano, noi affiatati
nel tratto de lo sacro vincolo
del matrimonio; così, abdicati 93
i sogni e trasformato in singolo,
da sinolo perfetto, la mia biro
fu la testimonianza dell'angolo 96
a me concesso, dopo il suo ritiro.
La immensa critica milanese,
un po' ligure, che io tanto ammiro 99
nel paduense suo stare, appese
la forma e il sentimento per Bruno,
traducendo in parte, senza offese, 102
la mia anima amante. Nessuno
capì il mio versifcare fra le lune
disperate di quegli anni: un raduno 105
di voci silenti urlanti le dune
distanti, ove si nasconde il sole
a violenatare altre notti, crune 108
antiche, fu il mio scrivere il console.
Pace ottenni in parte, essendo
l'amore perduto per le bussole 111
absenti di magnete; soffrendo
ho vissuto la morte e ora questa
sorte vivo come un ricevendo 114
incessante della donna onesta".
Più non disse e le porte chiusersi
subitamente dopo la appresta 117
prolusione; all'improvviso, gli avversi
istanti avuti, per le precedenti
pene e storie, parvero essersi 120
dileguati, in attesa d'altri eventi. 121
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
"Come avrai ben notato, ognuno
di quei che hanno ricevuto pena,
soprattutto l'ultima schiera, alcuno 3
è felice, ma grazia alla falena
che li tenne in vita, soavemente,
conservano stretto nell'altalena 6
della vita il ricordo nella mente
che per fatal dono riserva ancora
il fu insieme loro giustamente. 9
Hai ben veduto, dalla grande agora,
alla piana dagli affluenti visa,
fra piaggia della marea e la flora 12
del calle stretto, che la loro guisa
vive sempre nell'irta ricordanza
del passato: esiste quindi, precisa, 15
in tempi e spazi, la comunanza
del piacere provato. Lo supremo
Foscolo, con la sua abbondanza, 18
ti diede già un ottimo crisantemo:
la corrispondenza di alti sensi
amorosi, la vita oltre l'estremo 21
fine dei respiri; e così, consensi
superiori ricevetti su questo
iter dalla ragione dei forensi 24
versi del Caproni il cui onesto
verbo ti ha manifestato, bene,
la funzione in vita del vario gesto 27
poetico, dedite a le catene
togliere alla triste sorte dataci.
Sappi che egli, fra le quasi amene 30
terre dell'amor perduto, di baci
prive, ma dell'idea viva, l'ultimo
è". Trasmutate le parole fugaci 33
in aulici asserti, lo etimo
del sapere mi esibì la guida
con animo errante; "Io estimo 36
la sua somma loquela che diffida
e discerne lo giusto dal peccato
con affabile modo e affida 39
se medesmo, con gran siginificato,
all'onore e alla poesia.
Cosa mi attende, quale ducato, 42
quale signoria dell'ecclesia
poetica accoglierà il mio udire?"
Questa volta, non fu una eresia 45
la mia istanza chè nel proseguire
il cammino, una risposta diedemi:
"L'acmè del nostro faticoso ire 48
termina alla soglia dei supremi
pensieri dell'orgoglio del paese
tuo, benchè giovane, per gli edemi 51
di un popolo vago, scappò e difese
se stesso in quel di Firenze con arduo
ingegno. Lì, consumò le imprese 54
seconde che il restante suo individuo,
che qui vive, causò con oblazione
chè descrisse l'uno divenuto duo. 57
Già troppo dice la mia abnegazione
al silenzio e più non chiedere a me:
avrai da altro miglior dizione". 60
La salita, alle sì dolcissime
parole della mia statua immensa,
giunse al suo termine, medesime 63
e diverse nella sua alta sapienza.
Innanzi agli occhi nuovi e lucidi,
la collina divenuta in scadenza 66
promontorio, si affacciava, su avidi
mari senza acqua, conditi di tristezza
e avvolti in sospiri placidi. 69
Un rialzo a strabiombo, d'altezza
elevata, dominava forte la scogliera
sottostante, colpita dalla giustezza 72
dal mare d'origine forestiera.
Desolata era la zona dal libeccio
sferzata, invecchiato, ampolliera 75
di suoni risa dadi, un intreccio
di ricordi nell'orizzonte in fuga;
non luce vicino al verde leccio, 78
non un varco, che la debole ruga
usi per pasare ciò che ci arresta,
un cartello con scritta ignifuga, 81
solenne:"Ed io non so chi va e chi resta".
Giunti al grande incontro, quello sperato,
sognato in quella terra celesta, 84
pensai fra me e me, e con disperato
sguardo, la sua anima che respira,
cercavo; "Dove sei, dove sei, amato 87
simbolo del mio viver nella lira?".
L'effluvio del mare, delle giornate
passate alla ricerca della mira 90
vera, mi conduse alle amate
terre, immaginate in istanti
arcani ed ora, con alternate 93
andature, ebbi non più distanti.
Adiacente alla casa, un pomario
indicato da versi musicanti 96
nomi cose vita, un rimario
senza rime, se non alcune, sparse,
avente il sacro amor dell'inventario. 99
Fra me ed esso, mura cosparse
di parietaria, ci dividevano,
dividevan i pensieri delle arse 102
mattine d'autunno e allontanavano
i ricordi delle nostre occasioni,
tradotti in versi per quei ch'amano. 105
I suoi significanti, evasioni
eran per me il retto conservarsi
per sempre degli impeti e passioni 108
che mi unirono a lei con l'amarsi.
Un reliquiario avanti si pose
allo sguardo incredulo, di catarsi 111
colpito tutto, avente molte cose:
ricordi perduti, sogni infranti,
amori quasi veri e calorose 114
salvezze dalle mani degli infanti;
"gli atti scancellati per il gioco
del futuro", quei ameni radianti 117
versi ripensavo nell'arso fuoco
del momento insigne. Tempo era
di affrontare la realtà, non croco 120
non simbolo, non fiera bestia fera,
ma me stesso nel mio raggiunto
essere, trasformato dalla sera 123
che mi ha avvolto e così disgiunto
dal terreno emisfero che con mano
resemi uomo dal corpo defunto. 126
Ecco che oso superare piano
la insegna sublime, per entrare
in quel loco carico dell'arcano 129
viver: schianti di pigne, sopra il mare,
nell'equinozio lunare, e quei cocci
che ritornano, come un sacro altare, 132
riconobbi celere con i miei occi.
La letteraria zampa, eccelso aiuto
fornisce a me: gli ottusi fantocci 135
che istruirono lo mio acerbo fiuto
scomparvero all'istante nel cimelio
della somma lira, eterno attributo 138
della vita, mio unico ed eterno elio.
In mezzo a quella natura, una porta
scura stava per aprire l'afelio 141
della saggezza; la mente accorta
capì che non era più il tempo d'Arsenio,
solo e incerto, ascosto nell'insorta 144
vita: era il tempo di vedere Eugenio. 145
di quei che hanno ricevuto pena,
soprattutto l'ultima schiera, alcuno 3
è felice, ma grazia alla falena
che li tenne in vita, soavemente,
conservano stretto nell'altalena 6
della vita il ricordo nella mente
che per fatal dono riserva ancora
il fu insieme loro giustamente. 9
Hai ben veduto, dalla grande agora,
alla piana dagli affluenti visa,
fra piaggia della marea e la flora 12
del calle stretto, che la loro guisa
vive sempre nell'irta ricordanza
del passato: esiste quindi, precisa, 15
in tempi e spazi, la comunanza
del piacere provato. Lo supremo
Foscolo, con la sua abbondanza, 18
ti diede già un ottimo crisantemo:
la corrispondenza di alti sensi
amorosi, la vita oltre l'estremo 21
fine dei respiri; e così, consensi
superiori ricevetti su questo
iter dalla ragione dei forensi 24
versi del Caproni il cui onesto
verbo ti ha manifestato, bene,
la funzione in vita del vario gesto 27
poetico, dedite a le catene
togliere alla triste sorte dataci.
Sappi che egli, fra le quasi amene 30
terre dell'amor perduto, di baci
prive, ma dell'idea viva, l'ultimo
è". Trasmutate le parole fugaci 33
in aulici asserti, lo etimo
del sapere mi esibì la guida
con animo errante; "Io estimo 36
la sua somma loquela che diffida
e discerne lo giusto dal peccato
con affabile modo e affida 39
se medesmo, con gran siginificato,
all'onore e alla poesia.
Cosa mi attende, quale ducato, 42
quale signoria dell'ecclesia
poetica accoglierà il mio udire?"
Questa volta, non fu una eresia 45
la mia istanza chè nel proseguire
il cammino, una risposta diedemi:
"L'acmè del nostro faticoso ire 48
termina alla soglia dei supremi
pensieri dell'orgoglio del paese
tuo, benchè giovane, per gli edemi 51
di un popolo vago, scappò e difese
se stesso in quel di Firenze con arduo
ingegno. Lì, consumò le imprese 54
seconde che il restante suo individuo,
che qui vive, causò con oblazione
chè descrisse l'uno divenuto duo. 57
Già troppo dice la mia abnegazione
al silenzio e più non chiedere a me:
avrai da altro miglior dizione". 60
La salita, alle sì dolcissime
parole della mia statua immensa,
giunse al suo termine, medesime 63
e diverse nella sua alta sapienza.
Innanzi agli occhi nuovi e lucidi,
la collina divenuta in scadenza 66
promontorio, si affacciava, su avidi
mari senza acqua, conditi di tristezza
e avvolti in sospiri placidi. 69
Un rialzo a strabiombo, d'altezza
elevata, dominava forte la scogliera
sottostante, colpita dalla giustezza 72
dal mare d'origine forestiera.
Desolata era la zona dal libeccio
sferzata, invecchiato, ampolliera 75
di suoni risa dadi, un intreccio
di ricordi nell'orizzonte in fuga;
non luce vicino al verde leccio, 78
non un varco, che la debole ruga
usi per pasare ciò che ci arresta,
un cartello con scritta ignifuga, 81
solenne:"Ed io non so chi va e chi resta".
Giunti al grande incontro, quello sperato,
sognato in quella terra celesta, 84
pensai fra me e me, e con disperato
sguardo, la sua anima che respira,
cercavo; "Dove sei, dove sei, amato 87
simbolo del mio viver nella lira?".
L'effluvio del mare, delle giornate
passate alla ricerca della mira 90
vera, mi conduse alle amate
terre, immaginate in istanti
arcani ed ora, con alternate 93
andature, ebbi non più distanti.
Adiacente alla casa, un pomario
indicato da versi musicanti 96
nomi cose vita, un rimario
senza rime, se non alcune, sparse,
avente il sacro amor dell'inventario. 99
Fra me ed esso, mura cosparse
di parietaria, ci dividevano,
dividevan i pensieri delle arse 102
mattine d'autunno e allontanavano
i ricordi delle nostre occasioni,
tradotti in versi per quei ch'amano. 105
I suoi significanti, evasioni
eran per me il retto conservarsi
per sempre degli impeti e passioni 108
che mi unirono a lei con l'amarsi.
Un reliquiario avanti si pose
allo sguardo incredulo, di catarsi 111
colpito tutto, avente molte cose:
ricordi perduti, sogni infranti,
amori quasi veri e calorose 114
salvezze dalle mani degli infanti;
"gli atti scancellati per il gioco
del futuro", quei ameni radianti 117
versi ripensavo nell'arso fuoco
del momento insigne. Tempo era
di affrontare la realtà, non croco 120
non simbolo, non fiera bestia fera,
ma me stesso nel mio raggiunto
essere, trasformato dalla sera 123
che mi ha avvolto e così disgiunto
dal terreno emisfero che con mano
resemi uomo dal corpo defunto. 126
Ecco che oso superare piano
la insegna sublime, per entrare
in quel loco carico dell'arcano 129
viver: schianti di pigne, sopra il mare,
nell'equinozio lunare, e quei cocci
che ritornano, come un sacro altare, 132
riconobbi celere con i miei occi.
La letteraria zampa, eccelso aiuto
fornisce a me: gli ottusi fantocci 135
che istruirono lo mio acerbo fiuto
scomparvero all'istante nel cimelio
della somma lira, eterno attributo 138
della vita, mio unico ed eterno elio.
In mezzo a quella natura, una porta
scura stava per aprire l'afelio 141
della saggezza; la mente accorta
capì che non era più il tempo d'Arsenio,
solo e incerto, ascosto nell'insorta 144
vita: era il tempo di vedere Eugenio. 145
- Cammellaio Patto
- Senior
- Posts: 1243
- Joined: 28/04/2007, 18:01
- Location: roma
Re: Angolo della Poesia
goppas, hai il dono innato di scrivere cose che non leggerò mai.
[img width=213 height=150]http://www.offoffoff.com/film/2003/imag ... opera1.jpg[/img]
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
:)Cammellaio Patto wrote: goppas, hai il dono innato di scrivere cose che non leggerò mai.
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
E' un modo diverso di fare poesia: ho sempre scritto col verso libero pensando di non essere in grado di utilizzare la metrica.
Un giorno, scrivo qualche verso in rima incantenata ed ora sono 2600 abbondanti.
Un giorno, scrivo qualche verso in rima incantenata ed ora sono 2600 abbondanti.
- _angelus_
- Senior
- Posts: 1452
- Joined: 28/05/2008, 19:32
- Location: Napoli
Re: Angolo della Poesia
Domanda Goppas.Goppas wrote: E' un modo diverso di fare poesia: ho sempre scritto col verso libero pensando di non essere in grado di utilizzare la metrica.
Un giorno, scrivo qualche verso in rima incantenata ed ora sono 2600 abbondanti.
Il senso di obbligo che ti dà il dover concludere con una rima, il che secondariamente altera anche un pò il pensiero, è una cosa che col tempo va scomparendo (anche con la pratica) o è una rottura di balls che, a parte l'essere un pò più ferrato, non ti lascia?
Delirio, già pubblicato nel fantastico ( ) mondo di feisbuk.
"Prendo per mano la mia tristezza e l'accompagno in un viaggio attraverso tutto quello che possiede, i miei pensieri.
Un regno apparentemente infinito, dove la confusione si stabilizza in un equilibrio tanto precario quanto affascinante.
Essa si porta avanti trascinando il passo, le spalle chiuse a sorreggere l'immenso dono che possiede così come gli innumerevoli possedimenti che posso scorgere. Sa benissimo che è causa e fine dei miei mali, così il peso s'aggrava, piegandola sulle sue gambe immortali e stupende, accomodando ogni speranza in un vortice lontano dal suo cammino.
Non arriveremmo alla fine passando per il corpo, così, con l'ansia tra le dita, svela un telo immaginario sulla punta dell'iceberg, un colpo al cuore, lento e pesante.
Il ghigno della tristezza è quanto mai intenso, con una mano indica qualcuno immerso in ragnatele sottilissime, lo sguardo inerte, perso nel vuoto.
Sembra così vicina alla realtà la persona che mi mostra, ha lo sguardo così vuoto all'apparenza che potresti immaginartici qualunque cosa, è così inconsapevole del proprio essere che potresti farla diventare qualunque cosa tu voglia senza che lei parli, andando poi a cozzare con la realtà, prima o poi.
E' realmente l'emblema del mio percorso, posizionata nell'onore delle mie pene, immobile nel fluire dell'immaginazione e della sofferenza.
E' fonte inesauribile di dolore e per questo il cardine di tutti i miei pensieri, tentacolare ed innocua padrona dei miei sentimenti.
Fra un pò, mi spiega a pensieri la mia compagna di viaggio, tutto si celerà con la polvere, le ragnatele così fini adocchiate dapprima, si inspessiranno come corde di sicurezza e il suo sguardo non riuscirà più ad addolcirmi, a ferirmi. Non è una cosa buona, continua a trasmettermi con tremore la tristezza, mi dice che perderò l'unica persona che mi ha fatto realmente innamorare nel corso della mia vita, perderò i sentimenti che mi legano a lei, perderò la concezione terrenamente idilliaca che ho delle sue parole, dei suoi gesti, dei suoi pensieri. Irrimediabilmente.
Le chiedo se c'è una soluzione.
Mi dice che se ci fosse, non me la direbbe. Ha troppo cara la mia compagnia per dover liberare dalla sua morsa colei che saprebbe allontanarmi da lei.
Che tu sia maledetta, le rispondo.
Lo sono già, risponde criptica la tristezza."
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
Scusa, ma non ho capito la tua domanda..._angelus_ wrote: Domanda Goppas.
Il senso di obbligo che ti dà il dover concludere con una rima, il che secondariamente altera anche un pò il pensiero, è una cosa che col tempo va scomparendo (anche con la pratica) o è una rottura di balls che, a parte l'essere un pò più ferrato, non ti lascia?
Delirio, già pubblicato nel fantastico ( ) mondo di feisbuk.
"Prendo per mano la mia tristezza e l'accompagno in un viaggio attraverso tutto quello che possiede, i miei pensieri.
Un regno apparentemente infinito, dove la confusione si stabilizza in un equilibrio tanto precario quanto affascinante.
Essa si porta avanti trascinando il passo, le spalle chiuse a sorreggere l'immenso dono che possiede così come gli innumerevoli possedimenti che posso scorgere. Sa benissimo che è causa e fine dei miei mali, così il peso s'aggrava, piegandola sulle sue gambe immortali e stupende, accomodando ogni speranza in un vortice lontano dal suo cammino.
Non arriveremmo alla fine passando per il corpo, così, con l'ansia tra le dita, svela un telo immaginario sulla punta dell'iceberg, un colpo al cuore, lento e pesante.
Il ghigno della tristezza è quanto mai intenso, con una mano indica qualcuno immerso in ragnatele sottilissime, lo sguardo inerte, perso nel vuoto.
Sembra così vicina alla realtà la persona che mi mostra, ha lo sguardo così vuoto all'apparenza che potresti immaginartici qualunque cosa, è così inconsapevole del proprio essere che potresti farla diventare qualunque cosa tu voglia senza che lei parli, andando poi a cozzare con la realtà, prima o poi.
E' realmente l'emblema del mio percorso, posizionata nell'onore delle mie pene, immobile nel fluire dell'immaginazione e della sofferenza.
E' fonte inesauribile di dolore e per questo il cardine di tutti i miei pensieri, tentacolare ed innocua padrona dei miei sentimenti.
Fra un pò, mi spiega a pensieri la mia compagna di viaggio, tutto si celerà con la polvere, le ragnatele così fini adocchiate dapprima, si inspessiranno come corde di sicurezza e il suo sguardo non riuscirà più ad addolcirmi, a ferirmi. Non è una cosa buona, continua a trasmettermi con tremore la tristezza, mi dice che perderò l'unica persona che mi ha fatto realmente innamorare nel corso della mia vita, perderò i sentimenti che mi legano a lei, perderò la concezione terrenamente idilliaca che ho delle sue parole, dei suoi gesti, dei suoi pensieri. Irrimediabilmente.
Le chiedo se c'è una soluzione.
Mi dice che se ci fosse, non me la direbbe. Ha troppo cara la mia compagnia per dover liberare dalla sua morsa colei che saprebbe allontanarmi da lei.
Che tu sia maledetta, le rispondo.
Lo sono già, risponde criptica la tristezza."
- Teo
- Pro
- Posts: 16455
- Joined: 09/09/2002, 8:57
- MLB Team: Atlanta Braves
- NFL Team: Buffalo Bills
- NBA Team: Utah Jazz
- NHL Team: Colorado Avalanche
- Location: padova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
Luna del sogno mesto di giorni sereni,
chiudi il segno profondo del mio cuore
con un soffio lieve del tuo sorriso.
[align=left][/align]
- _angelus_
- Senior
- Posts: 1452
- Joined: 28/05/2008, 19:32
- Location: Napoli
Re: Angolo della Poesia
La pratica nello scrivere in rime aiuta realmente nel corso del tempo nell'elaborazione, sempre in rime?Goppas wrote: Scusa, ma non ho capito la tua domanda...
Sembra scontata la risposta "sì", ma vorrei sapere da te, se puoi dirmelo, in che modo.
Cioè se cambia il modo di pensare alla scrittura o se cambia il numero di parole disponibili per la rima.
- Goppas
- Senior
- Posts: 1794
- Joined: 05/01/2004, 12:12
- Location: Genova
- Contact:
Re: Angolo della Poesia
Diciamo che la rima aiuta e non aiuta allo stesso tempo. Spesso mi viene naturalissima, ogni tanto dico, cazzo e qua cosa ci metto?!_angelus_ wrote: La pratica nello scrivere in rime aiuta realmente nel corso del tempo nell'elaborazione, sempre in rime?
Sembra scontata la risposta "sì", ma vorrei sapere da te, se puoi dirmelo, in che modo.
Cioè se cambia il modo di pensare alla scrittura o se cambia il numero di parole disponibili per la rima.
Però, sia l'endecasillabo che l'incatenata non alterano, almeno nel mio caso, ciò che voglio scrivere/esprimere.
Ovviamente, più scrivi in rima, più ti abitui: io ho avuto difficoltà nelle sillabe, all'inizio, ossia non subito nasceva l'endecasillabo, magari
un deca o un dodecasillabo, ma col tempo è diventanto un automatismo con rima incorporata!
Dopo quasi 3000 versi, ti posso dire che aiuta e che non altera, sempre per quel che mi riguarda, la scrittura o il numero di parole disponibili per la rima
- _angelus_
- Senior
- Posts: 1452
- Joined: 28/05/2008, 19:32
- Location: Napoli
Re: Angolo della Poesia
Chiarissimo, ti ringrazioGoppas wrote: Diciamo che la rima aiuta e non aiuta allo stesso tempo. Spesso mi viene naturalissima, ogni tanto dico, cazzo e qua cosa ci metto?!
Però, sia l'endecasillabo che l'incatenata non alterano, almeno nel mio caso, ciò che voglio scrivere/esprimere.
Ovviamente, più scrivi in rima, più ti abitui: io ho avuto difficoltà nelle sillabe, all'inizio, ossia non subito nasceva l'endecasillabo, magari
un deca o un dodecasillabo, ma col tempo è diventanto un automatismo con rima incorporata!
Dopo quasi 3000 versi, ti posso dire che aiuta e che non altera, sempre per quel che mi riguarda, la scrittura o il numero di parole disponibili per la rima
-
- Senior
- Posts: 1929
- Joined: 26/05/2008, 14:27
- Location: Caserta
Re: Angolo della Poesia
Personalmente non ho mai trovato alcuna opera poetica che mi ha emozionato come la Divina Commedia.
Poi come la recita e spiega Benigni
Poi come la recita e spiega Benigni
E mi dispiace ma non sempre riesci quando provi.
- Cobain88
- Senior
- Posts: 1405
- Joined: 22/05/2008, 23:27
- NBA Team: New York Knicks
Re: Angolo della Poesia
Goppas wrote: Diciamo che la rima aiuta e non aiuta allo stesso tempo. Spesso mi viene naturalissima, ogni tanto dico, cazzo e qua cosa ci metto?!
Però, sia l'endecasillabo che l'incatenata non alterano, almeno nel mio caso, ciò che voglio scrivere/esprimere.
Ovviamente, più scrivi in rima, più ti abitui: io ho avuto difficoltà nelle sillabe, all'inizio, ossia non subito nasceva l'endecasillabo, magari
un deca o un dodecasillabo, ma col tempo è diventanto un automatismo con rima incorporata!
Dopo quasi 3000 versi, ti posso dire che aiuta e che non altera, sempre per quel che mi riguarda, la scrittura o il numero di parole disponibili per la rima
Io posto la mia esperienza,cioe' quella di un ragazzetto che scrive in pratica da quando ha iniziato il liceo,sia in italiano che in inglese...ho sempre scritto col verso libero e in rima,anche se mi aiuta il fatto che avendo un gruppetto qualcuna delle mie poesie e' stata adattata a canzone...e devo dire che la rima spesso ti blocca,perlomeno nel modo in cui scrivi le cose che vuoi dire(quasi mai nel significato generale poi,o almeno non mi e' mai capitato),ma in altri casi la fine della frase e' talmente ovvia che ti domandi:"Perche' non ci ho pensato prima?"
Posso farti un esempio(che tra l'altro,caro Angelus,dovresti anche conoscere):
Strip yourself,I’ve been so brave
Baby it’s time to be my slave
Let’s have sex,I’m so horny
Wanna hold you till tomorrow morning
Let’s have a kid,no condoms tonight
I want your heart,then I will die
Few moments of pleasure my last desire
I’ll be burned by your fire
In love
In love with you
In love
In love with you
Now it’s over,could you tell me
Are just we friends,I can’t see
You smoke again,giving no answer
You’re not thinking about being tender
I would like to look in your eyes
And tell you baby you’re nice
I’m waiting that Cupid’s dart
Makes you tell me be my Kurt
Rime tipo:see-me,brave-slave...sono anche facili...
Ma fidati...fare rima con "Kurt" e' stata la cosa piu' difficile che ho mai potuto fare...
"Who wants to sleep in the city that never wakes up?"
"Se raccogliessero tutte le frasi che ho detto,capirebbero che sono un'idiota e la finirebbero di farmi domande"
"Se raccogliessero tutte le frasi che ho detto,capirebbero che sono un'idiota e la finirebbero di farmi domande"
- _angelus_
- Senior
- Posts: 1452
- Joined: 28/05/2008, 19:32
- Location: Napoli
Re: Angolo della Poesia
Ah, queste parole mi fanno venir voglia di prendere di prendere le bacchette e far il solito bordello da sottofondo
Ovviamente sai che apprezzo molto le tue composizioni, non a caso ti lasciamo libertà creativa.
Ovviamente sai che apprezzo molto le tue composizioni, non a caso ti lasciamo libertà creativa.