Vabbè, ho 2 secondi quindi argomento.
Supponiamo che prendano 5mila euro a partita senza fisso. Non è così, ma supponiamolo.
Un Tagliavento qualsiasi l'anno scorso ha arbitrato 22 partite di serie A (userò Tagliavento a purissimo titolo d'esempio). Siamo già a 110mila euro. Più le diarie per le trasferte, più le partite da quarto uomo, più le diarie per i raduni dal giovedi alla domenica, più le presenze in B che non ho contato. A quanto si dovrebbe arrivare? E 200mila euro dovrebbero cambiare loro la vita? Se non lo fanno i 150-170mila che guadagnano adesso (con la supposizione succitata), non vedo come gli extra 30mila dovrebbero cambiare qualcosa.
Naturalmente ho lasciato fuori i guadagni europei (Tagliavento è internazionale ed ha lavorato anche nella finale di Europa League, per quanto non da arbitro principale), che non toccherebbero a tutti.
E questo sarebbe usando la supposizione di quei guadagni. Alla faccia della trasparenza, le partite arbitrate ed i guadagni degli arbitri (ed i rimborsi spese forfettari) non sono di dominio pubblico e facili da scovare. Ogni tanto vengono pubblicati. Per esempio
10 anni fa prendevano quei soldi in lire (fino al 2000, un fisso di 120 milioni più un bonus a partita, poi un fisso da 60 milioni con bonus da 10 milioni a partita, ditemi se è poco!). Poi fino a calciopoli hanno continuato con
le stesse cifre (un po' inflazionate):
Ricordiamo che la scorsa stagione ogni presenza in Serie A fruttava all'arbitro di gara 5164 euro. Va poi sommata la quota base percepita da ogni elemento dell'Aia: 37.400 euro per gli arbitri internazionali, 31.000 per gli arbitri con più di 25 presenze nella massima serie, 27.400 per gli altri e 14.000 per i fischietti al primo anno di presenza.
Ovviamente la fonte è quella che è, ma segue con molta coerenza quanto riportato dal Corsera nel 2001 (considerata l'inflazione), quindi è realistica.
Dopo Calciopoli, hanno aumentato il fisso, proprio secondo la logica di "ti do' un fisso alto, ma tu ti prepari al meglio" e gli stipendi sono
diventati:
70 mila euro lordi all’anno per un internazionale; 60 mila euro a chi dirige più di 25 gare in A; 45 mila euro a chi arriva fino a 25; 30 mila euro all’arbitro debuttante; 17.500 euro all’assistente internazionale; 15 mila euro all’assistente; 3.400 euro all’arbitro per una gara in A e 800 all’assistente; 1.700 euro e 400 euro per una gara in B; mille euro e 200 euro per una gara in Coppa Italia; 200 euro e 100 euro per un’amichevole.
Dati riferiti al 2006, che quindi non includono eventuali aumenti derivanti dall'inflazione (che ci saranno stati sicuramente). Pure supponendo che i guadagni siano rimasti quelli, sempre usando il Tagliavento dell'esempio, parliamo di 145mila euro solo per le 22 partite arbitrate in A (fra i 70mila di fisso ed i 3400 a partita).
Secondo te non arriviamo a 200mila già adesso quando includiamo diarie, trasferte, coppa Italia, serie B, amichevoli e presenze da quarto uomo? 200mila euro sarebbero una decurtazione.
E ripeto anche che si sta parlando solo di campionato italiano. Andiamo a considerare partite UEFA e FIFA e probabilmente Tagliavento oggi come oggi porta a casa sui 250mila-300mila euro l'anno.
Ma continuo poi a non capire "5000 sono troppo pochi per una partita, quindi ti do' 200.000 per tutta la stagione", quando semplicemente contando le partite in cui sono impiegati si vede che non ci sia una grande differenza nel percepire i 5mila succitati. Se uno non è motivato da 110mila euro (considerando le 22 partite di Tagliavento dell'anno scorso, senza considerare fissi o altro), perché dovrebbe esserlo da 200mila? E da 500mila? Dov'è che la linea di demarcazione diventa accettabile?
Gli arbitri di A sono già adesso professionisti
de facto. Nessuno guadagna così tanto e va a fare il maestro delle elementari. Si mette in aspettativa o quello che è, e nel frattempo arbitra a tempo pieno.