Re: Ipse dixit

La gente vuole solo il goal
The blues brothers
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Re: Ipse dixit

Post by The blues brothers »

Passami quel fac... no non facs quello è il plurale, io ne voglio uno solo. (Aldo Biscardi)


:stralol: :stralol: :stralol: :stralol: :stralol: :stralol:


che idolo  :notworthy: :notworthy:
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thom yorke
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Re: Ipse dixit

Post by thom yorke »

Michele Salomone "Gillet si appresta a battere il rimesso dal fondo"
White Rabbit

Re: Ipse dixit

Post by White Rabbit »

Ottima la gazzetta oggi. Intervista ad Aquilani, fa una manciata di domande sulla politica. Il romanista cerca subito di sviare, ammettendo di non capire assolutamente nulla e di non sforzarsi nemmeno troppo per riuscirci. Il redattore non si scoraggia e domanda: "Il 16 marzo sarà il ventesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell'uccisione della sua scorta: fra i suoi pochi ricordi e le testimonianze, cosa le è rimasto di quell'evento?". Aquilani dribbla semplice con un "zero, non ricordo niente e non ne ho mai parlato". Il centrocampista candido ammette la sua ignoranza ed il suo disinteresse. Peccato che altrettanto non faccia Massimo Cecchini, autore dell'intervista, nonostante ignori che il 16 marzo sarà il trentennale del rapimento di Moro e che, anche se si fosse interessato, Aquilani di ricordi non ne avrebbe comunque, dato che è nato 24 anni fa. Chapeau.
The goat
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Re: Ipse dixit

Post by The goat »

Uppo questo topic con due chicche. Entrambe tratte da "Storie di Calcio".
Una di Nereo Rocco poco prima di Brasile-Inghilterra ai mondiali del 1970, l'altra di Rosati durante un'intervista.


Da Città del Messico, sono calati a Guadalajara tutti i tecnici del mondiale, l'occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire; c'è anche il nostro indimenticabile Nereo Rocco sudato, eccitato, entusiasta, che prima del match, nella piazza antistante lo Stadio, rovente come un forno, dice: "Gavemo el megio del fotbal mondial. Andemo a veder sti mona come el zoga, vogio veder se fan catenazzo...".
No, non fecero catenaccio.




- E' vero che a casa tua tra i mil­le trofei, c'è anche la maglia di Pelé?
- E' vero, ed è stata la mia con­quista più difficile. Eravamo già d'accordo di scambiarci le maglie, ma finita la partita ci fu la solita invasione di campo, e tutti volevano strappare le maglie ai giocatori, fi­gurati quella di Pelè. lo, nella par­tita contro il Brasile, avevo mar­cato Tostao, però ci tenevo ad ave­re la maglia del più bravo. Ricordo che con l'aiuto del terzino Carlos Alberto riuscii a sfilargliela, ma mi ritrovai addosso una turba di in­vasati. Eravamo in cinque a con­tenderci quella maglia.
Alla fine sfoderando la mia grinta da stopper ne avevo eliminati quattro, era­vamo rimasti in due e la maglia correva il rischio di finire a pezzet­tini, perché nessuno dei due mol­lava. Per fortuna arrivò un poli­ziotto, vide che io ero un giocatore e costrinse l'altro a mollare la pre­da. Ho poi letto che al Museo di Londra la maglia di Pelè è stata as­sicurata per 18 milioni e mi convin­si di aver fatto un affare. Temendo che potessero fregarmela, non l'ave­vo mollata nemmeno negli spoglia­toi.
Me l'ero infilata sotto la tuta, ero andato alla premiazione con il prezioso trofeo nascosto sotto il petto.
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Abbey Road è dolce e universale come il caffè di Starbucks
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