Sul run out di Ponting: l'errore madornale è stato cercare quel punto. In quella situazione (stai lottando disperatamente per non perdere, ma hai trovato un minimo di inerzia), l'ultima cosa che fai è andare a cercare una corsa rischiosa. Poi, bravissimo Flintoff, ma in quel momento Ponting e Hussey dovevano restare fermi.
Quella partnership (Anderson / Panesar) è stata solo la prima di una lunga serie: l'Australia non è mai riuscita (escluso il quarto test) a spazzare via il lineup inglese. Le ultime 3-4 partnership inglesi hanno prodotto sempre qualcosa. E quelli sono punti bonus che valgono il doppio. Se una 8th wicket parntnership produce 0 runs, non c'è nulla di imprevisto; se te ne produce 50, è oro colato. Certo, la pioggia a Cardiff ha condizionato pesantemente l'incontro. Ma una 10th wicket parntership non può resistere così a lungo. Panesar è un inetto con la mazza in mano. Doveva essere out subito o quasi, invece ha resistito quasi 40 lanci. E queste cose si pagano. E questo si è visto durante tutta la serie. I bowlers australiani hanno faticato a trovare il ritmo: Mitchell Johnson è stato pessimo per due incontri, poi è risorto nel quarto, ma nell'ultimo incontro è stato mediocre. Siddle e Hilfenhaus hanno giocato bene, ma McGrath era un'altra cosa. Stuart Clark eroe nel quarto incontro, inconsistente nel quinto. C'è stato l'errore di non inserire Hauritz, ma fino ad un certo punto: uno spinner avrebbe fatto comodo a The Oval, ma non è stata certo per colpa sua se l'Australia è collassata nel primo innings.
Di fatto hanno giocato due mesi e la natura del cricket, come anche del baseball e del tennis, premia chi sa vincere quando conta. Se a tennis vinci 7-6, 0-6, 7-6, 0-6, 7-6 il tuo avversario può ben dire di aver vinto 9 games più di te, ma conta nulla.
Diciamo che è la natura delle serie. Se in una serie di basket vinci di 40 punti oppure di 1, non cambia nulla; è sempre 1-0. E poi c'è gara 2, che parte dallo 0-0. Anzi per certi versi è preferibile perdere nettamente, così non ci sono rimpianti. Se ci spostiamo nel baseball, ci sono le World Series del 1960: gli Yankees vinsero Gara 2-3-6 con scarti superiori ai 10 punti; ma persero di pochissimo le rimanenti quattro (Bill Mazeroski) e così vinse Pittsburgh.
A questo riguardo sono apparsi vari lunghi ed elaborati articoli sulla stampa inglese recentemente che proponevano la creazione di una "superlega" ad 8 e di un conseguente calendario che preveda che le squadre nazionali giochino un campionato di test cricket nell'arco di 4 anni. Con semifinali e finale alla fine del quadriennio.
Le Ashes rientrerebbero nella sfida, sia come evento singolo, che come "partite" di andata e ritorno.
Questo per ridare la giusta importanza al test cricket. Molte idee e molto da discutere, in termini di calendario, spazio TV, sponsor, etc..
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Si pensava anche agli incontri in notturna, ma si dovrebbe pensare ad una palla adatta. Il rosso è un colore che non si distingue bene con le luci artificiali. Il problema è che il test cricket è tutto fuorché televisivo: lungo, lento e soprattutto dopo cinque giorni di gioco non è detto che ci sia un vincitore. Faccio un esempio banale: quando sono rientrato da Cardiff, mia madre mi ha chiesto:
Chi ha vinto? Quando le ho risposto: nessuno, la reazione è stata: "
Questi hanno giocato 5 giorni e non c'è un vincitore? Ma che roba è?". Questo è uno dei motivi per cui il test cricket non riscuoterà mai troppo successo negli USA, la cui mentalità sportiva esige sempre un vincitore.
Poi ci sono nazioni in cui il test cricket sta facendo davvero fatica: la Nuova Zelanda gioca (se va bene) un paio di test all'anno, le West Indies paiono più interessate ad altre forme (senza dimenticare i numerosi problemi che stanno colpendo la federazione caraibica). India, Pakistan e Sri Lanka non stanno trascurando il test cricket: anche se è in terza posizione, l'India potrebbe davvero essere considerata al numero uno; lo Sri Lanka al #2 è una testimonianza del valore (anche se va detto che i Cingalesi non hanno incontrato squadre particolarmente forti in questi ultimi anni). Diciamo che a livello di seguito / tifosi, nel subcontinente indiano la passione per il cricket di un giorno è sempre stata forte; ma per quanto riguarda i giocatori, il test cricket è ancora considerato la punta di diamante. Eccellere nel test cricket significa essere FORTI. Più che il subcontinente indiano, il lavoro pro-test va fatto verso Nuova Zelanda e West Indies.