La Crisi Del Basket Slavo

la pallacanestro europea ed italiana
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Ciombe
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Post by Ciombe »

Ieri ho visto le 2 gare di Eurolega, quindi CSKA vs Napoli e Roma vs Partizan.

In special modo mi ha colpito il Partizan. Negativamente.

Ho visto un grande maestro slavo - Vujosevic, colui che ha allenato/formato/cresciuto i più grandi campioni slavi del decennio scorso e di adesso, Danilovic su tutti e colui che fece diventare un giocatore di alto livello Ancilotto - alla prese con le nuove generazioni di giocatori dei balcani, uno su tutti Tripkovic, ma anche Perovic, e leggevo sconcerto nei suoi occhi.

Tripkovic grande talento, ma 1/10 della voglia che avevano Danilovic, Bodiroga, Djordjevic ai suoi tempi.
Ho visto Tripkovic fare un paio di crossover e movimenti tipicamnete americani, quando il forte del basket slavo era proprio la pulizia dei movimenti, tecnici fino alla perfezione. Beh.. rimuginando ho notato come ultimamente il basket slavo si stia americanizzando, la grande scuola slava formare giocatori che valgono 1/4 forse della generazione precedente a livello di fondamentali e preparazione tattica.

La nazionale slava stessa negli ultimi anni sta faticando, rimediando figuracce a destra ed a manca: Jaric, Radmanovic a comportarsi come superstar viziate.

Della generazione buona, quella dei Bodiroga, Danilovic, Sale, Paspalj, kukoc, Radja, Rebraca ecc l'ultimo giocatore uscito è stato Peja. Da lui in poi non è formato più uno slavo in grado di sbalordire con il suo gioco "puro".

Prima, il giocatore che usciva dal partizan, dal Cibona, competeva con gli americani per la supremazia nelle rispettive squadre o campionati, vinceva tutto o quasi in europa ed a 25/26 anni andava nella NBA.
Oggi i vari Kasun, Bagaric, Radmanovic, Milicic hanno preferito sbancare in NBA come più che 20enni, fermando il proprio sviluppo come giocatori, rimanendo in parte talenti incompiuti ed inespressi, anzi, uscendone fuori viziati, egocentrici, senza un briciolo di umiltà.
Last edited by Ciombe on 26/10/2006, 11:47, edited 1 time in total.
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BASTINI
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Post by BASTINI »

E' l'odore dei soldi.

Per quanto riguarda Tripkovic: un giocatore può essere talentuoso quanto vuole, ma se non ha le palle non verrà mai ricordato. A 20 anni è difficile averne di già, ma è lì che si forma il campione. Bodiroga e Danilovic le avevano, Uros non le ha. Per fare nomi italiani: Belinelli le ha.

Secondo me il basket anche in Europa si sta evoluendo, è vero, in modo un pò Americanizzato, soprattutto nel costante perfezionamento di movimenti tipici da attaccanti marcati come il feed-away o appunto il cross-over. Tutto ciò a scapito degli schemi, della motion offense e più in generale della circolazione di palla.
Diciamo l'1VS1 viene prima di tutto, o almeno questo è quello che gli Americani vogliono vedere nei giocatori Europei e che gli stessi vogliono imparare al meglio. Questo perchè? Probabilmente perchè è sempre stato il maggior difetto degli Europei sbarcati in NBA, e solo negli ultimi anni si sta pianando questa falla.
Secondo me il tipico scout Americano pensa: "Tutti gli Europei sanno giocare di squadra, tutti gli Europei sanno tirare. Se ne trovo uno bravo nell'1VS1 o atleticamente prestante, ho pescato il jolly."

Da questo punto di vista secondo me il basket Europeo sta scemando di livello, sia per la presenza degli Americani (che diventano veri e propri go-to-guy, non per loro natura ma per volere dell'allenatore) sia per la frenesia che ha portato l'attacco ai 24 secondi, che fa prendere al 95% degli attacchi il primo tiro disponibile.

Tuttavia ci sono ancora immense differenze nello stile di gioco, una su tutte il numero di palleggi.
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Ciombe
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Post by Ciombe »

Che il giocatore europeo non sappia giocare 1 vs 1 non è assolutamente vero.

Bodiroga gioca magnificamente l'1 vs 1, tirando con medie esaltanti da 2 e poco da 3. Molti dei suoi canestri arrivano da palleggi arresto e tiro a centro area o giri sul piede perno. Non forza mai una soluzione, gioca poco in p&r e mai in uscita dai blocchi, ma con tecnica e cervello riesce con il minimo (apparente) sforzo a portare il difensore dove, come e quando vuole per renderlo inefficace.
E' lento, non è atletico ma è talmente duro mentalmente e non forza mai un tiro.

Peja è simile, poco atletico ma dotato di un tiro da sogno e di una tecnica d'attacco da urlo e prende molte soluzioni dall'arco o in palleggio arresto e tiro.

Solo che non giocano di crossover, non vanno fino in fondo, sono poco spettacolari, ma in attacco immarcabili.

Invece le nuove leve slave cercano tutte di imitare James, Carter, Iverson, KG e non Danilovic, Dalipagic, Djordjevic, Kukoc ecc...
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Post by ale23 »

Ma Bodiroga è una perla nel panorama del basket europeo e mai si è confrontato col livello Nba. Sono d'accordo con quanto dice il Basto: le maggiori cantonate degli ultimi draft le ha prese chi cercava un "2.10 che sapesse tirare da tre", un nuovo Nowitzki per poi ritrovarsi tra le mani uno Skita. Un giocatore che deve fare il lungo (perchè sanno bene che da loro ne escono sempre meno), che la metta da tre e non faccia danni in difesa. Perchè se parliamo di super-atleti, quelli ne hanno a bizzeffe.
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Post by horace13 »

Viene da dire che sia una questione di mentalità.
Sono famose le "urban legend" delle giovanili slave dei periodi di Danilovic &Co. dove i ragazzi erano sottoposti ad ogni tipo di vessazione fisica atta a temprargli il morale (allenamenti scalzi, sotto la pioggia, al freddo...)

Il problema forse è che non riescono ad inculcare in questi ragazzi i principi fondamentali della mentalità di gioco slava: su tutti una determinazione di ferro. È quindi un problema di metodo imho.

Questi giovani sanno benissimo che la possibilità di andare in NBA ce l'hanno: basta far veder qualcosina che di la dall'oceano ti prendono. Poi cosa te ne frega: i soldi in tasca ce li hai già, a 20 anni, cosa te ne frega di imparare a giocare? Cosa te ne frega di sbatterti per la nazionale?

Fossi nella federazione slava cercherei di modificare la modalità "educative" del sistema, forse partendo da questa base si potrà migliorare qualcosa da questo punto di vista...
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Ciombe
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Post by Ciombe »

Ma Bodiroga è una perla nel panorama del basket europeo e mai si è confrontato col livello Nba. Sono d'accordo con quanto dice il Basto: le maggiori cantonate degli ultimi draft le ha prese chi cercava un "2.10 che sapesse tirare da tre", un nuovo Nowitzki per poi ritrovarsi tra le mani uno Skita. Un giocatore che deve fare il lungo (perchè sanno bene che da loro ne escono sempre meno), che la metta da tre e non faccia danni in difesa. Perchè se parliamo di super-atleti, quelli ne hanno a bizzeffe.
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beh... ovviamente Bodiroga è una perla... ma fino a 10 anni fa il giovane slavo di 17/18 anni cercava di essere come lui o come Danilovic o come Paspalj o come Cosic. Oggi invece il 17/18enne fa i crossover, è presuntuoso e viene considerato sulla base del suo potenziale. Mentre Bodiroga al tempo, sul potenziale ha saputo lavorare in silenzio, senza presunsione, con il duro sacrificio di chi vuol arrivare.
Oggi non c'è un giocatore della ex juogslavia che incarna quello spirito, al di là della questione tecnica.

Viene da dire che sia una questione di mentalità.
Sono famose le "urban legend" delle giovanili slave dei periodi di Danilovic &Co. dove i ragazzi erano sottoposti ad ogni tipo di vessazione fisica atta a temprargli il morale (allenamenti scalzi, sotto la pioggia, al freddo...)

Il problema forse è che non riescono ad inculcare in questi ragazzi i principi fondamentali della mentalità di gioco slava: su tutti una determinazione di ferro. È quindi un problema di metodo imho.

Questi giovani sanno benissimo che la possibilità di andare in NBA ce l'hanno: basta far veder qualcosina che di la dall'oceano ti prendono. Poi cosa te ne frega: i soldi in tasca ce li hai già, a 20 anni, cosa te ne frega di imparare a giocare? Cosa te ne frega di sbatterti per la nazionale?

Fossi nella federazione slava cercherei di modificare la modalità "educative" del sistema, forse partendo da questa base si potrà migliorare qualcosa da questo punto di vista...
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Ci ho messo 3 post io a cercare di dire quello che te hai descritto perfettametne in poche righe :notworthy:
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BASTINI
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Post by BASTINI »

Diciamo anche (e occhio, non sottovalutiamo sto fatto) che il Danilovic o il Divac crescevano in un paese sotto le armi o comunque devastato, avevano il basket come forse unica chance e diventavano uomini molto molto prima. Erano più maturi alla stessa età, si prendevano più responsabilità. I soldi erano in secondo piano, prima veniva la competizione.
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Post by horace13 »

Diciamo anche (e occhio, non sottovalutiamo sto fatto) che il Danilovic o il Divac crescevano in un paese sotto le armi o comunque devastato, avevano il basket come forse unica chance e diventavano uomini molto molto prima. Erano più maturi alla stessa età, si prendevano più responsabilità. I soldi erano in secondo piano, prima veniva la competizione.
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A parte che non credo si viva poi così tanto bene anche adesso in quei territori, quella generazione durante la guerra civile era già tutta più o meno all'estero, credo.
Ma sicuramente il clima era molto pesante, e questo probabilmente li ha temprati, e ha anche formato in loro un clamoroso spirito di competizione. Cosa che nei giovani dopo di loro è venuta meno... o meglio, si è presentata in modo errato, cioè prendendo come metro di paragone non la prestazione sportiva, la bravura, ma i soldi che uno prende più o meno dell'altro
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Post by Ciombe »

Sarà che prima la Jugoslavia era un mondo a parte, intendo cestisticamente.
produceva l'esatto opposto del giocatore americano.
Non atletico, ma completo tecnicamente. Non da schiaccione, ma da arresto e tiro.

Ora invece vedo un tripkovic fare crossover e le hesitation da americano da 4 soldi, un Radmanovic snobbare la nazionale se non si adatta al suo lignaggio da star e Bodiroga abbandonare la nazionale per incompatibilità di "ideali" con le nuove leve...
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Post by Viadana »

Nessuno tra i vari Danilovic o Kucoc o Divac pensava che avrebbe mai giocato nella NBA. La NBA allora era un mondo a parte, il campionato di Urano che si puó vedere via satellite, ma non si puó mai raggiungere. Per questo hanno basato il loro gioco su chi era piú vicino, su i loro futuri avversari e compagni europei. La generazione che ha vissuto le guerre e la caduta della Jugoslavia é quella attuale, che é anche la mia. Adesso la Serbia é uno degli stati piú "inutili" d'Europa solo montagne mentre le risorse del mare e del turismo le hanno Croazia e Slovenia. Il cambiamento é che la Serbia é ormai uno dei maggiori punti di riferimento degli scout NBA e un 14enne puó vedere sugli spalti Bird o McMillan ad osservarli e se ne frega delle 3 ore di allenamento giornaliere tutto l'anno.
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Post by Jakala »

Mi pare fosse una teoria di Goppas quella del fatto che l'americanizzazione dei giocatori slavi fosse dovuta ai troppi soldi.
Per molti aspetti sono d'accordo con lui è successo nell NCAA dove i giocatori venivano prelevati troppo presto fino a farli uscire dalle high school succede adesso in Europa con i migliori talenti.

Vediamo se Toronto prelevando giocatori esperti riesce ad invertire il trend.
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Post by Goppas »

Mia teoria...grazie per la citazione Jakala. Comunque, diciamo che la scuola slava sta tirando giocatori buoni, ma non fenomeni, ma sono sempre giocatori da Eurolega, mica C1-C2 italiana!!! Cioè, la scuola slava ha avuto la "sfiga" di vedere in 15 anni, nascere dei fenomeni, a mio parere i più forti della storia del basket euroepo, e alcuni anche della Nba. Poi certo, l'atteggiamento dei nuovi "fenomeni" slavi è sbagliato, però non crocifiggiamoli...hanno alle loro spalle Danilovic, Petrovic, Kukoc e Bodiroga, giusto per citarne alcuni.
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