Tennis Italiano

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CP3
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Post by CP3 »

Un momento, non vorrei che si equivocasse, mi sono spiegato male: il costo della racchetta era un'inezia, semplicemente una cosa in più. Ma che i costi per iscriversi ad un corso di tennis organizzato da un club non siano accessibili a tutti mi pare inoppugnabile. Non volevo neanche indicare questa come l'unica causa, ma solo come una delle tante che ho voluto sottoporre all'attenzione dell'utenza semplicemente perché non era mai stata menzionata durante alcuna telecronaca. E questa è una discussione che ritorna ad ogni torneo. Mi sembrava tanto ovvia quanto la poco esposizione mediatica del tennis e la mancanza di strutture.
Ovvio che queste non possono essere le uniche due cause che spiegano la situazione del nostro tennis, perché ci sono molti altri sport che soffrono di penuria di strutture (qualcuno ad esempio ha citato l'atletica, io dico la ginnastica) e che per praticarli devi andare a 30 Km da casa, eppure abbiamo prodotto risultati migliori che nel tennis. Se io volessi fare ginnastica o scherma non saprei nemmeno dove sia possibile farlo nelle mie zone. A strutture il tennis è più fornito che altri sport. Eppure nella scherma o sciabola che sia siamo sempre stati competitivi. E qui si potrebbe ritornare al discorso della scuola.
Dunque non è esclusivamente dai costi di un di un tennis club che deriva l'attuale situazione del tennis italiano, ma sicuramente sono un impaccio alla crescita del movimento. Ovvio, scontato, quanto lo è la poca esposizione del tennis. Mi sembrava strano che nessuno lo avesse mai detto o pensato.

Globalizzazione: non penso che i tennis finlandese, marocchino, cipriota e peruviano siano superiori a quello italiano. Ma solo che in questi ultimi dieci anni il tennis si è globalizzato e sono emerse nuove relatà. Lo si gioca ovunque ora, e quindi c'è più competizione. Non parlavo in termini relativi a singoli paesi, ma in termini globali. Il tennis marocchino non è superiore a quello italiano perché ha prodotto El Aynaoui, Arazi e poi il nulla. Ma una volta sono i marocchini, spariscono loro e arriva il cipriota, sparisce il cipriota e arriva il finlandese. Oppure lo svizzero.
Questo per dimostrare che anche quando il tennis italiano sembrava essere tutto fuorchè in crisi, forse non era per merito di un sistema impeccabile, ma perché a tennis giocavano in pochi. La scarsa diffusione nascondeva le lacune del nostro sistema.
Per farti un esempio stupido ma che più stupido non si può: prendi il best ranking di Volandri e depenna dalla lista tutti i giocatori che lo precedono provenienti da paesi che solo dieci anni fa il tennis non sapevano nemmeno cosa fosse..........
Last edited by CP3 on 12/09/2006, 15:10, edited 1 time in total.
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CP3
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Post by CP3 »

MattBellamy:

Il problema economico / dei club secondo me è un falso problema. Esistono praticamente ovunque circoletti non esclusivi, magari con 2 palloni invece che con la struttura da 6 campi per l'inverno, ma dove fare una scuola tennis per un bambino costa tanto come fare una scuola calcio etc. E se il ragazzino "viene fuori" mediamente i circoli migliori poi non si fanno pregare a prenderlo.


Dunque: esistono ovunque (anche se non proprio ovunque) palloni che ricoprono campi da tennis. Ma appunto c'è a disposizione solo il campo. Cosa se ne fa un bambino che prende in mano la racchetta per la prima volta di un campo, se manca un maestro? Se vuoi la supervisione di un maestro e partecipare a gare con un riconoscimento federale devi iscriverti a un tennis club.
A calcio è diverso: ogni paese ha una sua squadra, i bambini vengono tesserati, hanno un allenatore che anche se non qualificato come i maestri di tennis possomo comunque segnalare un ragazzo particolarmente bravo, le partite sono ufficiali e a volte si svolgono alla presenza di osservatori. Almeno, dove ho giocato io funzionava così: in una decina d'anni nella squadra di un paese delle mie zone in cui ho giocato, un ragazzo, tramite osservatore, fu preso nel vivaio della Cremonese e un altro fece un provino per il Brescia, poi scartato.
Un ragazzino che gioca nel pallone di un paese chi lo vede? Con chi gioca? E il maestro? La supervisione tecnica quando si è agli inizi nel tennis è essenziale, difficilmente la coordinazione per i fondamentali è congenita.
E'inutile, se vuoi fare strada nel tennis devi iniziare subito in un tennis club, presso un maestro.

Secondariamente perchè, passato il livello "base" e passando a quello "agonistico/pre-agonistico", allenarsi a calcio vuol dire farsi il culo ma in una squadra di 20 persone con cui fare casino etc. Allenarsi a tennis vuol dire farsi lo stesso culo ma con quei 1 o 2 altri ragazzini bravini che il circolo ha della tua età.... Che magari ti stanno pure un pò sui coglioni. E quando vai a fare la partita sei in 11, si è insieme, e se si perde si perde insieme. A tennis se vai a fare un torneo giochi male e perdi non c'è niente da fare, sei stato tu a giocar male e basta. Quello che voglio dire è che è uno sport che a livello agonistico tende a essere meno "divertimento" rispetto ad altri.


Non vero, ma sacrosanto. Peccato che il tennis sia uguale anche per i ragazzi degli altri paesi.

Prendo spunto da questo per allacciarmi ad un altro discorso. L'altro problema vero dei nostri ragazzi è la "fame". Non fisica ovviamente, ma la voglia di emergere, d soffrire davvero sino in fondo per ottenerre qualcosa di più. Il talento non si impara, Federer o Gasquet si nasce, non c'è niente da fare. Ma al livello sotto, quello dei buoni giocatori, conta questo quasi più del talento. E purtroppo buona parte dei nostri ragazzi questa mentalità, questa "fame" appunto non ce l'hanno.
Sono almeno 20 anni che i nostri giocatori che arrivano più in alto (con pochissime eccezioni, ma davvero rare) sono quelli che, sulla carta, da ragazzi hanno meno talento fra queli del gruppo top degli under. Abbiamo sempre giocatori che sembrano fenomeni, talentuosi, forti, che quando c'è da passare al tennis vero si afflosciano. Quelli che riescono a diventare di livello accettabile sono sempre giocatori "onesti", che da piccoli le han sempre buscate dai loro coetanei, che riescono a trovarsi un posticino con la voglia e il lavoro...


Riallacciandomi anche alle considerazioni di rene, riporto un dato interessante: ma sapete che tra i primi trecento al mondo, in quanto a presenza di giocatori, l'Italia è seconda solo all'Argentina? E come ha detto rene, a livello juniores siamo sempre stati tra i migliori. Federer e Gasquet non si nasce. Ma Robredo, Verdasco, Ferrer si diventa. Volandri ha avuto una buona classifica pur con margini di miglioramento ampissimi. Mi viene facile il paragone con Robredo: entrami tatticamente poco accorti, con due fondamentali di rimbalzo ottimi. E qui finiscono le analogie. Robredo non è sprovveduto a rete, in quanto anche giocatore di doppio, e ha un servizio nella media. Volandri invece ha un servizio osceno e a rete è disorientato per quanto riguarda la posizione e impacciato nell'esecuzione. Secondo me la classifica di un Ferrer o di un Verdasco sarebbe stata alla sua portata se durante la maturazione tennisitica fosse stato gestito da una federazione competente (si pensi solo a quanto fatto dalla federazione francese con Grosjean) e affiancato da una guida tecnica competente che avrebbe colmato le sue lacune. Il problema allora è carenza di talento dei nostri giocatori (ipotesi smentita dai risultati juniores) o incapacità della federazione di gestire giocatori e carenza di allenatori (ipotesi corroborata dalla dispersione di talenti che si verifica nel passaggio dal tennis giovanile a quello professionistico)? Che fine avrebbe fatto Volandri se fosse stato gestito dalla federazione francese o se fosse cresciuto all'accademia Bollettieri o Sanchez-Casal?

Ma qui torniamo anche al discorso di prima. Il ragazzino di 16-17 anni che gioca a calcio e pensa di poter sfondare, cosa vede davanti a se, nel caso anche non diventasse un fenomeno ma solo un giocatore tra i primi 500 d'Italia? Giochi in A massimo in B, sei un"calciatore", guadagni un sacco, sei famoso, ti prendi bella casa bella macchina, donne come piovesse.
Quello che è un bel prospetto tennistico, se non diventa un fenomeno ma cmq uno fra i primi 10 d'Italia? Ti fai un mazo così in giro per il mondo, per farti i soldi devi VINCERE, se fai un brutto periodo devi andare a fare quali come una merda in qualsiasi torneo, nessuno sa chi cazzo sei. A 30 anni sei finito, non hai messo via i soldi per una vita, non hai studiato e non sei nessuno. Bello eh?


Anche questo non vale solo per gli italiani.
Last edited by CP3 on 12/09/2006, 17:44, edited 1 time in total.
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Post by MattBellamy »

Scusami se non quoto ma riprendo solo alcuni punti.

Qello che dici che da piccoli serve un maestro è verissimo.
Io non ho scritto che ovunque c'è un pallone vuoto.
Ho scritto che oovunque si trova un circolo non di alto livello dove è possibile fare una SAT (implica: c'è un maestro) al prezzo di quasi tutti gli altri sport.

Il fatto che certe cose siano uguali da noi come negli altri paesi è ovvio. Se noti, il mio discorso era legato alla "metalità" e alla "fame" dei nostri giocatori. Volevo sottolineare come spesso i nostri per mancanza di quelle cose si fermano come non si fermano nei paesi in cui c'è una grande organizzazione (Spagna, Francia..) o dove ci sono situazioni ambientali molto diverse (Paesi dell'Est etc)

Il discorso sull'organizzazione e sulla federazione se vdei il mio primo post è citato in fondo. Non è argomentato perchè avevo gia scritto fin troppo e su questo credo siamo d'accordo tutti...
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Post by CP3 »

Replico sulle SAT: io abito in una città di circa 40 mila abitanti, in cui se vuoi giocare a tennis con un maestro esiste solo il tennis club. Per quanto riguarda le decine di paesi limitrofi, sono sì quasi tutti dotati di campi da tennis, ma tra questi solo due hanno organizzato corsi con un maestro a basso prezzo: chiusi entrambi dopo uno, due al massimo, anni di attività, ovviamente perché l'introito era una miseria, costava di più il maestro. Senza contare che comunque devi arrangiarti tu per quanto riguarda il tesseramento, il reperimento di informazioni su luoghi dei tornei, il trasporto e l'iscrizione. Le lezioni si tenevano una, due volte alla settimana al massimo e duravano un'ora. Si erano iscritti 5/6 persone. Da qui non possono crescere giocatori e se il maestro si accorge che qualche ragazzo o bambino che sia è capace l'unica cosa che può fare è consigliare di iscriversi a un tennis club. E qui, a differenza della situazione economica della famiglia, ritorna in voga il discorso del costo.
Perché non si fa più seriamente nella città in cui abito io la SAT ai campi comunali? Qui si che inizierebbe ad avere un senso...con più iscritti e aumentando il numero di lezioni settimanali...
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Post by rene144 »

Riallacciandomi anche alle considerazioni di rene, riporto un dato interessante: ma sapete che tra i primi trecento al mondo, in quanto a presenza di giocatori, l'Italia è seconda solo all'Argentina? E come ha detto rene, a livello juniores siamo sempre stati tra i migliori. Federer e Gasquet non si nasce. Ma Robredo, Verdasco, Ferrer si diventa. Volandri ha avuto una buona classifica pur con margini di miglioramento ampissimi. Mi viene facile il paragone con Robredo: entrami tatticamente poco accorti, con due fondamentali di rimbalzo ottimi. E qui finiscono le analogie. Robredo non è sprovveduto a rete, in quanto anche giocatore di doppio, e ha un servizio nella media. Volandri invece ha un servizio osceno e a rete è disorientato per quanto riguarda la posizione e impacciato nell'esecuzione. Secondo me la classifica di un Ferrer o di un Verdasco sarebbe stata alla sua portata se durante la maturazione tennisitica fosse stato gestito da una federazione competente (si pensi solo a quanto fatto dalla federazione francese con Grosjean) e affiancato da una guida tecnica competente che avrebbe colmato le sue lacune. Il problema allora è carenza di talento dei nostri giocatori (ipotesi smentita dai risultati juniores) o incapacità della federazione di gestire giocatori e carenza di allenatori (ipotesi corroborata dalla dispersione di talenti che si verifica nel passaggio dal tennis giovanile a quello professionistico)? Che fine avrebbe fatto Volandri se fosse stato gestito dalla federazione francese o se fosse cresciuto all'accademia Bollettieri o Sanchez-Casal?
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Questa però è una riflessione interessante che un po' capovolge il problema...

Abbiamo, dopo l'Argentina, il maggior numero di top 300. Questo significa che non manchi la quantità. I risultati junior dimostrano che non è neanche il talento che ci manchi, perchè penso a come sia stata sprecata gente come Nargiso, Luzzi, Navarra solo per citare i primissimi che mi vengono in mente (e poi però penso anche alla sfortuna fisica di Gaudenzi o Camporese, che hanno raccolto meno di quanto avrebbero potuto).

Certo, a livello base si potrebbe fare MOOOOOOOOOOOLTO di più, senza dubbio. Ma, come detto, non sono i numeri che ci mancano, e neanche troppo talento di base. Cos'è che manca? CP3 fa notare come Volandri se fosse stato spagnolo magari sarebbe cresciuto. Interessante notare come fosse quasi fenomenale 3 anni fa al momento di emergere sulla terra battuta. Alcuni lo vedevano tra i top 10 sul rosso e probabilmente lo era pure in quel preciso momento. Ma da allora si è involuto, è peggiorato nei fondamentali, non migliorando nè tatticamente, nè su altre superfici.

Insomma, magari il problema non è necessariamente a livello base (come detto, si può comunque fare meglio), ma nella transizione in "giocatore professionista", come detto da Matt. Perchè Volandri non è diventato Ferrer? E' lì il problema? Perchè Seppi non è diventato Verdasco? Perchè gli italiani che hanno ottenuto i migliori risultati sono quelli che si sono slegati dalla Federazione o addirittura quelli che sono andati all'estero?

Insomma, i problemi non sono (non tutti almeno) alla base, ma nello svezzamento e nel miglioramento dei talenti (di per sè non tantissimi) che riusciamo a produrre. Poi chiaro che si possa migliorare ovunque, ma il fatto che i nostri giocatori maturino decisamente tardi (Bracciali, Sanguinetti), quando imparano ad autogestirsi, senza un supporto all'attività di punta, credo sia molto indicativo.
MattBellamy
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Post by MattBellamy »

Replico sulle SAT: io abito in una città di circa 40 mila abitanti, in cui se vuoi giocare a tennis con un maestro esiste solo il tennis club. Per quanto riguarda le decine di paesi limitrofi, sono sì quasi tutti dotati di campi da tennis, ma tra questi solo due hanno organizzato corsi con un maestro a basso prezzo: chiusi entrambi dopo uno, due al massimo, anni di attività, ovviamente perché l'introito era una miseria, costava di più il maestro. Senza contare che comunque devi arrangiarti tu per quanto riguarda il tesseramento, il reperimento di informazioni su luoghi dei
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Io non so dove tu abiti.
Io parlo della realtà della mia regione dove sono sicuro che è così. Probabilmente siamo fortunati noi :ok:
Per il fatto che bisogna arrangiarsi per iscrizioni trasporto etc, questo vale anche nei grossi club.
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White Rabbit

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Post by White Rabbit »

Rispondo in breve, dato che vorrei andare a letto: tirare in ballo Volandri mi sembra fuori luogo. I suoi problemi son dovuti non solo a mancanze strutturali italiane, ma anche a carenze sue. Un giocatore nel pieno della carriera non può scegliere di giocare challenger e tornei minori anzichè fare quelli più prestigiosi, specie se sta fra i primi 30 al mondo. Poi manca la testa e la volontà dei vari Robredo. E comunque se paragonato ad un Verdasco ha molto meno talento. A me sembra che il problema dell'Italia sia generare o forse coltivare talenti di altissimo livello, perchè i gregari ci sono. I motivi son quasi infiniti, ma non credo sarebbe particolarmente produttivo stare a fare un elenco della spesa.
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Post by MattBellamy »

Insomma, i problemi non sono (non tutti almeno) alla base, ma nello svezzamento e nel miglioramento dei talenti (di per sè non tantissimi) che riusciamo a produrre. Poi chiaro che si possa migliorare ovunque, ma il fatto che i nostri giocatori maturino decisamente tardi (Bracciali, Sanguinetti), quando imparano ad autogestirsi, senza un supporto all'attività di punta, credo sia molto indicativo.
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Beh fino a un pò di anni fa si trattavano i ragazzini "da nazionale" finchè erano under come se fossero bambini di due anni, gli si faceva tutto e di più, poi arrivava il momento di passare pro e li si mollava a loro stessi.. Questi ovviamente erano dispersi.

Ultimamente, con gli ultimi ragazzi che stanno uscendo le cose stanno un pò cambiando. Non nel senso che gli si da il giusto supporto sempre, ma che la federazione se ne frega fin dall'inizio. In questo modo almeno forse saranno un pò più capaci di gestirsi da soli fin da subito :D
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Libraun Geims
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Post by Libraun Geims »

scusate parlo da spettatore cui il tennis piace molto ma che non pratica e non ha grande conoscenza....

come mai secondo voi invece il tennis femminile in italia sta vivendo un buon momento? (soprattutto se paragonato al maschile?)

siamo anche in finale in fed cup!!! :forza: :forza: :forza: :forza: :forza:
White Rabbit

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Post by White Rabbit »

scusate parlo da spettatore cui il tennis piace molto ma che non pratica e non ha grande conoscenza....

come mai secondo voi invece il tennis femminile in italia sta vivendo un buon momento? (soprattutto se paragonato al maschile?)

siamo anche in finale in fed cup!!! :forza:  :forza:  :forza:  :forza:  :forza:
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Personalmente dico proprio di si. Una top 15, due top 20, nel complesso 4 top 50, 7 top 100, poi una come la Serra Zanetti che era intorno alla 60 prima di crollare fuori dalle prime 100. Insomma, ci manca una vera star, una competitiva negli slam per intenderci, però ricordo poche nazioni così competitive. Il Belgio ha le due lì davanti, ma dietro il nulla. La Russia è un'eccezione (17 top 100 al momento, almeno 4 top ten se non erro), la Francia ha qualcosa in più di noi in fatto di quantità (e qualità, ovviamente ci manca sia una Mauresmo, sia una Pierce), per il resto se la memoria non m'inganna (il che non è da escludere) non ci sono molte altre nazioni altrettanto fornite da un punto di vista prettamente quantitativo.
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