Re: NBA Quotes & Anecdotes

Il Punto d'incontro dei Fans NBA di Play.it USA
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TheNightwatcher
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by TheNightwatcher »

Contropelo wrote: Storie che estrapolate dal contesto non hanno alcun contenuto sportivo particolarmente significativo, però. Anzi, per esser franchi: probabilmente nullo.
Se mi dici che l'NBA di un tempo era migliore per tecnica, tattica, ecc.ecc., ci può anche stare... ma le botte nel basket c'incastrano proprio poco, per quello esistono altri sport o altri "sport".
Beh parliamone...
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Hank Luisetti
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

Contropelo wrote: Storie che estrapolate dal contesto non hanno alcun contenuto sportivo particolarmente significativo, però. Anzi, per esser franchi: probabilmente nullo.
Se mi dici che l'NBA di un tempo era migliore per tecnica, tattica, ecc.ecc., ci può anche stare... ma le botte nel basket c'incastrano proprio poco, per quello esistono altri sport o altri "sport".
Ovviamente..

Non capisco perchè rispondi così serioso.. :thumbup:

Comunque queste sono le storie di coloro che hanno fatto grande questo sport..le storie dei protagonisti..che in parte ci illuminano sul personaggio..Nullo? non direi.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Contropelo »

Hank Luisetti wrote: Ovviamente..

Non capisco perchè rispondi così serioso.. :thumbup:

Comunque queste sono le storie di coloro che hanno fatto grande questo sport..le storie dei protagonisti..che in parte ci illuminano sul personaggio..Nullo? non direi.
Ero serioso perché non ho messo la faccina. :forza:
Comunque era soltanto perché non sapevo come la pensavi... le storie che contano per me sono quelle sportive e molto poco di botte e scazzottate, per quanto non nego che subisca il fascino - come tutti - di queste ultime e mi divertano non poco...
Era solo per rimarcare che lo sport è sempre altro da questi duelli all'ultimo sangue senza pallone. :lol2:
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Post by predu17 »

Hank, qualche aneddoto su Rodman, anche noto? Giusto per un ripasso, fa sempre piacere. Un altro che non si tirava indietro in caso di zuffa, un gran provocatore ma sopratutto un gran giocatore, pilastro dei Piston e Bulls, con 5 titoli in bacheca. Un personaggio che manca molto nell'Nba di oggi.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

predu17 wrote: Hank, qualche aneddoto su Rodman, anche noto? Giusto per un ripasso, fa sempre piacere. Un altro che non si tirava indietro in caso di zuffa, un gran provocatore ma sopratutto un gran giocatore, pilastro dei Piston e Bulls, con 5 titoli in bacheca. Un personaggio che manca molto nell'Nba di oggi.
Così in generale..

- Rodman dice di aver fatto sesso con più di 2000 donne.

- Rodman: "I had the highest percentage of victories in NBA history. Michael Jordan didn't have that, Larry Bird didn't have it and Bill Russell didn't have it - I have it."

- Phil Jackson racconta di come ha incontrato Dennis Rodman: "He sat on the couch wearing sunglasses and a hat. When I walked up to meet him, he stayed seated. I grabbed his hand and pulled him to his feet as I shook his hand and said, 'Dennis, I know you stand up to shake hands, good to see you.'"

- Dennis Rodman ha vinto per ben 7 volte il titolo di rebounder, solamnete Wilt ha fatto meglio.

- Phil Jackson: "[Rodman] could probably play a 48-minute game and play the 48th minute stronger than the first minute of the game, he was that terrific an athlete."
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by TheNightwatcher »

Hank Luisetti wrote: - Phil Jackson racconta di come ha incontrato Dennis Rodman: "He sat on the couch wearing sunglasses and a hat. When I walked up to meet him, he stayed seated. I grabbed his hand and pulled him to his feet as I shook his hand and said, 'Dennis, I know you stand up to shake hands, good to see you.'"
Questa è tra le mie preferite su Rodman, anche se l'attore protagonista è PJ.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NBA History: The Punch!

- 9 dicembre 1977  Lakers-Rockets, Forum di Los Angeles. All’inizio del terzo quarto Kevin Kunnert, centro di 2.12 di Houston, e Kermit Washington, ala gialloviola di 2.02, si scontrarono sotto le plance. Mentre l’azione proseguiva con le due squadre che si muovevano verso il canestro opposto, i due si attardarono prima per strattonarsi a vicenda e poi per cominciare a darsele per davvero. Washington mollò un cazzotto che tramortì Kunnert e questi si accasciò sul parquet coprendosi con le mani il volto.
Nel frattempo l’ala di 2.02 Rudy Tomjanovich, capitano e miglior giocatore dei Rockets, tornò indietro di corsa per soccorrere il compagno. Ma “Rudy T” non fece in tempo ad arrivare sulla scena del misfatto che Washington si girò e gli mollò una sventola di destro al volto stendendolo. Rudy stramazzò a terra privo di sensi, sanguinante da naso, bocca e orecchie! Una scena irreale.

L'arbitro Bob Rakel dichiarò di aver sentito un colpo fortissimo, come se qualcuno avesse colpito un muro di cemento con una mazza da baseball.

Washington sosteneva di aver agito per legittima difesa, credendo che Tomjanovich stesse per guidare la reazione degli altri giocatori di Houston.

- Tomjanovich, uno di miglkiori giocatori di quegli anni, si ritrovò con il naso rotto, una doppia frattura della mascella e una commozione cerebrale, lesioni che per ricostruirgli la faccia richiesero tre operazioni. Uno dei chirurghi disse che avevano dovuto “ricostruirgli la faccia come un puzzle”..restando in ospedale per 2 settimane.

- Washington venne multato dal commissioner della NBA Larry O’Brien con ben 10000 dollari, allora la più grossa mai comminata nella storia dello sport. Gli fu anche sospeso lo stipendio per sessanta giorni, il che gli costò altri 50 mila dollari.
Tomjanovich ed i Rockets fecero causa ai LAL, in entrambe i LAL dovettero patteggiare.

- Tomjanovich nonostante il tremendo incidente tornò a giocare la stagione successiva, senza problemi concludendo la carrriera due anni dopo.

- Il fattaccio invece ebbe ripercursioni ben peggiori per Kermit. 2.02 per 102 libbre, era uno degli uomini fisicamente più forti di tutta la NBA, nonostante la brutta reputazione, il fattaccio con Tomjanovich fu l’unica rissa in cui rimase coinvolto. Nei suoi cinque anni nei pro era dovuto uscire per falli solo quattro volte, cosa che difficilmente ci si aspetta da un giocatore così esageratamente aggressivo.
Washington era una persona sensibile e di modi gentili, tranquillo e altruista.

Il GM di LAL, Bill Sharman: “Kermit è semplicemente l’opposto di quel che sembra. È quasi timido lontano dal basket”.

Il fattaccio capitò proprio nel momento della sua migliore stagione nei Pro, con media di 10pt e 9rb a partita uscendo dalla panchina dei Lakers. Washington ricevette insulti via posta da tutto il Paese, comprese ingiurie razziali e minacce di morte e fu in continuazione perseguitato da strane telefonate. Tutto questo nonostante il dispiacere espresso più volte e le innumerevoli scuse e telefonate a Rudy.

Nel mentre della squalifica Washington fu ceduto ai Celtics, e una volta tornato in campo, ovunque andasse a giocare veniva beccato dai “buu” del pubblico. Nonostante gli 11 punti e 10 rimbalzi di media, Boston quella stessa estate lo girò a San Diego.

Più tardi a Seattle decise di devolvere il proprio stipendio anonimamente ad alcuni tifosi in difficolta. Kermit era veramente una brava persona..marchiata da quel terribile errore.

Il general manager di Portland Stu Inman: “Il mondo sarà un posto migliore perché Kermit Washington ci ha messo piede”.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NCAA Records:

Solamente 3 giocatori hanno condotto la NCAA in scoring e rebounding nella stessa stagione: Xavier McDaniel di Wichita St (1985), Hank Gathers di Loyola-Marymount (1989) e Kurt Thomas di TCU (1995).
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NCAA: Il Barone Razzista?..

ll Barone, al secolo Adolph Rupp condottiero dei Wildcats di KU e vincitore di ben 4 tornei NCAA ed un NIT..da sempre considerato un razzista...beh..certamente non era un attivista dei diritti civili e in tutta probabilità molto di quello che si disse e scrisse, in merito ai suoi pregiudizi razziali, è più che fondato. Risponde a verità, per esempio, che avesse telefonato a un quotidiano newyorkese per chiedere lumi su «questo “Connie Hawkins”, 11 canestri, cinque tiri liberi, 27 punti: ma è bianco o di colore?» e che udita la risposta B avesse replicato con un «ma non potete mettere un asterisco vicino ai nomi?» prima di mettere giù la cornetta.

..ma Rupp è lo stesso che nel 1926-27, allenatore della Freeport Illinois high school aveva reclutato il nero W. Moseley oppure che, Rupp selezionatore per Londra ’48 fosse stato «la persona più vicina» a Don Barksdale, scelto dalla commissione tecnica presieduta da Lou Wilke come primo atleta nero nella storia della nazionale olimpica americana...
Last edited by Hank Luisetti on 11/06/2010, 9:21, edited 1 time in total.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NBA & Baseball IV

Ron Reed

A metà degli anni 60, i Detroit Pistons si ritrovarono con due ali che dovevano scegliere i cieli in cui volare: diamante o parquet? Per un Dave DeBusschere che si avviava a scalare l’olimpo cestistico, c’era un Ron Reed che si accingeva ad imboccare l’altra strada.

Nativo di La Porte, nell’Indiana, Reed era un ala di 1.97; a Notre Dame Reed praticò entrambi gli sport ma era a basket che si esprimeva al meglio: viaggiò infatti ad una media di 20 punti a partita e fu scelto dai Pistons al terzo giro del draft edizione 1965, ricevendo però anche un’offerta dei Milwaukee Braves per un tryout come pitcher. Scelse Detroit

Da rookie giocando circa 17 minuti a partita totalizzò 7.5 punti a partita, l’anno seguente da era sesto uomo si assestò sugli 8.5 punti a sera ma un minutaggio sempre più ridotto..fino a quando, il 15 febbraio 1967, si infortunò DeBusschere, all’epoca allenatore-giocatore dei Pistons, che si tolse dal quintetto ed al suo posto subentrò Reed che segnò 22 punti.

Sembrava fatta, ed invece dopo quella partita Reed raggiunse l’ufficio di DeBusschere e gli comunicò la propria decisione di abbandonare immediatamente il basket per firmare un contratto biennale con i Braves. Stavano per iniziare gli allenamenti primaverili e i Braves gli avevano promesso una chance di “fare” la squadra per le big-leagues qualora si fosse presentato in Florida, sede del ritiro, in tempo.

Reed:“Non voglio fare la vita dello scaldapanchine quindi sono passato al baseball. Ho giocato un pessimo basket quest’anno e non credo di essere stato d’aiuto alla squadra. Voglio giocare in uno sport in cui posso aiutare i compagni e spero che questo sia il baseball”.

DeBusschere, che per la sua simile situazione passata era vicino al giocatore, aveva però degli obblighi imposti dal ruolo: “Reed doveva restare con noi fino alla fine della stagione. Avevamo bisogno di lui per centrare i playoff, e poi aveva firmato un contratto”.

I Pistons non raggiunsero i playoff e Reed non riuscì a “fare” la squadra nei Braves, quell’anno.

Ma l'appuntamento con il Baseball era solo rimandato, Reed arrivò alle big leagues nel 1968 e l’anno successivo, vincendo 18 partite, contribuì a lanciare i Braves verso il titolo divisionale. E visto il talento dimostrato in questo sport e la tenacia tipica Reed continuò a lanciare nelle majors per ben diciannove anni, giocando in sei squadre campioni di division e raggiungendo le World Series con due squadre diverse.

Reed vinse 146 partite assommando anche 103 saves, uno dei pochissimi lanciatori capaci di scollinare quota cento sia nelle vittorie sia nei salvataggi.

Ripensando alla sua breve carriera NBA Reed non ha rimpianti: “Non ne avevo il talento, sapevo di non avere alcuna possibilità di farcela”.

Ben fatto Ron!

Ps: i due ultimi punti NBA di Reed arrivarono con una schiacciata contro Wilt Chamberlain, non avrà avuto il talento, ma queste sono soddisfazioni!
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Giorgio88 »

Se il barone è razzista mi cala troppo  :disgusto:
Ma dove li prendi tutti questi aneddoti hank? Avrai mica gli stessi amici del Buffa? :lol2:

Cmq uno che sicuramente in passato era razzista si chiama Allen Iverson; sentire le sue songs con lo pseudonimo Jewels per credere.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NBA: Storie da ASG- I

L' All-Star Game NBA del 1966 era in programma nell'arena dei Cincinnati Royals (oggi noti come Sacramento Kings). Visto che la partita si doveva tenere a Cincinnati, per una sorta di piacere ai fan di casa inserirono nell'All-Star Roster Adrian “Odie’’ Smith, un giocatore dei Royals.. Smith non era un gran giocatore..ma quando il Game prese corpo, Smith dimostrò di avere piena cittadinanza nel NBA East All-Stars. Smith recapitò infatti 24 points e condusse la squadra dell'East in punti ed alla vittoria. Incredibilmente il giocatore che fu aggiunto solamente in seguito e che per far un piacere alla folla fu votato come Most Valuable Player dell'All-Star contest del 1966!

Non solo ma è anche l'unico giocatore NBA ad avere una sola presenza all'All-Star GAme ed ad esserne stato nominato MVP!

Grande Adrian!!

Ps: Razzista? No..però dobbiamo andare a introdurlo nel contesto in cui è vissuto..probabilmente la questione non lo interessava affatto..
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NBA: Storia da ASG-II

Stagione inaugurale della ABA..lega di bannati, esclusi, emarginati..tutti dal grande talento..come  Larry Brown che non fu preso nella NBA perchè troppo piccolo, Brown era solo 5'9'..ma ai Bucs Brown trovò riscatto divenendo il beniamino del pubblico oltre che un fortissimo e fondamentale giocatore...

..ma nel primo ASG della prima stagione Larry non ci doveva essere..Bob Verga doveva esserci..ma il servizio militare lo aveva chiamato..e così Larry fece il suo primo ASG: beh Brown condusse I suoi alla vittoria con numerosi assist nell'ultimo quarto e venendo così nominato MVP della partita! Non male Larry!

Ps: Larry Brown solo 5 stagioni da giocatori e subito una brillante carriera da Allenatore. Condusse la lega in assist per i suoi primi tre anni consecutivi, 1 anello, 1 volta nel secondo quintetto di lega.
Last edited by Hank Luisetti on 09/06/2010, 20:03, edited 1 time in total.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NBA: Johnny “Red” Kerr, The One-Liners!

Johnny non saltò mi una partita per ben 11 anni, 844  consecutive

Quando gli chiesero dove trovasse le motivazioni per non saltare neanche una gara in undici anni,
Kerr rispose: “Temevo che, se avessi saltato una partita, mia moglie mi avrebbe fatto lavare i piatti”.

Durante un riscaldamento si fermò a scambiare due chiacchiere con Leonard Koppett del New York Times. Finita la conversazione, prima del riscaldamento Kerr disse:

“Devi scusarmi ma devo andare a raccontare qualche balla alle mie gambe. Devo dirgli, ricordate quando l’altra sera vi ho detto che era la mia ultima partita? Be’, mentivo. L’ultima è quella di stasera”.

Qunado a Syracus arrivò Wilt, chiese di essere ceduto perchè: “Quando giochi dietro a Wilt, il tuo futuro è già alle spalle”.

A chi gli chiedeva come avrebbe marcato Kareem Abdul-Jabbar, amava replicare: “Gli sarei restato appiccicato e gli avrei soffiato sui goggles (i suoi famosi occhiali protettivi, nda) per appannarglieli”.
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Re: NBA Quotes & Anecdotes

Post by Hank Luisetti »

NBA History: L'approdo di Baylor in NBA..

- Alla high school, Elgin aveva voti abbastanza scarsi, e non era affatto motivato dallo studio; tanto che per un certo periodo abbandonò la scuola e.si era messo a lavorare in unmagazzino di mobili, giocando a basket solo di sera e per divertimento... fortunatamente però tornò a scuola e si diplomò..ma i voti erano scarsini per i major college.
Per intercessione di un amico amico risucì a frequentare il College of Idaho grazie ad una borsa di studio per il football!! Ma il coach, Sam Vokes, era anche l’allenatore di basket e così Baylor si ritrovò ben presto dal gridiron al parquet.
Baylor ebbe 31 punti di media il primo anno, ma poi l’ateneo licenziò Vokes e applicò rigorosi tagli alle borse di studio, e così Baylor dovette ripiegare a Seattle University. Dopo esser stato fermo un anno come da regolamento perché proveniente da un’altra università, a SU Elgin ebbe due grandi annate chiuse rispettivamente a 30 e a 32 punti a partita. Nel 1958 trascinò i Chieftains alla finale NCAA dove, nonostante i suoi 25 punti e 19 rimbalzi, Seattle perse 84-72 con Kentucky.

- Al Draft NBA 1958 i Minneapolis Lakers, che dopo i fasti dell’era-Mikan erano diventati la peggior squadra NBA, chiamarono Baylor al primo giro e l’ala di 1.94 per 102 kg si trasformò nel salvatore della franchigia. Il presidente Bob Short in seguito ammise che se Baylor non avesse firmato, il club sarebbe fallito.
Baylor prese in mano una squadra reduce da un orribile 19-53 e la portò di peso in Finale, la prima di quattro consecutive in cui a spuntarla sarebbero stati gli altri, i “maledetti” Celtics. La matricola rivelazione aveva avuto 24.9 punti (quarto nella Lega), 15 rimbalzi (terzo) e 4 assist; era stato titolare e co-MVP all’All-Star Game e aveva vinto a mani basse il premio di Rookie of the Year. Non male per un esordiente!

In un’occasione si era letteralmente scatenato: 55 punti, il terzo miglior risultato nella storia della NBA. Ma quello era solo l’inizio delle epiche gesta compiute da Elgin Baylor, il fuoriclasse senza tempo che non ha mai vinto un anello di campione. Al mondo, anche nel basket, non c’è proprio giustizia.

Ps: ..e forse devono proprio ringraziare Baylor se nella stagione 1971-72 i LAL riuscirono a mettere insieme ben 33 vittorie consecutive ed uno straordinario record di 69-13 in regular season e 12-3 nei playoff. Ovviamente Anello!

Infatti quell'anno il verdissimo cneocoach Bill Sharman aveva un po' cambiato le cose: aveva chiesto a Wilt motivazione e difesa, a West regia e difesa (la sua miglior stagione difensiva a memoria del coach!)..ed aveva tolto Baylor dal quintetto! I ruoli di ala erano coperti da un rapido e ficcante tiratore come Jim McMillian e da un satanasso difensivo come Happy Hairston. Baylor, piuttosto che scaldare la panchina, si ritirò e la sua decisione servì a rinsaldare la squadra come forse mai in passato!

Ultimo colpo di genio per quella fatata stagione il consiglio dato da West a Sharman di nominare Chamberlain capitano, mossa che motivò ulteriormente la trasformazione tattica di Wilt.
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