Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

La sezione [NO SPAM] del canale calcio. Tecnica, tattica, attualità, roumors, vita modana e donnine dei calciatori. Senza faccine e senza tifo (non la malattia).
ANDREA ILB
Senior
Senior
Posts: 2104
Joined: 14/06/2005, 19:23
Contact:

Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by ANDREA ILB »

Riflettevo sulle invasioni di campo, o in generale sulla cultura della violenza. In Italia il campo è separato dalle tribune con strutture che farebbero impallidire i castelli della Loira: Fossati, reti, muri in vetro sormontati da filo spinato ecc ecc...e qualsiasi tifoso acceso non vorrebbe fare altro che entrare in campo. In Inghilterra invece il pubblico è a diretto contatto con la partita...non ricordo casi eclatanti di invasioni di campo ostili, l'unica che mi viene in mente è quando due tifosi canzonarono un portiere che prese gol su rimessa laterale (episodio famoso ma non ricordo squadra e nomi)...comunque niente di male. In Italia temo che i suoi tifosi avessero potuto sarebbero entrati in campo e avrebbero fatto scempio del suo corpo...la domanda è: sono i tifosi inglesi ad essere più corretti di noi, o forse sono proprio le barriere tra campo e spettatori a far sorgere l'innato istinto a riversarsi in campo al primo episodio controverso? Io penso siano entrambe le cose. In Inghilterra i facinorosi non mancano, ma il loro modo di tifare non prevede l'invasione di campo, nonostante non ci sia niente di più facile. Se in Italia togliessimo all'improvviso le barriere, temo ci sarebbero morti e feriti, e non perchè siamo più cattivi, ma solo abituati peggio.
BruceSmith
Pro
Pro
Posts: 10279
Joined: 06/05/2004, 15:03
Location: Milano
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by BruceSmith »

la differenza sta nelle norme di sicurezza e nelle leggi.
Chi sgarra finisce in gabbia, altro che baggianate tipo la diffida o il divieto di andare allo stadio.
lele_warriors wrote: mi auguro vi tirino sotto a voi senza motivo
IL Poz wrote: Ah se c'è Brusmit non vengo.
User avatar
boantos
Senior
Senior
Posts: 2718
Joined: 17/05/2004, 12:50
NBA Team: Detroit Pistons
Location: Le Havre

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by boantos »

Gli inglesi hanno anche avuto delle penalizzazioni pesanti in seguito all'operato dei loro tifosi. Ma hanno lavorato molto per migliorare questo aspetto, ed hanno adesso una cultura diversa dalla nostra. Chi commette qualcosa di sbagliato viene punito a differenza che in Italia.
Al massimo le invasioni di campo sono da parte di uomini o donne mezze nude!
In Italia senza barriere, ci ritroveremmo con motorini davanti la porta e qualche morto di tanto in tanto.
User avatar
thom yorke
Senior
Senior
Posts: 1809
Joined: 25/06/2006, 16:41
Location: Bari

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by thom yorke »

è un problema che nasce dall'alto, mi riferisco alle istituzioni... i tifosi inglesi sono molto più violenti dei nostri, la differenza è tutta nelle sanzioni erogate dagli organi giudiziari... il tifoso inglese autore di una invasione si fa il carcere, quello vero, mentre il tifoso italiano al massimo viene processato per direttissima col solo rischio di incappare in qualche pena accessoria... infatti, se noti, gli ultimi scontri che han visto come protagonisti gli hooligans si son verificati sempre al di fuori dei confini inglesi durante competizioni internazionali
ANDREA ILB
Senior
Senior
Posts: 2104
Joined: 14/06/2005, 19:23
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by ANDREA ILB »

...e infatti dimenticavo l'esempio del poliziotto inglese: gira solo col manganello, ma se lo sfiori soltanto ti fai qualche annetto in gattabuia. E' un ottimo sistema: "Ti do tutte le libertà possibili, ma non te ne approfittare, non si tollerano esagerazioni."

Danno il dito ma se ti prendi il braccio sei fuori...in Italia non vorrebbero neanche dare il dito e si prendono tutto l'arto con un significativo pezzo di tronco...punizione: un buffetto sulla mano e via.
BruceSmith
Pro
Pro
Posts: 10279
Joined: 06/05/2004, 15:03
Location: Milano
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by BruceSmith »

thom yorke wrote: infatti, se noti, gli ultimi scontri che han visto come protagonisti gli hooligans si son verificati sempre al di fuori dei confini inglesi durante competizioni internazionali


oppure organizzano (tramite internet) scontri lontano dagli stadi
lele_warriors wrote: mi auguro vi tirino sotto a voi senza motivo
IL Poz wrote: Ah se c'è Brusmit non vengo.
anima_ardente
Pro
Pro
Posts: 3070
Joined: 20/11/2002, 23:05
Location: Peschiera Borromeo

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by anima_ardente »

Tempo fa avevo visto un servizio sulla sicurezza negli stadi inglesi, tutti i tifosi sono facilmente riconoscibili tramite telecamere, se solo ti metti in piedi a guardare la partita vieni avvicinato da un addetto alla sicurezza che ti invita a sederti, pensa se getti qualcosa in campo....
Paperone
Pro
Pro
Posts: 21655
Joined: 16/10/2006, 17:35
NFL Team: Denver Broncos
Location: Castel Maggiore [Bologna], far east from Denver, CO

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by Paperone »

anima_ardente wrote:Tempo fa avevo visto un servizio sulla sicurezza negli stadi inglesi, tutti i tifosi sono facilmente riconoscibili tramite telecamere, se solo ti metti in piedi a guardare la partita vieni avvicinato da un addetto alla sicurezza che ti invita a sederti, pensa se getti qualcosa in campo....


negli stadi inglesi non si può portare niente dentro. da noi se non porti almeno una bomba di Maradona non sei nessuno...
Giordan wrote: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!
Image
Image
ANDREA ILB
Senior
Senior
Posts: 2104
Joined: 14/06/2005, 19:23
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by ANDREA ILB »

Paperone wrote:negli stadi inglesi non si può portare niente dentro. da noi se non porti almeno una bomba di Maradona non sei nessuno...

Che controlli ci sono in Inghilterra? Da noi sarebbero inattuabili? Se penso che negli anni '80\'90 c'erano gli Hooligans e ogni settimana ci scappava il morto, e ora invece lì andare a vedere una partita è un piacere, mi viene solo da fare i complimenti a chi ha il merito di aver risolto la situazione.

Dovremmo prendere esempio dalla mentalità Inglese, "Ti do il dito, ma se te ne approfitti finisci 10 anni in galera"...qui da noi funziona "No, non azzardarti neanche a sfiorarmi sai? Però se mi dai un pugno dovrai aspettare qualche mese prima di avere un processo in cui ti daremo un buffetto sulla mano"...da questo atteggiamento poco serio i tanti guai che ci affliggono.
rene144
Pro
Pro
Posts: 23681
Joined: 13/12/2005, 0:05
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by rene144 »

ANDREA ILB wrote:non ricordo casi eclatanti di invasioni di campo ostili, l'unica che mi viene in mente è quando due tifosi canzonarono un portiere che prese gol su rimessa laterale (episodio famoso ma non ricordo squadra e nomi)


Peter Enckelman, portiere dell'Aston Villa, in un sentitissimo derby col Birmingham. Qui c'è il video.
Ma quel tifoso non rimetterà più piede in uno stadio inglese, con tutta probabilità.

In Italia temo che i suoi tifosi avessero potuto sarebbero entrati in campo e avrebbero fatto scempio del suo corpo


Io ricordo Storari colpito a Cagliari, ed il tifoso poi "protetto" dalla curva quando vi è tornato. Tanto se non ti arrestano in flagranza di reato (ora c'è la flagranza differita di BEN 48 ore) non possono farti niente in pratica.
In Inghilterra non è che la violenza l'abbiano eliminata. L'hanno eliminata dagli stadi, ma gli scontri si sono spostati altrove. E' già qualcosa, se chiedete a me, perchè almeno si ritrovano solo gli imbecilli a farsi male, senza rovinare uno spettacolo e mettendo in pericolo la vita di terzi. In compenso poi si scatenano all'estero. Avevo linkato, nel topic di Catania, un documentario girato da un giornalista in incognito, Donal MacIntyre, che si era infiltrato per 6 mesi (o 12? Non ricordo) tra i Chelsea Headhunters, uno dei gruppi più violenti, spiegandone esattamente il funzionamento. Botte, botte ed ancora botte, ma niente di sostanziale all'interno degli stadi inglesi.
In Inghilterra il Football Disorder Act, che ha previsto dei provvedimenti che a primo acchito possono sembrare persino fascisti, ha risolto parecchi problemi. E così non si possono lanciare fumogeni o tappi di bottiglia, altrimenti ti fai 6 mesi di carcere. E così la polizia può fermarti se ricordi lontanamente un sospetto. E devi essere riconoscibile. Gli stadi sono di proprietà, e naturalmente i club prendono provvedimenti per non farli devastare. Ci sono telecamere che ti riprendono e non ti salvi tanto facilmente.
In Italia quante volte vedi tifosi con berretto calato e sciarpa che copre tutto il viso? Come li riconosci? I tifosi fanno gruppo e si proteggono a vicenda. Se qualcuno fa qualcosa viene magari fermato ma rilasciato subito o "diffidato", che non serve assolutamente a niente. In Italia c'è la diffusa concezione che i tifosi siano parte dello spettacolo, e che gli striscioni o i fumogeni aggiungano qualcosa alla partita. E non si rendono conto che sia molto più emozionante sentire "You'll Never Walk Alone" che vedere la "coreografia" di parecchi stadi italiani.

ANDREA ILB wrote:Che controlli ci sono in Inghilterra? Da noi sarebbero inattuabili?


Macchè. Io non sono mai stato sottoposto a controlli "invasivi". Giusto una veloce perquisizione educata, perchè tanto la polizia e gli steward sanno benissimo delle telecamere e delle leggi, che prevengono i problemi. In particolare, se io dovessi infilarmi nel sedere un petardo (come, schifosamente, alcuni fanno) per farlo esplodere, sarò sicuramente riconosciuto e punito molto duramente. Per alcuni la punizione sarà superiore alla pena, ma che problema c'è? Non infrangere la legge e non ti porrai il problema della punizione, ed ha funzionato come misura preventiva.
Io ho prevalentemente frequentato Highfield Road (ora demolito, dopo 105 anni, ASSASSINI!!!) ed il Villa Park, e gli ingressi erano relativamente angusti, ma c'è sempre stato ordine ed organizzazione.

In Italia in molti stadi ci si siede a caso e non nei posti preposti, e nessuno fa rispettare l'ordine, figuriamoci il resto. In Italia spesso i tifosi entrano prima per sistemare gli striscioni e preparare la coreografia (e quanto si portano dentro?), ricattano le società, non sono praticamente punibili e tutti i problemi sono di semplice conseguenza.

Lo so che molti si lamentano per l'inappropriatezza delle forze di polizia, che si muovono come elefanti in una cristalleria, ma secondo me se ci fosse la possibilità di sbattere in galera certa gente, per lungo periodo anche per piccole infrazioni, finiremmo come l'Inghilterra. Lì i problemi erano ancora più gravi, ma li hanno debellati. C'è voluta la Taccer e ci sono voluti metodi molto criticati inizialmente perchè considerati fascisti. Ma ha funzionato. In Italia ci sarebbe il solito triste balletto dei media, delle società (che rischierebbero la perdita degli abbonati), dei politici (che non vogliono perdere elettori, chiaramente). Le cose non si fanno non per cultura e non perchè non si possono fare, ma perchè non c'è volontà e perchè alla fine le cose sono più comode così.

Le invasioni di campo poi possono essere considerate solo un aspetto di un problema molto più grande. Come biasimare quei tifosi che a Napoli continuano ad entrare in campo, in un ambito in cui vengono tollerate manifestazioni di violenza esagerate? Attenzione, non li sto giustificando, sto dicendo che finchè non verranno presi provvedimenti seri nei confronti di chiunque non vada allo stadio solo per guardare compostamente la partita, continueremo ad avere problemi perchè saremo in balia degli idioti. Quando vorranno entrare in azione potranno farlo. Non piacerà a nessuno, ma a questo punto potremmo trasformare gli stadi in teatri. Il tifoso può andare con la maglietta della propria squadra (e vedere una curva tutta dello stesso colore è bello) e cantare. Niente più, altrimenti finisci in galera. Scommettiamo che finisce la violenza? Ma non verrà fatto...
User avatar
bianchig
Rookie
Rookie
Posts: 255
Joined: 13/07/2006, 15:22
Location: Nato in collina, studente nella City..

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by bianchig »

Credo che come italiano abbiamo ancora davvero tanto da imparare..
pretendiamo di comportarci come gli "altri" ma appena ci viene data la possibilita' di farlo falliamo clamorosamente.
Onestamente avrei paura fossi un attaccante di colore a giocare in piazze come Roma (sponda Lazio), Treviso, Verona, ecc...

"Quando nel mondo appare un vero genio lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui". Johnatan Swift
User avatar
cavsfan23
Rookie
Rookie
Posts: 355
Joined: 19/06/2006, 15:13
Location: Firenze
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by cavsfan23 »

bianchig wrote:Onestamente avrei paura fossi un attaccante di colore a giocare in piazze come Roma (sponda Lazio), Treviso, Verona, ecc...

Contro tifi del genere sarebbe davvero utile prendere provvedimenti ancora più duri. E' veramente una vergogna vedere il tifo laziale, è una cosa rivoltante.
User avatar
nefastto
Pro
Pro
Posts: 8692
Joined: 12/10/2005, 9:48
NFL Team: San Diego Chargers
Location: Milano
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by nefastto »

Interessante articolo letto sulla settimana sportiva
http://www.settimanasportiva.it/index/i ... ml?sku=825

I pendolari dell'hooliganismo
06.09.2007
«Ormai sono un hooligan a tutti gli effetti». Chi pronuncia questa frase non è un ragazzo con il fisico modello armadio a due ante super tatuato. Non si chiama né Paul né Simon e soprattutto non è inglese. Il «sono un hooligan» esce dalla bocca di un italico quarantenne, non molto alto e di origini meridionali. Non c'è un british pub a fare da scenografia, ma una gelateria di via Po a Torino. Lui è Francesco, vecchio ultras del Torino e pioniere del tifo low cost. È l’esemplare di un nuovo modo d’intendere il tifo da stadio, una moda che sta investendo le curve di tutta la penisola: andare oltre Manica e «studiare» da hooligan alla ricerca dello scontro fisico.

«Anni fa alcuni di noi si erano trasferiti a Londra per motivi di lavoro - racconta "Fra" - Qui la voglia di andare allo stadio era troppo forte e così hanno cominciato a seguire le squadre locali». Tornati in patria hanno raccontato del modo di fare a botte tra tifoserie, come dicono gli addetti ai lavori, old style, vecchio stile: niente coltelli, razzi o bombe carta. Ed è stato un successo. «Certo i controlli allo stadio ci sono anche lì. Ma fuori, davanti ai pub, succede di tutto», specifica Francesco. Lo scontro a gruppetti, dieci contro dieci, senza la polizia di mezzo, ha subito affascinato i più esagitati. Così, piano piano, gli ultras delle nostre curve, ormai controllatissime dalle forze dell'ordine, hanno cominciato a emigrare, anche solo per tre sabati all'anno, a Londra. Gli hooligans che affascinano gli italiani non sono quelli del Chelsea o del Manchester United, ma di due squadre minori: il Millwall e il West Ham. La prima milita in seconda categoria, mentre gli Hammers viaggiano sempre nelle zone basse della Premier League. I loro seguaci sono tra i più violenti d'Europa. E ora i ragazzi italiani che seguono le due squadre non sono più solo quei dieci del Toro. Ci sono ormai anche veronesi, laziali e romanisti.

«All'inizio sei visto con sospetto, ma appena conquisti la loro fiducia c'è un posto assicurato nel settore», aggiunge Francesco. E per guadagnarsi il rispetto degli hooligans c'è solo un modo: stare in prima fila durante uno scontro. Molti degli ultras-pendolari hanno lavori modesti, con stipendi che raramente superano i mille euro. Alcuni hanno una famiglia, ma appena c'è una partita considerata a rischio in Inghilterra, grazie ai prezzi bassi offerti dai voli low cost, partono per Londra, ospiti dei colleghi inglesi. Una delle partite da bollino rosso è proprio Millwall-West Ham. Anche se di categorie diverse le due squadre s'incontrano nei match offerti dalle varie Coppe presenti in Gran Bretagna. Così è capitato che poco tempo fa veronesi, granata, laziali e romanisti si sono ritrovati in mezzo ai tafferugli a Londra. Non solo. Alcune tifoserie italiane in patria si odiano, ma all'estero «combattono» spalla a spalla. C'è anche chi in Italia tifa per gli stessi colori e invece si ritrova a essere rivale per un giorno in Inghilterra. Una vera è propria Babele della violenza ultras.

Sempre dall’Inghilterra gli hooligans nostrani hanno importato un modo diverso di vestirsi in curva. Via le giacche militari o i bomber, spariscono gli anfibi e le sciarpe. Al loro posto è arrivata la moda casual: abiti firmati, dalla Lacoste alla Stone Island e ai cappellini della Burberry, diventati grazie al film Green Street - Hooligans un simbolo dei teppisti inglesi. Questi costosi capi di vestiario vengono acquistati a basso prezzo grazie all'onnipresente e-Bay. Anche il modo di scontrarsi con l'avversario è cambiato. Non più mega risse a ridosso dello stadio, ma appuntamenti fissati via telefonino, come è avvenuto poco tempo fa, durante Roma-Bruges, quando gli ultras capitolini hanno avvicinato i tifosi belgi consegnando a uno dei loro capi un numero pulito di cellulare. Della serie: «Noi abbiamo gli uomini per scontrarci. Se volete, fateci uno squillo».

Il fenomeno funziona anche al contrario. Ormai è consuetudine ospitare anche nelle curve italiane tifosi stranieri, come spiega Simone Toso, creatore del marchio d'abbigliamento «Mentalità Ultras Streetwear», che da oltre 15 anni gira gli stadi di tutto il mondo: «È un metodo per aprire nuovi orizzonti, vedere sul campo per esempio le gesta dei famosi Icf (gruppo hooligan, ndr) del West Ham o quello dei gruppi minori che sono molto più facinorosi e meno controllati. C'è un vero è proprio amore per quella cultura, ricambiata dagli altri. Così polacchi, croati, greci e inglesi, vengono da noi. La scorsa settimana per Sampdoria-Haiduk Spalato, prima di andare a Genova i croati sono passati allo stadio di Torino per la partita di Coppa Italia con il Rimini». La moda è appena iniziata, ma ha già preso piede. E sono sempre di più gli ultras italiani che ogni anno attraversano la Manica per andare a ritirare la loro laurea ad honorem in «hooliganismo».

Il West Ham United, soprannominati Hammers per via del simbolo, due martelli incrociati su campo viola, nasce a Londra nel 1895. È storicamente la squadra della working class inglese. Ha conosciuto calcisticamente alcuni successi verso la fine degli anni Settanta, anche se ormai da tempo veleggia nelle zone basse della Premier League. I suoi tifosi hanno ispirato molti hooligans stranieri. È la squadra della zona est di Londra. Il gruppo portante dalla curva degli Hammers è la leggendaria I.C.F., Intercity Firm. In Inghilterra gli Hammers sono considerati «la squadra più proletaria di Londra», storicamente di sinistra. Il Millwall Football Club nasce nell'East End di Londra nel 1885. Squadra non molto blasonata, (ora gareggia nella serie C inglese), possiede tifosi considerati tra i più violenti in Europa. Provengono dal quartiere di Bermondsey e da Cold Blow Iane, la zona portuale. Il gruppo hooligan dei «blues» sono i Bushwackers, il cui motto è «No one likes us, we don't care», «non piacciamo a nessuno, ma non ci importa». Schierati politicamente a destra, si scontrano con quelli del Chelsea, del Charlton, ma soprattutto con quelli del West Ham, rivale storica.

Fonte: articolo di Andrea Doi per la Stampa del 5 settembre 2007
Link: http://www.lastampa.it/redazione/default.asp
Image
Però, fra tutti menzione d'onore per Nefastto, più subdolo e convincente, meno palese e più credibile di tutti nei suoi interventi.(Dazed)
User avatar
nefastto
Pro
Pro
Posts: 8692
Joined: 12/10/2005, 9:48
NFL Team: San Diego Chargers
Location: Milano
Contact:

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by nefastto »

Sembra interessante

Ultras nel mondo: curve infuocate

Per la nuova serata “Vietato alle donne” del giovedì sera, Discovery Channel presenta, in prima visione assoluta, la nuova serie “Ultras nel mondo: curve infuocate” (Football Hooligans International), in onda dal 4 ottobre alle ore 22.00, con replica il martedì alle ore 23.00.

E’ un dato di fatto che la violenza nel calcio rappresenti un problema serio ed incessante in tutto il globo. In un viaggio all’interno delle tifoserie Discovery Channel cerca di scoprire la verità su questo fenomeno, andando direttamente a contatto con il mondo degli ultras: i gruppi di hooligans che portano la violenza organizzata nel “gioco più bello del mondo”.

La serie “Ultras nel mondo: curve infuocate” compie un esperimento unico ed entra fre le tifoserie più note, violente e organizzate: dall’Inghilterra alla Russia, dal Brasile ai Balcani, arrivando anche inItalia , protagonista dell’ultima puntata della serie. Una tappa fondamentale del percorso del conduttore Danny Dyer che entra in contatto con le tifoserie diRoma, Lazio, Juventus, Atalanta e Brescia.

Danny Dyer, che presenta questa serie disincantata ed avvincente, ha recitato la parte di Tommy Johnson nel film del 2004 Football Factories, che racconta la storia di un giovane hooligan inglese. Ma come dice Danny, “quello era solo un film’. Ora, per il nuovo programma di Discovery channel che lo vede protagonista, Danny deve incontrare le vere tifoserie che stanno dietro le squadre di calcio, vedere le partite insieme ai membri di ciascuna tifoseria, e parlare perfino con i loro capi.

Danny, dopo aver girato la serie, ha spiegato come quest’ultima illustri “un livello completamente nuovo della violenza nel calcio”. Lo spettatore, infatti, potrà vedere scene di Danny filmato dalle telecamere in mezzo a tafferugli, sotto il lancio di gas lacrimogeni, o perfino sotto i colpi di armi da fuoco. “Ultras nel mondo: curve infuocate” racconta la storia vera della guerra sugli spalti.

Ogni episodio si occuperà di un paese diverso e dell’incidenza del fenomeno hooligans nel calcio del paese esaminato. La serie analizzerà la storia di questo fenomeno, la sua evoluzione in ciascun paese, e il ruolo delle tensioni razziali, sociali e religiose nell’escalation del problema. Mostrerà anche come, malgrado gli sforzi delle autorità per cercare di controllare il comportamento degli hooligans, vi sarà sempre una frangia di tifosi di calcio pronti a guerreggiare a qualunque costo.


Descrizione degli episodi:

Inghilterra
In questo episodio Danny osserva la violenza ed il fenomeno hooligans che ha accompagnato in modo indissolubile il calcio inglese nel corso degli ultimi 30 anni. Nel viaggio nella sua terra scoprirà come questo paese abbia esportato la cosiddetta “malattia inglese” nel resto del mondo.

Scozia
La storia scozzese è costellata di esempi di coraggio ed eroismo, di cui buona parte per difendere l’onore e l’integrità della nazione. I Romani fallirono e gli Inglesi dovettero ricorrere alla corruzione per riuscire a forzarne l’unione. Perciò non è certo una sorpresa venire a sapere che la recente generazione di uomini in gonnellino e bevitori di whiskey possiede anch’essa le sue aspre rivalità e tradizioni barbare. La Scozia è sede di una delle più terribili rivalità di tutto il calcio.

I Balcani
“Il calcio”, diceva George Orwell, “è una guerra senza spari". Tuttavia in Croazia ed in Serbia, Danny scopre che sparare è invece una parte non irrilevante dell’esperienza calcistica.

Olanda
Gli Olandesi vennero a contatto per la prima volta con la malattia del teppismo calcistico negli anni ’70, quando la squadra inglese del Tottenham giunse in Olanda per giocare contro il Feyenoord. Venne etichettato come il giorno in cui il calcio olandese perse la propria innocenza, poiché centinaia di hooligans inglesi si scontrarono con la polizia ed i tifosi del Feyenoord dentro lo stadio.
Facendosi contagiare da questa malattia, gli Olandesi si sono poi spinti oltre, costruendosi ben presto una terribile fama.

Polonia
La fama degli hooligans polacchi è fra le peggiori in Europa. Dimostrano regolarmente ai supporter provenienti da altri paesi che sono loro i tifosi di cui aver paura. In occasione di una recente partita Polonia – Inghilterra, gli hooligans inglesi, un tempo temuti, si sono rintanati nei bar per sfuggire ai tifosi polacchi che ne hanno bersagliato le finestre con lanci di mattoni. Quando i Polacchi si sono resi conto che gli Inglesi non avevano nessuna intenzione di farsi coinvolgere in una rissa, hanno cominciato a darsele fra di loro, lasciando totalmente sgomenti anche i tifosi inglesi.

Russia
La Russia è uno tra i paesi europei in cui la cultura della violenza nel calcio è maggiormente in fase di sviluppo ed attiva. In Russia esiste una parte elitaria della società che può godere della nuova ricchezza del paese, mentre la maggioranza della popolazione è costretta nell’estrema povertà; e questo è il terreno di coltura perfetto per fare crescere il fenomeno degli hooligans.

Argentina
Ogni weekend a Buenos Aires centinaia di autobus colmi di tifoserie hooligans (“Barra Bravas”) attraversano la città per andare alle partite e a scontri organizzati.
Tuttavia in Argentina le tifoserie sono in realtà dei supporter di professione. Le “Barras Bravas” sono parte del tessuto calcistico argentino.

Brasile
Si può affermare che il Brasile è il paese più violento del mondo: la terra del sole, del samba e delle sparatorie.
I gruppi di tifosi hanno cominciato a diventare popolari negli anni ’60 e ’70 e vengono chiamati Torcidas. Sono di fatto le tifoserie delle società di calcio, benché non tutti i loro membri siano hooligans. Ma tra l'enorme moltitudine di persone che le costituisce vi troverete lo zoccolo duro, armato di pistole da usare negli scontri.

Turchia
Il popolo turco ha un forte senso dell’onore e d’identità nazionale. Il fanatico tifo calcistico, la diffusa cultura dell’uso del coltello ed una faida in corso con gli hooligans inglesi rendono questo viaggio particolarmente eccitante ma pericoloso per Danny.

Italia
L’Italia ha una storia tristemente nota di violenze nel calcio. Questa cultura non ha preso spunto, come altrove, dalla Gran Bretagna ma si distingue dalle altre ed è solamente italiana. In Italia, c’è stile, non è semplicemente una rissa tra ubriachi, ma è una passione che pervade tutti i livelli della società. Il paese vive e si nutre di calcio, ed ogni città ha le sue tifoserie.
Image
Però, fra tutti menzione d'onore per Nefastto, più subdolo e convincente, meno palese e più credibile di tutti nei suoi interventi.(Dazed)
User avatar
Khitan
Newbie
Newbie
Posts: 49
Joined: 19/10/2007, 15:20

Re: Invasioni di campo e stadi inglesi

Post by Khitan »

Io francamente spero proprio che non si segua la via Inglese, deve esserci un modo un pò più intelligente per risolvere la cosa... anche perchè lì l'unico risultato che hanno ottenuto è stato quello di spostare gli hooligans fuori dagli stadi.
Bello per chi guarda le partite da casa, un pò meno quando vai a guardarle dal vivo e scopri che il tragitto fino allo stadio suddetto è quasi terra di nessuno e che, una volta dentro, sei sottoposto ad alcune regole di comportamento più adatte ad un cinema che ad una partita di calcio.
Image
Image
Image
Post Reply