Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

La gente vuole solo il goal
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NckRm
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Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by NckRm »

Riapro il topic aggiungendo nel titolo i giornalisti.
E inauguro il topic con un pezzo di Ricchiuti dell'uccellino di Del Piero su Pantani.
È un articolo davvero bellissimo e ovviamente lo posto qui per farlo leggere a franci, a kero e agli altri che come me non hanno dimenticato.

http://www.uccellinodidelpiero.com/brev ... o-pantani/
Lo vogliono toccare. E’ più forte di loro. Lo vogliono toccare tutti, Marco Pantani. Succede che la sua squadra, la Mercatone, diffonde un comunicato quel secondo Giro che Marco ha già vinto. Per favore, non dategli pacche o manate. Non dategli incoraggiamento. All’arrivo è coperto di lividi. Non toccatelo, amici. Anche se lui vi ha toccato il cuore.

Due atleti, Nedved e Pantani. Solo loro mi han fatto scoprire che ho il sangue pure dietro la schiena. Altri m’han riempito gli occhi e gonfiato il cazzo. Leggo la Gazza il giorno in cui muore Marco Pantani, sono innamorato e felice. E’ un giorno d’estate il giorno in cui muore per il suo bene, per la sua salute. “Marco, non così”. E giù di buoni consigli. Sotto con l’ottimismo, coi paragoni. Merckx forse non è stato fermato per poi riprendersi tutto ? Si capisce subito che è morto. Almeno io che leggo il giornale rosa mentre lo lascio solo nel suo dolore lo so. So cos’è in quell’istante. Ho conservato quel pensiero che ebbi 12 anni fa come in una cartella di sms. “Non accetterà mai”. Non è un cannibale. È uno agli ultimi colpi in canna. È nel momento in cui scrivi per sempre le tavole della tua vita, l’albo d’oro dei giorni che verranno. Gliene tolgono un pezzo che si chiama presente. Gli tolgono il presente cercando di raccontargliela con la scusa del futuro.

Capire. Marco dovrebbe capire. Lo fa a modo suo. Quello che ti ordina di capire è un estraneo, è il mondo di cui vorresti fare parte e farne a meno. Quello che vorrebbe ti rialzassi per lui. Per lui che non hai mai amato. Capire per amor suo l’impossibile. Capire per amore suo che cioè sei morto ma sei ancora vivo. Il brutto del capire è che poi capisci sul serio. Capisci anche troppo. Ed allora ti vengono strane idee. Ti vien purtroppo voglia di farglielo capire. Di fargliela vedere a quello. ‘Sto stronzo che ha diviso bene i compiti, i letti della futura convivenza. A te spetta di capire tutto e a lui niente. Capire si fa a modo mio, a modo inutile troppo sincero e per niente costruttivo cioè. Cioè. A modo di chi è morto. Capire facendo capire a quello che hai capito di non essere mai stato conosciuto. E’ come quella donna che non hai mai corteggiato, mai amato più di tanto. E poi lei ti dice, se ti ridò una speranza ti ritrovo sotto il mio palazzo. E tu ti giri e dici chi, che quando mai. Neanche a vent’anni. Ma con chi ce l’ha. Ma vaffanculo.

L’uomo giusto per il giorno stesso della morte di Pantani si chiama Savoldelli. Fuori piove anche se non c’è pioggia. Sono lacrime e sputi. La gente vive quel tempo di vivere o morire cercando di prendere tempo, di fermare tutto. Fermate il Giro, fermate il Giro. C’è un matto che si sta facendo squalificare, gente accorrete. Il falco matto. Ha rifiutato di mettere la maglia di Pantani. Perché sa come comportarsi quando si cade. L’uomo giusto Savoldelli nel dramma giusto, il campione mondiale delle discese, delle cadute dalle vette. Ideale per la caduta libera. La gente è lì. Vuole vedergli il giorno prima in faccia, vuole vedergli la giustizia e l’amicizia. Vuole vedergli le lacrime così da vedersi al posto suo, far qualcosa come lui, farsi punire come lui. Vuole vederlo nell’immaginazione mentre si carica Marco Pantani da par suo, come un matto ed un campione, nella sua ultima discesa. Per poi magari riportarlo su. Vuole vederlo affranto. Savoldelli li accontenta. Si fa veder secondo.

Quella mattina si va ad Aprica. Marco Pantani va a casa sua, noi altri si va al mare o ad Aprica. A farci le condoglianze e a parlare male contro il cielo. Ad Aprica c’era arrivato cinque anni prima, Marco. In trionfo. Ora c’è arrivato in bara. La gente è lì. La gente è ancora lì, sapete. Si, si. Non ci facciamo mancare proprio niente di quel giorno. Fanno ogni anno una specie di seduta spiritica, una specie di Sliding doors. Cosa sarebbe successo se non fosse successo. Non succede ma se succede. Organizzano una sorta di Pantani ha corso quel 5 giugno. C’è sempre un corridore con la sua maglia su quella montagna. Un gioco macabro. L’intento è pulito, il messaggio è feroce. Non puoi andartene via. E chi l’ha detto. C’era scritto sulla confezione. Fragile. Non si doveva toccare.

La storia di Marco Pantani è la storia di un omicidio. Storia di un omicidio, c’è un cadavere certo, uno steso e che per questo, per coerenza, non s’è alzato più. Poi altri allegati senza importanza. I moventi, il nostro amore. gli assassini. I pugni dentro un vetro, il suo e il mio la sera in cui parlava Cannavò. Come parlava ? Like a virgin. Come nella canzone di Madonna. Gli mancava solo l’abito da sposa e l’anello da metterci. Al naso. Quand’è morto Cannavò, ho scritto un pezzo su Giornalettismo in cui l’ho mandato all’Inferno, in senso di Giudizio universale mica altro. L’Inferno dove ha mandato Marco che nel frattempo, nell’attesa, s’era dilettato a farlo come sempre a modo suo. Un Inferno formato salita, Cannavò davanti ad arrancare e Marco dietro. A prenderlo a calci in culo.

E si perché Marco in salita era bravo. Era se stesso, dentro casa sua. Tutto perché non voleva mai capire.

Storia di un omicidio e pochi ammennicoli. Qualche cianfrusaglia.

Come sarebbe andata se in caduta Savoldelli l’avesse rimesso in salita. Se si fosse gettato nel dirupo esperto di matti e tutti giù per terra anche soltanto per riportarcelo.

La prece a Berlusconi della madre, Letta e il dopato. Senza virgolette, non è giusto mettergliele. Nessuno gliele ha messe. Moser, Lippi e Gotti. Le dichiarazioni. I titoli della Gazza.

Non così, ”se n’è andato”. E che volevi facesse, restare ? No. Va e sii felice. Muori e sii felice.

Il santuario di Oropa, il Galibier, la Mapei, la mala.

Le assoluzioni che non contano niente. Che non contano più. Anzi. Speriamo gli serva, dice Moser. Certo, a morire. Non ha avuto umiltà, dice Gotti. Quella serve a te semmai. Che hai vinto la sua vittoria, l’hai vinta a tavolino. Non ha avuto umiltà certo ci mancherebbe. Non aveva neanche lo spazio per metterla a posto. Quella non serve a chi ha il resto.

Cose, frammenti, indirizzi. Pezzi.

Un pezzo che sto scrivendo dentro di me da dieci anni. Ha voluto vivere una sua breve vita anche lui come Marco prima di morire per sempre nella volgarità di una forma definita con inizio e fine.

Bigliettini sono innocente sono innocente. Scritti sui muri in albergo. L’innocenza venduta ad un pusher che lo stesse a sentire in cambio di coca come Tortora la raccontava ormai ai pidocchi. Presi sui muri in cella. Il destino di Marco dall’inizio alla fine. Scrivere sui muri. Scrivere grandi imprese sui muri.

Non era Merckx non accetterà mai. Merckx era all’inizio, aveva vent’anni, il Giro iniziato. Marco ne aveva trenta, il Giro già suo.

Non era un cannibale, non come noi che appena una settimana prima ce lo divoravamo a tavola alla tv quando lui era al Santuario non saltando neanche un boccone della sua risalita mentre a lui saltava la bici e agli altri non aspettandolo saltava tutto. I nervi, l’onore. Il primo posto.

Non era un cannibale, divorava salite non carne umana. Non la propria carne.

La lezione di Casartelli. Marco quel giorno c’era, la lezione l’ha appresa forse il solo. Era lì a imparare e poi dare di “merde” insieme agli altri a Virenque che continuava, che festeggiava. La lezione di Casartelli. Quando cadi sei morto, muori. Non ti rialzi. Sennò non hai rispetto di niente e nessuno, non hai rispetto del dolore che ti hanno arrecato. Sennò sei una merda.

Marco Pantani invece è un equivoco, Marco non capisce niente.

La sofferenza ce l’hanno insegnata, spiegata e noi l’abbiamo capita come una linea retta sulla quale anestetizzarci con l’abitudine, su cui transitare a folle in attesa che la nostra macchina possa camminare senza che ce ne accorgiamo. Per Marco il dolore è una salita e quando vede una salita Marco corre forte. Perché capisce tutto il contrario, capisce come al solito, capisce male. Poco.

Solo ciò che vede e ciò che sente.

Quando vede una salita sente poco, solo dolore.

Niente opportunità, riattamenti ed amenità della gente di pianura.

Quando sente dolore capisce al solito, che è una salita. Che è rimasto solo, nessuno riesce a stargli dietro. Che deve correre più forte.

Quando vede una salita sente dolore. Deve correre forte così finisce prima.

Quando sente dolore capisce che è una salita. Quindi corre forte.

Quindi finisce prima.

Muori così è felice. L’unico scemo che abbia rispettato la propria morte. Morte, non la sorte che quelli so’buoni tutti.

L’unico, Marco, ad aver rispettato la sua morte. A prenderla sul serio anche se ingiusta, inferta o meno dagli altri non importa. A darle un senso. Il proprio senso. A dare alla propria morte il senso della propria vita.

Ha rispettato la sua fine. Se sei finito è finita. Senza inutili andare avanti ‘ché se è finita non si può andare oltre.

Muori così è felice. Non così, già.

Non così. Come.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by francilive »

Dimenticare Pantani per tanti che amano visceralmente il ciclismo è impossibile.
Così come è impossibile dimenticare l'ipocrisia di chi, ancora oggi, prima di nominarlo dovrebbe sciacquarsi la bocca.
Fortunatamente uno di questi, noto editorialista ed ex direttore di giornale, è morto. Se non altro a sto giro ci siamo risparmiati dell'altro vomito.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by johnOJ »

Gazza sempre sugli scudi, nelle pagelle del Palermo parlano di Mangia e il panettone (che forse non mangia... straordinario gioco di parole) e su Cetto dicono che sia un "qualunque" difensore (ovvio il collegamento col famoso personaggio di Albanese). Insomma la fiera delle banalità.

Segnalo anche su SS24 un fantastico servizio sull'hotel dove alloggerà il Barça a Milano con tanto di inviato che si è portato il metro per misurare la lunghezza del letto di Messi. Orrore puro. :polliceverso:
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by alessio14 »

johnOJ wrote:Gazza sempre sugli scudi, nelle pagelle del Palermo parlano di Mangia e il panettone (che forse non mangia... straordinario gioco di parole) e su Cetto dicono che sia un "qualunque" difensore (ovvio il collegamento col famoso personaggio di Albanese). Insomma la fiera delle banalità.
Oltre che banalità, direi che la parola d'ordine è "freschezza"... :icon_paper:
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by shilton »

Stasera la coppia Compagnoni-Mauro francamente ha raggiunto la soglia massima della mia sopportazione.
Inascoltabili, non tanto per il tifo spassionato per il Napoli perchè ci sta tutto, ma proprio per la cronaca in sè stessa.
Orribile.
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Shilton meglio di Buffon (Pap)Raramente in vita mia ho visto dal vivo compiere interventi simili (Dazed)
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by Teo »

shilton wrote:Stasera la coppia Compagnoni-Mauro francamente ha raggiunto la soglia massima della mia sopportazione.
Inascoltabili, non tanto per il tifo spassionato per il Napoli perchè ci sta tutto, ma proprio per la cronaca in sè stessa.
Orribile.
Quando si è messo a gridare "Rigoreeeeeeeeeeeeeeeee!!!" non ci ho più visto, da abbattere seduta stante.

Oltretutto poi non ne ha imbroccata più una, ha staccato la luce, diceva nomi a caso.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by Pozz4ever »

Io invece della singola partita ho visto DirettaGoal, e lì la situazione era un po' meglio. Ad esclusione di Monaco dove c'era Trevisani che era insopportabile e pro-spagnoli sempre in maniera evidente.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by lele_warriors »

pardo-nela secondo me è un ottima coppia,mi piace come commentano,tranne un paio di di eccessi di pardo,ma niente di drammatico
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by Radiofreccia »

shilton wrote:Stasera la coppia Compagnoni-Mauro francamente ha raggiunto la soglia massima della mia sopportazione.
Inascoltabili, non tanto per il tifo spassionato per il Napoli perchè ci sta tutto, ma proprio per la cronaca in sè stessa.
Orribile.
Saro' di parte, ma Compagnoni a me piace tantissimo quando fa la telecronaca del Napoli. Quella sua voce rauca ai gol da ancora piu' enfasi al momento.
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L'imbarazzo di un risveglio è di gran lunga preferibile alla solitudine di una notte
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by Teo »

Radiofreccia wrote:
Saro' di parte, ma Compagnoni a me piace tantissimo quando fa la telecronaca del Napoli. Quella sua voce rauca ai gol da ancora piu' enfasi al momento.
Ecco, appunto, se sei di parte ti può piacere, ma è un telecronista sportivo, non il capo tifoso della curva sud
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by Sberl »

Radiofreccia wrote:
shilton wrote:Stasera la coppia Compagnoni-Mauro francamente ha raggiunto la soglia massima della mia sopportazione.
Inascoltabili, non tanto per il tifo spassionato per il Napoli perchè ci sta tutto, ma proprio per la cronaca in sè stessa.
Orribile.
Saro' di parte, ma Compagnoni a me piace tantissimo quando fa la telecronaca del Napoli. Quella sua voce rauca ai gol da ancora piu' enfasi al momento.
Sì, da tifoso della squadra che gioca piace sicuramente, ma da neutrali dà fastidio. E in Italia, purtroppo, dopo i Mondiali 2006 si è persa la Trebisonda su tutte le reti, con le telecronache che da misurate ed urlate con i tempi giusti (ricordo le telecronache pre-Mondiali su Sky, che spettacolo) si è passati a telecronache urlate per gran parte del match, con tutto sensazionale, tutto bellissimo, tutto meraviglioso, tutto sul filo del rasoio. E c'è chi riesce pure a esagerare, vedi Caressa, vedi Trevisani, vedi Compagnoni in certe serate. E pure quelli che anni fa erano già particolari (Altafini), adesso lo sono diventati alla n-potenza.
Io ogni volta che comincia una partita, sono contento di sentire le voci di Caressa, Compagnoni e via dicendo, ma dopo 10 minuti di urlate già fai fatica. Continuo a preferire un Marianella, tranne quando parla dell'Arsenal che non è che urla, però è tendenzialmente di parte. Restando su Sky, ci sono Roggero e Zancan che sono molto bravi e sarebbe ora di fargli fare il salto di qualità, magari relegando a ruoli più marginali qualcun altro (Tecca, giusto per fare un esempio).
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by BruceSmith »

shilton wrote: Inascoltabili, non tanto per il tifo spassionato per il Napoli perchè ci sta tutto, ma proprio per la cronaca in sè stessa.
Orribile.
imho, la telecronaca "da tifosi" è fastidiosa.
se mi va di ascoltare il tifoso di parte, ci sono i vari Pellegatti, Auriemma e compagnia. sentire un Compagnoni - in generale lo ascolto con piacere - che urla come un ossesso è solo fastidioso.

comunque è un'altra geniale idea del gruppo sky.. da quando Caressa è diventato un "personaggio" durante i mondiali, continuano a proprinarci telecronache da checche isteriche.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by tzara »

Sberl e Bruce, vi farei direttori di sky.

Basta grida, basta. A sbraitare ci pensa già il tifoso sul divano.

Marianella è il mio ideale di telecronista, per pacatezza, capacità di descrivere le immagini, competenza e tutto. E anche perchè tifa Arsenal! :forza:

Per fortuna abbiamo una radio con diversi cronisti più che buoni, da Cucchi e Repice, a Emanuele Dotto, Giulio Delfino etc, per cui, male che vada, si accende la radio e si toglie il volume alla TV. Però consiglio a questi di non passare alla televisione, se la fine è quella che ha fatto Gentili :babbabia:
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by AgentZero »

Tre divinità:

Callegari, Borghi e Repice.

E Marcelo Nicola per il basket.
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Re: Telecronisti, Giornalisti e trasmissioni TV

Post by lele_warriors »

AgentZero wrote:Tre divinità:

Callegari, Borghi e Repice.

E Marcelo Nicola per il basket.
BORGHI E' LA DIVINITA' :metal: :metal: :forza:
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